tag:blogger.com,1999:blog-7590625.post171377243606464778..comments2023-07-11T17:50:00.570+02:00Comments on Duque de Gandìa: Amicus Plato sed magis amica Santippe, IVDuque de Gandìahttp://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-7590625.post-20368697519843475542007-03-07T14:26:00.000+01:002007-03-07T14:26:00.000+01:00Venerdì 2 sul Giornale Massimo Introvigno recensis...Venerdì 2 sul Giornale Massimo Introvigno recensisce quel cretino di Pigi Odifreddi: leggere per credere:)<BR/><BR/>"Il pamphlet del matematico Piergiorgio Odifreddi Perché non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici), pubblicato con grandi squilli di tromba da Longanesi, è un libro nato già vecchio e moribondo, un po’ come il governo Prodi rianimato dal Parlamento. <BR/><BR/>Sostiene che ogni religione è necessariamente nemica della scienza, della democrazia e del progresso economico. Il matematico ci assicura che «lo stesso termine cretino deriva da cristiano» e che il cristianesimo, «essendo una religione per letterali cretini non si adatta a quelli che, forse per loro sfortuna, sono stati condannati a non esserlo»: il che spiegherebbe anche la sua fortuna, perché «metà della popolazione mondiale ha un’intelligenza inferiore alla media». Ma ammette che questa critica risulterà poco convincente per molti - alcuni, chissà, potrebbero anche offendersi - e propone allora di scavare più a fondo per scoprire che il testo contrario alla ragione e al progresso è la Bibbia ebraica, che in più ha una carica di violenza che spiegherebbe anche perché l’attuale Israele (peraltro fondato da socialisti piuttosto laici) sia uno «Stato fascista» che perseguita i musulmani palestinesi. Certamente a Odifreddi non piace neanche l’islam, che è pur sempre una religione, ma i musulmani hanno diritto a una certa indulgenza in quanto «vittime delle Crociate» e oggi della «conquista dei loro pozzi di petrolio».<BR/><BR/>Vecchiumi, appunto, fatti a pezzi dalla storiografia e dalla sociologia storica più recenti. A Odifreddi non si può che consigliare, per limitarsi a un solo riferimento, la lettura delle opere del maggiore sociologo delle religioni vivente, Rodney Stark, che non è un cattolico e si dichiara «credente a modo suo», e non è neanche un cretino o almeno tale non è considerato dai suoi colleghi di tutto il mondo (in maggioranza non credenti) che lo hanno eletto ripetutamente alla presidenza sia della Società per lo studio scientifico della religione sia dell'Associazione di sociologia delle religioni. <BR/><BR/>Come Stark spiega nel magnifico best seller La vittoria della ragione (tradotto anche in italiano) il Dio della Bibbia ha questo di particolare: ha creato il mondo secondo ragione, il che implica che le leggi dell’universo possano essere scoperte e comprese dalla ragione umana.<BR/> La scoperta progressiva di leggi secondo cui funziona l’universo è quanto siamo abituati a chiamare scienza. La scienza non nasce in Cina o in India - dove manca la nozione di un Dio personale e ragionevole che ha messo ordine nel mondo - e neppure (benché molti si ostinino a pensare il contrario) nel mondo islamico, la cui idea di Dio è quella di un sovrano che può cambiare le leggi dell’universo come e quando crede. Grandi scoperte empiriche e sviluppi tecnologici in settori specifici non portano i musulmani alla formulazione di vere e proprie teorie scientifiche. <BR/><BR/>Il cristianesimo, invece, non si limita a inventare la scienza. Inventa anche la nozione di persona umana, dotata di libertà e responsabilità. Le leggi dell’universo non sono solo di natura scientifica: ve ne sono anche di natura morale. Nasce così l'idea di persona, dotata di diritti che implicano anche la libertà politica - declinata diversamente secondo i tempi e i luoghi - e la tutela della proprietà privata.