tag:blogger.com,1999:blog-7590625.post4432548652502318402..comments2023-07-11T17:50:00.570+02:00Comments on Duque de Gandìa: Santa anche subito /9Duque de Gandìahttp://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.comBlogger1125tag:blogger.com,1999:blog-7590625.post-80817429170607429112007-07-17T21:37:00.000+02:002007-07-17T21:37:00.000+02:00Articolo di DOUNIA ETTAIB sulla prima pagina del F...Articolo di DOUNIA ETTAIB sulla prima pagina del FOGLIO di martedì 3 luglio 2007:<BR/>Parla Daniela Santanchè<BR/>Per le donne nell’Islam e i diritti dei cristiani in medio oriente<BR/>Cittadinanza italiana a Dounia, aggredita perché solidale con Hina.<BR/> Souad Sbai: “Maledetto multiculturalismo”<BR/><BR/>Roma. Quando la “cattiva musulmana” Hina Saleem fu sgozzata dal padre con la complicità della famiglia, fra le voci più alte si alzò quella di Lawrence John Saldanha, arcivescovo di Lahore e storico esponente di quella comunità cristiana martoriata dalla sollevazione islamista in Pakistan, la “terra dei puri”.<BR/> Monsignor Saldanha stabilì il nesso fra la sorte della ragazza e quella dei cristiani sotto l’incudine della sharia. Domani a Roma si svolgerà la manifestazione per i cristiani in medio oriente (piazza santi Apostoli ore 21). Il pensiero andrà anche a Hina, la cui colpa era di lavorare in un bar dove si vendevano alcolici e di convivere con un italiano. Andrà anche a lei perché fra le vittime di questa furia anticristiana e decollante ci sono molti musulmani, mezzo milione in vent’anni di massacri e pulizie religiose. La manifestazione di Roma è infatti “per la libertà religiosa nel mondo”.<BR/><BR/>Daniela Santanchè domani sera ci sarà, insieme con Magdi Allam che questa manifestazione l’ha pensata e organizzata, dopo che giovedì era stata al fianco delle tante marocchine accorse a Brescia per il processo su Hina. C’era anche Dounia Ettaib, la vicepresidente delle donne marocchine in Italia assalita il giorno dopo a Milano: “Smettila o sarà peggio per te. Puttana”. <BR/><BR/>Santanchè si è spesa perché con Hina non venisse meno anche la battaglia per i diritti delle donne musulmane in Italia. “Mi è appena stata data la felice notizia che Dounia ha ottenuto la cittadinanza.<BR/>La vicenda di Hina è stata una svolta per tutti. A pochi metri dalle nostre case una giovane donna venne sgozzata perché non considerata una buona musulmana. Hina doveva diventare il simbolo dell’integrazione, era completamente integrata e come ha detto Nicholas Sarkozy, ‘la patria deve essere di chi la ama’. Abbiamo invece assistito al montare dell’indifferenza, grandi annunci e proclami ministeriali”. Santanchè chiede di raccogliere la richiesta che giunge dalla piazza di Brescia: “Non ha precedenti in Europa.<BR/>Chi non mette al centro della politica la libertà delle donne musulmane, non potrà mai parlare di convivenza civile”. E’ stata attaccata sul Secolo d’Italia da alcune esponenti di An, dimesse e quietiste quanto a difesa della libertà, a loro avviso la vicenda di Hina non dovrebbe essere trasformata in una battaglia di diritto. “Le parole le lascio al Secolo d’Italia” replica Santanchè. “Non sanno quello che dicono, io rispondo con i fatti. In tre giorni abbiamo ottenuto la protezione di Dounia e le donne immigrate non si sono sentite sole. Sarò a Roma per i cristiani in medio oriente, spero che cada il muro di silenzio. E’ positivo che ci siano donne di sinistra in questa battaglia”.<BR/><BR/>Souad Sbai, presidentessa dell’Associazione delle donne marocchine in Italia, dice che “la battaglia per i cristiani in medio oriente e quella per le tante Hina non si separano, è una grande medesima battaglia per la persona umana. Il fondamentalismo che uccide e perseguita i cristiani nelle terre arabe, una volta importato in occidente, si rivolta contro i suoi figli. Dobbiamo battere questo maledetto multiculturalismo che massacra le donne.<BR/> Gli estremisti hanno trovato un vuoto in occidente, hanno costruito la loro fortezza fanatica che riempiono con il multiculturalismo costruito in buona fede dagli intellettuali occidentali”.<BR/><BR/>Il ricatto ai cristiani di Gaza<BR/><BR/>Dal fronte della persecuzione cristiana in terra araba arrivano nuovi proclami di sottomissione. “I cristiani potranno vivere sicuri a Gaza solo se accetteranno la legge islamica, compreso il no agli alcolici e alle donne che vanno in giro con il capo non appropriatamente coperto” ha detto lo sceicco Abu Saqer, leader di Jihadia Salafiya, movimento di beneficenza attivo nella Striscia. I suoi uomini sono sospettati d’aver attaccato il mese scorso una scuola dell’Onu a Gaza dove ragazzi e ragazze avevano partecipato insieme alla stessa manifestazione sportiva. Nell’attacco era stata uccisa una persona.<BR/>Abu Saqer ha detto che i cristiani che a Gaza si impegneranno in “attività missionarie” “verranno trattati duramente”. “La Jihadia Salafiya e altri movimenti islamici garantiranno che scuole e istituzioni cristiane mostrino pubblicamente che cosa insegnano per essere sicuri che non facciano attività missionarie. Basta alcool per le strade. E tutte le donne, comprese le non musulmane, le cristiane, dovranno capire che in pubblico devono sempre coprirsi. Dovranno cessare anche le attività di bar, internet cafè e sale da gioco. Se andranno avanti, li attaccheremo duramente”.<BR/> Islam Shahawan, portavoce dell’ala armata di Hamas, ha aggiunto che “l’era della legge islamica è arrivata”.Duque de Gandìahttps://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.com