lunedì, gennaio 30, 2006

La Niña Santa /3

Ovvero: Piccolo trattato Della Maestà del Sacramento
(PARTE PRIMA)


Il 14 gennaio dell'anno di grazia 2006, ventiseiesimo del regno di Sua Maestà Cattolica Don Juan Carlos I di Borbone,alle ore 12:30 nel palazzo della Zarzuela i principi delle Asturie hanno portato al lavacro battesimale la loro figlia primogenita, l'Infanta Eleonora di Borbone (seconda nella linea di successione al trono di Spagna); dopo due mesi e mezzo dal felice parto - cesareo - della principessa donna Letizia, avvenuto nella notte del 31 ottobre nella Clinica Ruber Internacional di Madrid.


L'usanza di battezzare i bambini è una tradizione della Chiesa da tempo immemorabile. Essa è esplicitamente attestata fin dal secondo secolo. E' tuttavia probabile che, fin dagli inizi della predicazione apostolica, quando “famiglie” intere hanno ricevuto il Battesimo, [At 16,15; At 16,33;At 18,8;1Cor 1,16 ] siano stati battezzati anche i bambini.[CCC n.1252]

Poiché nascono con una natura umana decaduta e contaminata dal peccato originale, anche i bambini hanno bisogno della nuova nascita nel Battesimo per essere liberati dal potere delle tenebre e trasferiti nel regno della libertà dei figli di Dio, alla quale tutti gli uomini sono chiamati. La pura gratuità della grazia della salvezza si manifesta in modo tutto particolare nel Battesimo dei bambini. La Chiesa e i genitori priverebbero quindi il bambino della grazia inestimabile di diventare figlio di Dio se non gli conferissero il Battesimo poco dopo la nascita [CCC n.1250]

La santa Chiesa cattolica proclamando ciò non compie alcun atto di superbia ma afferma una verità innanzitutto storica! Il fulcro della lieta novella (KERIGMA) è la risurrezione di Gesù Cristo dai morti. Fu unicamente questo, infatti, l'argomento del primo discorso di san Pietro alle folle di Gerusalemme, dopo aver ricevuto lo Spirito Santo il giorno di Pentecoste.
"Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!".
All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: "Che cosa dobbiamo fare, fratelli?".
E Pietro disse: "Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito."(At 2, 36-38)

Quindi: "Dal giorno di Pentecoste la Chiesa amministra il Battesimo a chi crede in Gesù Cristo" [cCCC n.255] poichè lo stesso "Gesù Cristo [...]dopo la sua Risurrezione affida agli Apostoli questa missione: "Andate e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito santo" [cCCC n.254]

Compito della Chiesa una santa cattolica ed apostolica è annunziare che Dio s'è fatto uomo, ed un uomo storicamente individualizzabile: Gesù di Nazaret. Essendo Dio dall'eternità si è volontariamente limitato nel tempo e nello spazio vivendo la condizione umana fino in fondo, compresa la sofferenza e la morte! Ma al contempo, essendo Dio, ha misteriosamente santificato i vari aspetti dell'esistenza umana.
Risorgendo dai morti, ha dato compimento a quest'opera di redenzione della natura umana, creando "di fatto" il precedente di un essere umano che ha sconfitto il comune destino di tutta la specie umana: la morte. Risorgendo con il suo vero corpo, Gesù ha, inoltre, trasfigurato ed unito eternamente l'umanità a Dio stesso.
Avendo assunto in Dio la nostra umanità Gesù Cristo é perciò "il capo" del genere umano e , per sua grazia,vuole attrarre a sè tutti gli altri uomini che essendo fratelli dell'uomo Gesù sono al contempo fratelli del Figlio eterno di Dio Padre.

