tag:blogger.com,1999:blog-7590625.post473768963708458739..comments2023-07-11T17:50:00.570+02:00Comments on Duque de Gandìa: Gran Rabbi nato /5Duque de Gandìahttp://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-7590625.post-60497436421561583122007-05-29T14:43:00.000+02:002007-05-29T14:43:00.000+02:00Il Foglio di martedì 29 maggio 2007 informa di un ...Il Foglio di martedì 29 maggio 2007 informa di un articolo ed intervista del prestigioso Time al rabbino tanto citato nel ratzingeriano libro: Gesù di Nazaret<BR/><BR/>Il rabbino del Papa raccontato da Time:<BR/><BR/>Rabbino berlinese deportato a Theresienstadt, Leo Baeck cercò per una vita di “reinserire il Vangelo nell’ambiente originale della Palestina ebraica e assegnare ai fatti e agli atti di Gesù la loro vera origine: la tradizione autentica dell’ebraismo”. Autore dell’opera “Il Vangelo. Un documento ebraico”, Baeck ricordava che l’asino con cui Gesù entra a Gerusalemme è presente nella tradizione sapienziale, che i Proverbi e Qohelet furono un modello per gli adagi, che la Passione è presente nei Salmi sul Servo Sofferente, che Gesù era ebreo. Baeck era attratto dalla figura del Cristo ebreo, che morì come membro del suo popolo, fedele alle sue pratiche, figlio della speranza ebraica e “resuscitato dai morti il terzo giorno”, come vogliono i Profeti.<BR/> Il Vangelo è “un libro integralmente e perfettamente ebraico”, celebra la fede, l’oppressione, la sofferenza, lo spirito, la disperazione e l’attesa ebraica. “L’ebraismo non ha il diritto di passare davanti a esso senza fermarsi, di ignorare e di cercare di rinunciarvi. Anche qui deve cogliere e conoscere il proprio genio”.<BR/><BR/>Il rabbino Jacob Neusner, che i lettori del Foglio hanno conosciuto per una sua bella intervista del 16 maggio scorso, è il più alto erede di questa tradizione ebraica di lettura evangelica. <BR/>“Come uno studioso ebreo è diventato la musa del cattolico numero uno”. E’ l’incipit del ritratto che Time magazine dedica a Neusner, “il rabbino preferito del Papa”. <BR/>Di lui Benedetto XVI parla nel quarto capitolo del “Gesù di Nazaret” (Rizzoli), dove analizza il Discorso della montagna, “la nuova Torah portata da Gesù” dopo quella consegnata a Israele. <BR/>Il rabbino ortodosso Neusner è l’autore del libro “A Rabbi Talks with Jesus”, New York, 1993), un rabbino parla con Gesù, secondo Ratzinger “il saggio di gran lunga più importante per il dialogo ebraico-cristiano che sia stato pubblicato nell’ultimo decennio”.<BR/> Neusner, scrive il Papa, “si è, per così dire, inserito tra gli ascoltatori del Discorso della montagna e ha poi cercato di avviare un colloquio con Gesù… Questa disputa, condotta con rispetto e franchezza fra un ebreo credente e Gesù, il figlio di Abramo, più delle altre interpretazioni del Discorso della montagna a me note, mi ha aperto gli occhi sulla grandezza della parola di Gesù e sulla scelta di fronte alla quale ci pone il Vangelo. Così desidero entrare anch’io, da cristiano, nella conversazione del rabbino con Gesù, per comprendere meglio, partendo da essa, ciò che è autenticamente ebraico e ciò che costituisce il mistero di Gesù”.<BR/><BR/>“Non sono offeso che i cristiani mangino il maiale”, scherza Neusner nel dialogo con Time. Il settimanale americano scrive che mai prima di oggi un Pontefice aveva fatto suo il punto di vista di un ebreo sui cattolici. Era sempre avvenuto il contrario, neanche il Concilio Vaticano II aveva osato tanto. “Scegliendo Neusner come sua musa, Benedetto XVI ha selezionato un uomo formidabile e controverso in materia di studi ebraici come il Papa lo è nel cattolicesimo”. Autore di 950 pubblicazioni,<BR/>Neusner è il più grande specialista della letteratura rabbinica antica.<BR/>“Come esperto della letteratura che va dal primo al sesto secolo, Neusner è un costruttore imperiale, una figura centrale nel cimentarsi con l’analisi del giudaismo nelle università americane”.<BR/>Raccontando la sua “sovrumana e brillante produttività”, David van Biema scrive che “Neusner è famoso per indisporre molti dei suoi allievi. Può mantenere un’amicizia – John Updike scrisse nel 1986 la storia ‘John Neusner’ – ma come lui stesso ammette, resta una delle persone più conflittuali che conosca”. E il conflitto è l’anima del suo libro più noto: “Neusner basa il suo libro sulla comprensione che il Vangelo di Matteo fu scritto come un invito ai discepoli ebrei di Gesù, cercando di convincerli che egli era il Messia a lungo atteso da Israele. La sua affermazione secondo cui il Discorso della montagna ‘non abolisce la Torah e i discorsi dei Profeti, ma li completa’, è una delle sentenze cardini che connettono i monoteismi”. <BR/><BR/>Time scrive che Neusner e Ratzinger avviarono una corrispondenza negli anni successivi il Concilio Vaticano II. “Una lettura attenta del capitolo del Papa suggerisce più che un matrimonio di convenienza. Benedetto XVI è preoccupato da ciò che vede sul messaggio della divinità di Gesù. Benedetto scrive che ‘Neusner ci ha mostrato che abbiamo a che fare non con un moralismo, quanto con un altissimo testo teologico’”.