mercoledì, aprile 05, 2006

Tommaso e la dottrina della predestinazione


"Confesso, non senza vergogna, che il giusto e generalizzato cordoglio per la fine infame del povero Tommaso mi irrita. Mi irrita profondamente, perché non riesco a non pensare ai tanti Tommaso senza nome che non sono pianti da nessuno, perché morti ancor più anzitempo, senza lasciare testimonianza dei loro occhi lampeggianti.
Delle due l'una: o crediamo davvero, come in questi giorni sembra essere il caso, che l'omicidio è tanto più efferato quanto più inerme e impotente, persino di balbettar difesa, è la vittima. Oppure siamo, e neppure segretamente, convinti che l'utilizzo di mezzi meno teatrali del badile faccia la differenza.

Pensando a Tommaso vediamo tutte le cose della vita che non potrà vedere. E per gli altri, quelli che della vita si sono persi anche la prima luce? Soprattutto per un liberale, è impossibile sognare la fine dell'aborto, è un'utopia troppo onerosa per le nostre coscienze grigie. Ma che ci colga almeno un'ombra di pensiero e di rimorso, almeno quando vestiamo il lutto dei vinti di Erode, è chiedere troppo?
Alberto Mingardi, Milano".

(dal blog del "divinus" Magister)

1 commento:

Duque de Gandìa ha detto...

Come la sua pregiata persona potrà leggere in questo edirotiale del Foglio da me riportato http://www.bloogs.com/ducadegandia/2006/03/entre-todas-las-mujeres-7.shtml

...dopo l'introduzione del "divorzio rapido" ne Regno di Spagna le richieste di divorzio nei primi tre mesi dagli sponsali sono aumentate in modo vergognoso.

E comunque faccio notare che ha pregiatamente commentato il post sbagliato:)