Ovvero: Musulmani che abbandonano l'islam: «È il medioevo»
(di Magdi Allam sul Corriere della Sera di giovedì 02 marzo 2006
"Verrebbe da dire: «Che Allah vi protegga!». Se non fosse che sono dei musulmani che non credono più in Dio. Anzi si professano atei. Ma ciò che maggiormente colpisce è che abiurano l'islam pubblicamente, rivendicano con orgoglio l'affrancamento da una religione da loro vissuta come una forma di schiavitù intellettuale e percepita come la vera fonte della cultura dell'odio e della morte. Così come sorprende, in questa fase storica dove predomina la paura, che il numero degli ex musulmani- atei dichiarati è in crescita. Al punto che hanno dato vita a un proprio sito «Apostates of Islam» ( www.apostatesofislam.com).
Il caso più recente, forse il più eclatante, è di Wafa Sultan, psicologa e scrittrice di origine siriana, residente negli Stati Uniti, che nel giro di una settimana si è beccata prima un'accusa di miscredenza in diretta sulla televisione Al Jazira da parte di un docente dell'università islamica di Al Azhar, poi una vera e propria fatwa, responso giuridico islamico, di condanna di apostasia annunciata ai fedeli in preghiera nella moschea Al Hasan di Damasco durante il sermone di venerdì scorso. Il predicatore siriano è arrivato a sostenere che «questa apostata nuoce all'islam più di quanto non abbiano nuociuto le vignette sul profeta Mohammad (Maometto)». Ma lei non è il tipo da farsi intimidire. Pensate che all'interno del suo sito in arabo www.annaqed.com/writers/sultan/contents.html ha creato una pagina dove pubblica tutte le minacce che riceve, comprese le e-mail dei mittenti.
Partecipando alla trasmissione «Al ittijah al muakes» (Controcorrente)andata in onda su Al Jazira il 21 febbraio scorso, Wafa ha affrontato con una schiettezza e un coraggio impressionanti il suo rivale, il docente egiziano di Islamistica Ibrahim al-Khouli. «Ciò che vediamo non è uno scontro di civiltà o di religione — ha affermato Wafa — ma è uno scontro tra due opposti, una mentalità medioevale contro quella del ventunesimo secolo, tra la civiltà e l'arretratezza, tra la libertà e la repressione, tra la democrazia e la dittatura». E quando il conduttore Feisal al-Kassem le ha chiesto: «Lei intende che è un conflitto tra la civiltà dell'Occidentale e l'arretratezza dei musulmani?», Wafa ha risposto seccamente: «Sì».
Poi ha argomentato: «Sono i musulmani ad avere scatenato la guerra di civiltà, da quando il profeta dell'islam disse: "Mi è stato ordinato di combattere la gente fino a quando non credono in Dio e nel suo profeta" e da quando i musulmani hanno diviso la gente tra musulmani e non musulmani». E ancora rivolgendosi al docente islamico: «Come spiega a suo figlio il versetto che recita: "Combattete quelli che non credono né in Dio né nel Giorno ultimo?" (Corano, IX, 29)».
Quando la discussione si è fatta incandescente, Wafa è diventata ancor più grintosa: «Come è stata diffusa la tua religione? — ha chiesto con forza a al-Khouli —. Con la spada e l'aggressione dei Paesi. Poi dite che si è espanso con la giustizia e il rispetto dei diritti altrui. Quando lei dottor Ibrahim si mette con il megafono davanti a una chiesa e urla che è una menzogna che Gesù è Dio, il figlio di Maria, forse che lei rispetta il credo altrui?».
Si è così arrivati al momento cruciale in cui Wafa ha declinato la sua identità spirituale: «Non sono cristiana, non sono musulmana, non sono ebrea. Sono una persona laica che non crede nel sovrannaturale».
Ed è subito schioccata l'accusa di al-Khouli: «Lei è una miscredente?».
Tranquilla la risposta di Wafa: «Ma io rispetto il diritto degli altri a credere». E lui ribatte: «Allora sei una miscredente...sei una miscredente?».
Lei imperturbabile: «Può dire ciò che le pare».
[...]"
1 commento:
All'Esimia bloggatrice, ebbra ed invasata dal sacro verbo di Marcello Pera, mi rivolgo per segnalarle questo piccolo post che rispecchia le mie perplessità per questo continuo "West Pride" http://berlicche.splinder.com/post/7270421
E salamelecchi all'universo Mondo!:)
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