domenica, novembre 06, 2005

La niña santa /2

Ovvero: L’Infanta sul cui dominio non tramonta mai il sole.


Se un giorno diverrà la quarta Regina di Spagna più che Maestà Cattolica la si potrebbe chiamare Maestà “cesarea” (sperando che gli Asburgo non s’adontino) dato che la volontà di celebrare i fasti della Real Casa borbonica ha prevaricato l’arte medica tanto da decretare di sottoporre la Principessa delle Asturie a taglio cesareo, circa due settimane prima della presunta fine della gestazione.
Il 31 ottobre 2005, per evitare che il lieto èvento potesse sovrapporsi con le commemorazioni del trentesimo anniversario della salita al trono di Don Juan Carlos I, è così venuta alla luce l’infanta Leonòr, primogenita del principe ereditario Felipe.
Molti si sono sorpresi per la scelta di un nome poco diffuso in Spagna: nel 2004 solo 77 bambine in tutta la Spagna sono state registrate con tale nome. Non è nemmeno un nome usuale nella Storia di Spagna; l’ultima Eleonora di rilevanza storica fu la principessa Leonòr del Portogallo madre di Isabella la Cattolica.
Trent’anni dopo la morte del dittatore Francisco Franco, nonno Juan Carlos può così festeggiare anche l’avvento della terza generazione di quella risorta monarchia borbonica che ha avuto il grave compito di sostenere ed incarnare il ‘desarroyo’ democratico di una Spagna che in breve ha raggiunto i livelli delle più progredite potenze occidentali.

Tra l’abdicazione di nonno Alfonso XIII ed i regno del nipote Juan Carlos c’è stata una frattura di quasi mezzo secolo, inframmezzata da un dittatore, più realista del re, che esaltò i trionfi del siglo de oro, massimamente di Filippo II,ed ancora più se possibile, venerò la santa memoria di Isabella e che in più teneva in casa sua un braccio di Santa Teresa d’Avila.
Juan Carlos non sarebbe potuto durare molto come re, essendo stato scelto da Franco a succedergli, se non si fosse posto come obbiettivo quello di prendere le distanze dal reazionario nonno Alfonso, e dal Caudillo, e da quella Spagna tronfia di glorie di cartapesta.

Dopo la salita al trono, los Reyes hanno continuato a vivere come prima, non avendo nessuna intenzione di rimettere piede nei saloni dorati del palazzo reale, lasciato sotto il dominio di legioni di turisti, per concentrarsi sull’essenziale: essere l’immagine della Spagna moderna, vincente ma solida e tradizionale, quanto basta.
Il giovane Juan Carlos principe senza trono, figlio di principe senza trono, fece un matrimonio riuscitissimo, per i parametri dell’epoca, sposando una principessa di casa reale regnante.
E davanti alle nozze con Sofia di Grecia tutta l’umanità civilizzata deve inchinarsi al pensiero che per quel ricevimento di nozze fu ideata una delle invenzioni fondamentali del XX secolo: "gamberetti in salsa rosa"!

Una volta diventato re, Juan Carlos ha concesso anche ai suoi “infanti”di fare -mutatis mutandis- dei matrimoni politicamente correttissimi.
L’Infanta Elena ha sposato un aristocratico castigliano, con la faccia bislunga da hidalgo castigliano, che lavora nell’alta finanza.
L’Infanta Cristina ha sposato un bel pallavolista basco con cui vive in Catalogna, altra regione autonomista insieme ai Paesi Baschi.
Il Principe delle Asturie -dulcis in fundo-ha coronato il sogno di tutte le “sciampiste” del Regno (Canarie comprese) designando a futura regina una borghesissima “mujer trabajadora” con tanto di matrimonio fallito (ed annullamento della Sacra Rota “tambièn”) in curriculum.
Ci ha messo un po’ la Principessa delle Asturie, mugugnavano gli spagnoli, ma alla fine ha sfornato l’erede. I più tradizionalisti avrebbero preferito un “varòn” perché la nascita di una bambina potrebbe spingere il Governo Zapatero (nemico giurato di ogni discriminazione sessuale e paladino di ogni “total ecuiparacion”) ad abolire la legge salica che concede il titolo di erede al trono al primo dei figli maschi. La piccola Eleonora di Borbone a tutt’oggi potrebbe diventare Regina solo in mancanza di fratelli maschi come è stato nella Storia per Isabella la Cattolica, Giovanna la Pazza e Isabella II. Coerentemente con la “politica” sostenuta da "los Reyes" per presentare l’immagine di una monarchia al passo coi tempi, lo stesso Juan Carlos non avrà nulla da eccepire. Nella Spagna di Zapatero è inpossibile che scoppi una guerra carlista come alla salita al trono di Isabella II. Ma anzi! La piccola Eleonora di Borbone non è ancora erede al trono e già possiede dei “domini” su internet! Quando si dice monarchia del terzo millennio!