<BR/>L’ampia citazione del Papa ha colto felicemente di sorpresa il rabbino nella sua casa di Rhinebeck, nei pressi di New York.<BR/>Nel libro scriveva: “Immaginate di camminare un’estate per una strada polverosa in Galilea, di imbattervi in un piccolo gruppo di giovani, guidati da un giovane uomo. La personalità dell’uomo attrae la vostra attenzione; egli parla. gli altri ascoltano… Se voi foste stati là, che cosa avreste fatto?”.<BR/>Neusner oggi dice: “Se mi fossi trovato nella terra di Israele nel primo secolo, non avrei abbracciato il circolo dei discepoli di Gesù; se avessi ascoltato il Sermone della montagna non lo avrei seguito”.<BR/><BR/> Joseph Sievers, direttore del centro di studi giudaici della Pontificia università gregoriana di Roma, ricorda che Neusner è stato ospite del suo istituto e che in quell’occasione ha dimostrato di “prendere molto seriamente le affermazioni di Gesù: egli non è solo un rabbino che insegna la regola d’oro”. Neusner e Ratzinger condividono un’“alta cristologia”. <BR/>“Il rabbino non cerca facili soluzioni o di costruire ponti” dice Sievers. “Non puoi aspettarti che il Papa si circoncida” dice Neusner. “E’ cristiano, io sono ebreo”. Poi confida: “Vorrei scrivere un libro con lui su Paolo”.Duque de Gandìahttps://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7590625.post-13952705334783046632007-05-18T13:00:00.000+02:002007-05-18T13:00:00.000+02:00Sul Corriere della sera del 17 maggio 2007 una int...Sul Corriere della sera del 17 maggio 2007 una intervista a ernesto Galli della Loggia sul "Gesù" di Ratzinger:<BR/><BR/> «Un'opera che si contrappone a chi ha visto in Cristo solo un saggio» <BR/>Uno strappo da ricucire, per ricongiungere il Gesù storico al Cristo della fede. Papa Benedetto XVI svela l'intento nelle prime righe della premessa a «Gesù di Nazaret»: far nuovamente coincidere il personaggio realmente esistito con il figlio di Dio. Domani sera in Duomo, in una serata aperta al pubblico, a discutere del testo di Papa Ratzinger, insieme al cardinale e arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi e al cardinale Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani, ci sarà anche lo storico Ernesto Galli della Loggia, preside della facoltà di Filosofia dell'Università Vita Salute San Raffaele.<BR/><BR/>Professore, il suo credo laico farà da contraltare a quello cristiano? <BR/><BR/>«Mi limiterò a parlare del libro, in un modo diverso da come potrebbe parlarne un credente, con un'interpretazione meno ortodossa».<BR/><BR/>Papa Ratzinger in effetti presenta questo libro come una "ricerca personale", quindi passibile di critiche o smentite.<BR/><BR/>« È così. Non si tratta di un atto magisteriale, ma della riflessione documentata di uno studioso. È il lavoro di un fine teologo, c'è una ricerca filologica accurata, con un'analisi linguistica dei termini evangelici. Naturalmente è un libro complesso, non è un semplice catechismo, ma chi lo legge ne trae grandi conoscenze».<BR/><BR/>Chi sono i «maestri del sospetto» a cui vuole contrapporsi Papa Ratzinger? <BR/><BR/>«Ci sono state correnti di pensiero che in questi anni hanno trasformato Gesù in un grande saggio, ma negando che fosse realmente il figlio di Dio. Mi viene in mente l'"Inchiesta su Gesù" di Corrado Augias e Maurizio Pesce».<BR/><BR/>Il libro ha venduto 50 mila copie in un giorno. Un segnale di fede o di mancanza di certezze? <BR/><BR/>«È la dimostrazione che la religione ha di nuovo un posto di primo piano, interessa tutti, persino gli atei che se ne occupano non fosse altro che per attaccarla.<BR/><BR/>Questo è stato possibile grazie alla riaffermazione delle civiltà».<BR/>Benedetto XVI parla di «dramma del cristianesimo». <BR/><BR/>«Il cristianesimo è molto criticato, perché è tornato al centro del dibattito. Ci si è accorti che non è più un moribondo, e per questo produce antagonismi forti. C'è una curiosa coincidenza: mai come oggi si è parlato tanto di Gesù, dai libri ai film, e mai come oggi ci si è allontanati dalla fede».<BR/><BR/>Come valuta la lezione del Ratzinger teologo? <BR/><BR/>«Ratzinger è un grande studioso a cui nella vita è capitato curiosamente di fare il Papa. Il suo carattere intellettuale è emerso nella prima Enciclica "Deus caritas est" e nella lectio di Ratisbona. In questo sta la differenza con Papa Wojtyla, più politico. L'inclinazione professorale ha permeato ogni aspetto di Raztinger, anche quello fisico. Lo si vede sempre un po' imbarazzato e con l'aria assorta dello studioso».<BR/><BR/>A chi consiglia questo libro? <BR/><BR/>«A tutti naturalmente, cristiani e no. Nei Paesi civili tutti si interessano di religione, soltanto in Italia esistono i "vaticanisti"».Duque de Gandìahttps://www.blogger.com/profile/07872991818749146703noreply@blogger.com