Questo frutto dell'opera di redenzione dell'uomo è un dono gratuito di Dio, per cui è detta dai teologi: GRAZIA.
La grazia di Cristo è il dono gratuito che Dio ci fa della sua vita, infusa nella nostra anima dallo Spirito Santo per guarirla dal peccato e santificarla. E' la grazia santificante o deificante, ricevuta nel Battesimo. Essa è in noi la sorgente dell'opera di santificazione:
Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo. [CCC n.1999]
La grazia è una partecipazione alla vita di Dio; ci introduce nell'intimità della vita trinitaria. Mediante il Battesimo il cristiano partecipa alla grazia di Cristo, Capo del suo Corpo. Come “figlio adottivo”, egli può ora chiamare Dio “Padre”, in unione con il Figlio unigenito. Riceve la vita dello Spirito che infonde in lui la carità e forma la Chiesa[CCC n.1997]

Ovviamente la Chiesa proclama che Il Signore Gesù Cristo essendo l'unico Salvatore del mondo può in infiniti modi concedere la grazia giustificante e santificante agli uomini, ma al contempo:
"La Chiesa non conosce altro mezzo all'infuori del Battesimo per assicurare l'ingresso nella beatitudine eterna; perciò si guarda dal trascurare la missione ricevuta dal Signore di far rinascere “dall'acqua e dallo Spirito” tutti coloro che possono essere battezzati. Dio ha legato la salvezza al sacramento del Battesimo, tuttavia Egli non è legato ai suoi sacramenti." [CCC n.1257]


Dopo questo preambolo che vuol facilitare un clima di ecumenico ed universale compiacimento per il battesimo dell'Infanta Leonor, anche tra coloro che non sono ascrivibili tra i "Grandes de España" passo a soffermarmi sullla celebrazione del sacramento.
“Attenendoci alla dottrina delle Sacre Scritture, alle tradizioni apostoliche e all'unanime pensiero. . . dei Padri”, noi professiamo “che i sacramenti della nuova Legge sono stati istituiti tutti da Gesù Cristo nostro Signore” [CCC n.1114].

"Chiamo i sacramenti segni sensibili ed efficaci della grazia perchè tutti i sacramenti significano, per mezzo di cose sensibili, la grazia divina che essi producono nell'anima nostra."[CMSPX n.519]

Come , infatti, come durante la sua vita terrena il Signore Gesù per mezzo della sua umanità, e tramite le cose sensibili manifestò il suo potere e la sua autorità divina, così dopo la sua resurrezione essendo il suo corpo glorioso ormai libero dai limiti spaziotemporali, continua ad operare misteriosamente, ma sensibilmente ed oggettivamente nella Chiesa (suo corpo mistico).Sintetizzando, quindi:
"I misteri della vita di Cristo, costituiscono il fondamento di ciò che adesso Cristo, mediante i ministri della Chiesa, dispensa nei sacramenti: "Ciò che era visibile nel nostro Salvatore è passato nei suoi sacramenti" (San Leone Magno)" [cCCC n.225]

Or bene, dato che: "La grazia di Dio è un dono interiore" [CMSPX n.526] che si comunica all'anima tramite umili segni, essa sfugge allo sguardo delle menti carnali, ma allorchè "i santi misteri" sono celebrati da coloro che sono rivestiti da un prestigio mondano, come nel caso della Casa reale spagnola, possono essere, per tutti e per ognuno, valida occasione didascalica intorno alla maestà della vita spirituale cristiana.