<BR/><BR/>Scienza, libertà della persona e proprietà privata sono le tre basi del progresso e dell’economia moderna. Un mondo forgiato da credenti: cristiani come Newton o i banchieri fiorentini del tardo Medioevo, o ebrei come Einstein. Tutti cretini?"Duque de Gandìahttps://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7590625.post-1191690184306679852007-03-06T18:06:00.000+01:002007-03-06T18:06:00.000+01:00A proposito di tuttologi del cristianesimo:Articol...A proposito di tuttologi del cristianesimo:<BR/>Articolo di Luigi Geninazzi sull'Avvenire di martedì 6 marzo 2007<BR/><BR/>"La campagna anti-Wojtyla <BR/>Una denigrazione indegna"<BR/><BR/>Se avete un ricordo commovente o un aneddoto curioso riguardante Giovanni Paolo II, e se per caso osate raccontarlo o addirittura scriverlo, beh, state molto attenti. Potreste incorrere nel reato di «apologia del pontificato wojtyliano» e subire una delle pene letterarie più sconcertanti, vale a dire la recensione critica di Giancarlo Zizola, il vaticanista del Sole 24 ore noto per avere l'orologio fermo agli anni Sessanta.<BR/><BR/>Domenica [4 marzo 2007, ndr] si è seduto in cattedra e dall'alto della sua tribuna padronale ha bacchettato il cardinale Dziwisz per il recente libro di memorie su Karol Wojtyla, accusandolo di «rivendicare unilateralmente la mens autentica del Pontefice». <BR/><BR/>Insomma, don Stanislao vorrebbe imporre una sua verità «apodittica», che «non ha altre fonti che se stesso e quindi va presa con le molle». Una sua verità? L'ex segretario del Papa rivela particolari inediti restando nell'ombra e confermando la sua tipica discrezione nel parlare di colui che gli è stato padre e maestro. Ci vuole una massiccia dose di malizia per scorgervi un intento manipolatorio.<BR/><BR/>La colpa del cardinale Dziwisz sarebbe quella di non «aver fatto luce sugli aspetti incerti di un governo ecclesiale che in oltre un quarto di secolo ha solidificato paradigmi di governo papale eccelsi ma anche parziali di non facile riequilibrio». <BR/><BR/>Ma qui l'unica cosa incerta e di non facile riequilibrio è la prosa di Zizola, a conferma che quando uno non riesce ad esprimersi in modo chiaro è forse perché ha le idee confuse. Non è una novità, sono anni che in modo sempre più tortuoso Giancarlo Zizola critica «l'assolutismo regale di Wojtyla». È una sua libera e discutibile opinione. Ma pretendere che Dziwisz la pensi allo stesso modo non è un po' troppo? <BR/><BR/>Quel che più colpisce nelle parole del recensore della domenica è il tono sprezzante e offensivo. Per lui sono tutte «favole» quelle raccontate da don Stanislao. Un «mito» quello della perfetta intesa tra il cardinale Wojtyla ed il cardinale Wyszynski (erano così nemici che quando al Conclave dell'ottobre 1978 si stava profilando l'elezione a Pontefice dell'arcivescovo di Cracovia fu il primate di Varsavia a spingerlo ad accettare, con quella frase profetica: «devi introdurre la Chiesa nel Terzo millennio»). «Non accettabili le affermazioni sull'adesione del wojtylismo al Vaticano II», sentenzia in burocratese (wojtylismo? Questa sì che è una zizolata). Ma se perfino nel suo testamento Giovanni Paolo II si è sentito in dovere d'invitare le nuove generazioni a portare a compimento il Concilio!<BR/><BR/>E che dire dell'ipotesi avanzata dal cardinale Dziwisz secondo cui l'attentato al Papa è stato organizzato dal Kgb? Ci hanno lavorato giudici e storici, vi hanno scritto su decine di libri, ci sono sospetti fondati anche se non provati. Vi alluse lo stesso Pontefice che nel suo ultimo libro "Memoria e identità" parla esplicitamente di un mandante che ha armato la mano di Alì Agca, definendo l'attentato «una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza scatenatesi nel XX secolo». Ma per Zizola si tratta di «insinuazioni ideologiche abusate e perfino banali».<BR/>Ammettiamolo, questa volta la frase gli è venuta bene. Perché non è un'accusa, ma un involontario autoritratto.Duque de Gandìahttps://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.com