Da parte della Casa reale «è stato chiesto al Red.es, l'ente che si occupa delle registrazioni dei domini ''.es'', di bloccare qualsiasi richiesta per indirizzi che contengano o richiamino il nome ''Leonor''. Da segnalare che tra i domini già registrati dalla ''Casa Real'' figurano ''reinaleonor.com'' e ''princesaleonor.com''. Che sia un primo passo verso quella piccola rivoluzione che potrebbe abbattersi sulla costituzione spagnola? »
Ma essendo internet l’attuale impero universale su cui non tramonta mai il sole, non è stato possibile impedire alla grande rete di approfittarsi del lieto evento per creare pagine web non autorizzate.
Risulta infatti che la neonata Altezza Reale a poche ore dalla nascita abbia aperto addirittura due weblog in cui l’Infanta elargisce ai sudditi saggi consigli su come sopravvivere alla Sua regale nascita.

1 commento:

Duque de Gandìa ha detto...

Giovanna di Castiglia detta “la pazza” fu vera e legittima Regina di Spagna fino alla morte avvenuta il 12 aprile 1555!

La “vulgata” imparata sui banchi di scuola recita che con il matrimonio di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona si sancì l’unificazione della Spagna.
In realtà i re“Cattolici” governavano insieme ma i loro domini non erano stati unificati. Lo sarebbero stati nella persona dell’erede che avrebbe ereditato sia i regni paterni che materni.
Dei sei figli che Isabella ebbe da Ferdinando solo il secondogenito fu un maschio: Juan che premorì ai genitori.
A quel punto la legislazione dinastica prevedeva che l’erede fosse la primogenita: Isabella sposata al re del Portogallo anch’essa premorì ai genitori. A quel punto l’erede di Isabella “la Cattolica”e Ferdinando era il nipotino Miguel: figlio della loro defunta figlia Isabella e del re del Portogallo. Ma il piccolo Miguel morì nel 1501. Se fosse sopravvissuto tutti i regni della penisola iberica (e tutte le colonie americane!) sarebbero passati sotto dominio portoghese.
A questo punto il titolo di principe ereditario passò alla terzogenita di Isabella e Ferdinando: Giovanna sposa di Filippo d’Asburgo Duca di Borgogna nonché figlio dell’Imperatore del Sacro Romano Impero.
Isabella la Cattolica ordinò alla figlia di lasciar perdere i “Paesi Bassi” del marito e trasferirsi immediatamente in Spagna per far praticantato del mestiere di Regina.
Ma Giovanna innamoratissima del marito, e “pazza” di gelosia, al pensiero delle corna che le metteva il marito lontano, fece il diavolo a quattro per tornare in Fiandra. Da lì si diffuse la fama della sua pazzia.
Quando nel 1504 morì Isabella, Giovanna tornò in Spagna per assumere la corona di Castiglia, mentre il padre continuò come sempre ad avere la corona d’Aragona. Ferdinando tentò di sfruttare le stranezze della figlia per assumere la reggenza di Castiglia. Si intromise però il genero che non voleva essere principe consorte ma Re di Castiglia (e, alla morte di Ferdinando, Re di tutta la Spagna)a tutti gli effetti, perciò fece molta pubblicità alla bizzarria della propria consorte per avere la carica di Reggente. Nel frattempo il vedovo Ferdinando “il Cattolico” decide di passare a nuove nozze con una giovane principessa francese segnando un pesante cambio di alleanze, essendo la Francia una continua minaccia per l’indipendenza della Borgogna di cui il cognato e la figlia Giovanna sono duchi.
Solo il caso- o il destino- volle che la nuova, giovane, francese Regina d’Aragona non riuscisse ad avere il figlio maschio tanto desiderato da Ferdinando! Se ciò fosse avvenuto la Castiglia e l’Aragona si sarebbero definitivamente scisse!