Il battesimo della settima nipote delle Loro Maestà "los Reyes", come già detto, è stato celebrato nella residenza reale della Zarzuela, nella località madrilena "monte de el Pardo", che Juan Carlos di Borbone e Sofia di Grecia abitano dal 1962 anno del loro matrimonio, e dove sono stati battezzatianche i loro tre figli: le "Infantas" Elena e Cristina e il principe Felipe, così come i sei figli delle due "Infantas": i cuginetti di Leonor.
Questa concomitanza porta per analogia a considerare le grandezze del matrimonio cristiano poichè: “Il patto matrimoniale [...]tra i battezzati è stato elevato da Cristo Signore alla dignità di sacramento” [CCC n.1601]. Ciò è mirabilmente evidenziato dal rito bizantino che chiama la celebrazione del Matrimonio "Incoronazione" (da notare che anche con questo suggestivo rito si sposarono Juan Carlos di Spagna e Sofia di Grecia) dato che il celebrante (vescovi o presbiteri) ascoltato il reciproco consenso scambiato tra gli sposi pone le corone sulla loro testa per evidenziare la loro nuova dignità in seno alla Chiesa.
"La fecondità dell'amore coniugale si estende ai frutti della vita morale, spirituale e soprannaturale che i genitori trasmettono ai loro figli attraverso l'educazione. I genitori sono i primi e principali educatori dei loro figli" [CCC n.1653].
Essendo la sollecitudine spirituale per la propia prole compito dato da Dio stesso tramite la grazia del sacramento del Martrimonio: " E' per questo motivo che il Concilio Vaticano II, usando un'antica espressione, chiama la famiglia “Ecclesia domestica” Chiesa domestica . E' in seno alla famiglia che “i genitori devono essere per i loro figli, con la parola e con l'esempio, i primi annunciatori della fede, e secondare la vocazione propria di ognuno, e quella sacra in modo speciale” [CCC n.1656].

Tale dimensione spirituale della famiglia cristiana è stata plasticamente espressa dai Reali nonni Juan Carlos e Sofia che hanno trasformato l'ingresso della loro regale residenza - "il vestibolo" - in battistero.
Il vestibolo è stato, infatti, adornato con drappi ed arazzi, ornato di rose e gigli (omaggio della città di Valencia).
Che il battesimo sia stato celebrato nella stanza d'ingresso della dimora di Sua Maestà non può non far riecheggiare la metafora usata dalla spagnolissima Santa Teresa d'Avila che parla della vita interiore come di un castello spirituale con molte stanze abitate da Sua Maestà (cioè Dio) in cui è possibile accedervi (cioè fuor di metafora, l'anima può entra in sè stessa) solo se in stato di grazia . Perciò molto appropriatamente la Chiesa definidce il Battesimo:
"IL VESTIBOLO d'ingresso alla vita nello Spirito (“vitae spiritualis ianua”), e la porta che apre l'accesso agli altri sacramenti. Mediante il Battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cristo; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione"[CCC n.1213].



"Se ci pensiamo bene, che cos'è l'anima del giusto se non un paradiso, dove il Signore dice di prendere le sue delizie?
E allora come sarà la stanza in cui si diletta un Re così potente, così saggio, così puro, così pieno di ricchezze? No, non vi è nulla che possa paragonarsi alla grande bellezza di un'anima e alla sua immensa capacità!
Il nostro intelletto, per acuto che sia, non arriverà mai a comprenderla, come non potrà mai comprendere Iddio, alla cui immagine e somiglianza noi siamo stati creati. [...] Che confusione e pietà non potere, per nostra colpa, intendere noi stessi e conoscere chi siamo!
Non sarebbe grande ignoranza, figliuole mie, se uno, interrogato chi fosse, non sapesse rispondere, né dare indicazioni di suo padre, di sua madre, né del suo paese di origine?
Se ciò è indizio di grande ottusità, assai più grande è senza dubbio la nostra se non procuriamo di sapere chi siamo, per fermarci solo ai nostri corpi.
Sì, sappiamo di avere un'anima, perché l'abbiamo sentito e perché ce l'insegna la fede, ma così all'ingrosso, tanto vero che ben poche volte pensiamo alle ricchezze che sono in lei, alla sua grande eccellenza e a Colui che in essa abita.
E ciò spiega la nostra grande negligenza nel procurare di conservarne la bellezza. Le nostre preoccupazioni si fermano tutte alla rozzezza del castone, alle mura del castello, ossia a questi nostri corpi.
Come ho detto, questo castello risulta di molte stanze" (S.Teresa)

1 commento:

Duque de Gandìa ha detto...

Vorrei consigliare alle anime in pena di leggersi "Il trattato contro le Eresie" di Ireneo di Lione (secondo secolo d.C.)dove si dà un lucido giudizio degli "apocrifi".
Se poi i reali spagnoli sfoggino gli insaccati sugli occhi è un problema della Real Casa:)