Nel 1506 morì Filippo d’Asburgo Duca di Borgogna detto “il Bello” lasciando prostrata la sua vedova Regina che ovviamente nulla fece per contenere le manifestazioni di disperazione per la dipartita dell’amatissimo consorte. A ventisei anni vedova con cinque figli che le erano stati sottratti per essere educati dal vasto parentado, tornò prepotente l’ombra del padre che reclamava voce in capitolo nella tutela della figlia e del di lei reame (governato da un consiglio presieduto dal cardinale Ximenes de Cisneros il braccio destro di Isabella “la Cattolica”).Dato che Ferdinando si è arreso alla possibilità che sarà la figlia “pazza”e succedergli in Aragona, o meglio i di lei figli, si interessa dell’educazione politica del nipotino Ferdinando, il secondo dei due figli maschi di Giovanna. Il primo, Carlo nato nell’anno 1500, sta nei Paesi Bassi dove alla morte del padre gli è succeduto quale sovrano. Carlo è anche l’erede della madre Giovanna, per questo quando nel 1516 Ferdinando “il Cattolico”muore, e Giovanna diviene Regina di Spagna (unificandola definitivamente!) i ministri borgognoni del sedicenne Carlo lo dichiararono maggiorenne e ne reclamano il diritto d’essere Reggente della madre Giovanna. Le cortes di Castiglia e d’Aragona si ribellano all’idea d’essere sottomessi allo straniero per cui tentano molti colpi di mano per mantenere i privilegi del proprio autogoverno, tra cui anche la “liberazione” della Regina Giovanna (che formalmente non era prigioniera di nessuno ma s’era ritirata dalla politica per piangere tranquillamente il proprio stato vedovile). Giovanna si mostrò assennata in quella circostanza, mostrando d’accettare la reggenza del figlio, ma proprio da quel momento in poi la sua segregazione divenne molto più dura perché assai ingombrante per la politica universale progettata per il giovane Carlo.
Per quasi tutti i 40 anni di regno, Carlo I di Spagna (Carlo V come imperatore) fu considerato Re di Spagna in quanto associato al trono della Madre, con tanto di clausola che prevedeva espressamente che se, per ipotesi, la Regina Giovanna fosse “guarita” Carlo sarebbe subito retrocesso al rango di principe ereditario: buona ragione per segregare la madre.
Giovanna di Castiglia, morì il 12 Aprile 1555 essendo sempre stata per 40 anni la legittima Regina di Spagna. Solo allora Carlo divenne “il” Re. Tutti gli storici concordano che la scelta di abdicare al trono spagnolo nel gennaio 1556 sia collegata con la morte della madre avvenuta pochi mesi prima, e che la scelta di lasciare la carica di Re di Spagna fosse dovuta agli scrupoli ed ai rimorsi per l’aver sacrificato l’esistenza della propria madre alla ragion di Stato.

Qualche mese fa, in libreria sfogliavo con curioso interesse una biografia di Carlo V; scorrendo brevemente la cronologia ho visto (con raccapriccio!) che non si faceva menzione della data di morte di Giovanna “La Pazza”. Non ho comprato quella biografia, ne ho continuato a sfogliarla.

Come qualcuno avrà notato dal mio post del 2 novembre, ritengo inammissibile dimenticarsi di Juana la Loca:)