mercoledì, ottobre 20, 2004

pazza idea


Quando penso al povero Buttiglione, non posso fare a meno di sorridere,rammentandomi di uno strepitoso Corrado Guzzanti che, nei panni di Gianfranco Funari,interloquisce con la Dandini scambiandola per “l’onorevole Bottijone” . Forse, almeno in ossequio a ciò che questo politico cattolico ha dato alla satira di sinistra, le varie Gruber avrebbero dovuto invitare gli “onorevoli” a più pacatezza, mentre il nostro -a grande richiesta degli euro-sinisti!- citava loro il Catechismo: ai miei tempi se rispondevi esattamente “ vincevi”un libricino di preghiere o un’immaginetta del Sacro Cuore; a Buttiglione neanche una foto autografata di Santoro.
Perché tanto disprezzo per la Dottrina Cattolica?
Non è una lotta per la laicità. Non è una difesa della ragione contro l’oscurantismo. E’-al contrario!- l’insorgere furioso contro una istituzione che, nelle sue concettualizzazioni, non accetta di piegarsi alla dittatura –e in questo caso, all’euro-dittatura- dei “sentimenti”.
L’amore romantico è la più grande sciagura dei tempi moderni.
Il matrimonio non serve a coronare una romantica storia d’amore: serve a tutelare la donna affinché abbia le garanzie che le permettano di riprodurre la specie, nelle migliori condizioni ambientali possibili.
E’ poco romantico, ma è vero.
Fra tutto il dicibile sull’argomento, ho trovato interessante un (chilometrico!) commento di
Gianni De Martino a Paolo di Lautrèamont
così sintetizzato per mia (perpetua) memoria.

Nel corso di una guerra atroce, mentre continuano le decapitazioni degli “impuri” occidentali da parte dei fanatici e paranoici maschiacci islamici “sodomizzati” da una loro dura e crudele versione dell'islam in piena decomposizione e marasma, la nostra fauna politica s'imbestialisce su questioni apparentemente di piccola sessualità europea, medio-europea. Bestiale, per esempio, è l'ostracismo della maggioranza della Commissione UE per i diritti civili contro il filosofo cattolico nonché politico Rocco Buttiglione , che incalzato sui gay si dice contrario alla discriminazione degli omosessuali senza rinunciare alla propria condanna morale, in conformità con la dottrina cattolica (…)
D'altra parte, in gioco non è solo la bocciatura di Buttiglione e il riconoscimento, auspicabile, del diritto alle unioni civili anche fra persone dello stesso sesso, ma quella vera e propria assurdità rappresentata dal cosiddetto matrimonio gay. (…)
Confondono eguaglianza e autonomia politica, confondono la domesticità con la tendenza sessuale, confondono l'amicizia, le passioni, i piaceri e l'amore con la gestione statale dei cosiddetti bisogni, vedono il progresso in termini di socialburocrazia e di economia rosa , e si illudono che l'anello matrimoniale e il caftano siano il massimo dell'emacipazione del civile e dell'umano. (…)
Nell'ora della corsa verso la normalità e la follia della normalità, il matrimonio – una istituzione destinata, per millenaria consuetudine e fin dall'etimologia stessa della parola “matrimonio” - alla tutela giuridica della maternità legale – diventa il ticket , quasi obbligatorio (…).
Quello che affascina gran parte della classe media ( sempre innamorata dell'uomo sbagliato) è il livello d'energia spesa da numerosi gruppi e lobby gay per convincere il pianeta e i politici che gli omosessuali coltivano aspirazioni tutto sommato abbastanza modeste: trovare marito e formare delle coppie normali, con bambini normali e fondersi in un sistema di parentela cementato in Europa , da perlomeno mille anni, su base sacrale e monogamica. Tutti i discorsi sulla differenza, così importanti negli anni '70 e ' 80, si ritrovano così elusi per far posto al discorso dell'identico. Come se tutto fosse lo Stesso, in un clima “omonormativo” generalizzato. Paradossalmente la corsa al matrimonio gay è giustificato dall'uso e abuso della parola “Amore” ( con la maiuscola) che finisce con il confondersi con la legge stessa e con il voler dettare legge agli altri. Più che la legge del desiderio si fa strada uno strano desiderio di legge. La legge, essendo in principio uguale per tutti, dovrebbe incaricarsi di rendere tutti uguali.
Così in nome di un Amore ridotto a gestione dei bisogni il matrimonio andrebbe riconosciuto a tutti (…)
D'altra parte, rinforzano una cultura pubblica e politica nella quale la maggioranza dei cittadini perbene, così come si rappresentano, credono ancora che la salvezza passi attraverso l'esibizione di una vita virtuosa, fuor da ogni ragionevole dubbio. Il progetto di società esibito come virtuoso progetto familiare, di coppia, ridiventa così l'unica maniera d'essere e di vivere, in conformità con le tradizionali configurazioni eterosessuali. Paradossalmente il matrimonio gay valorizza e rinforza le configurazioni eterosessuali tradizionali, riproducendo gli stessi meccanismi d'esclusione(…) . Tuttavia, l'investimento che il sogno o piuttosto l'illusione gay di normalizzazione opera nei confronti del matrimonio viene non a caso percepito come un'appropriazione indebita, se non come un'azione distruttiva, operata ai fondamenti stessi dell'idea di famiglia come nucleo germinale.
La civiltà che conosciamo ha avuto bisogno di questa idea di matrimonio come luogo germinale per perpetuarsi e darsi una parvenza di eternità, prendendosi cura delle nuove generazioni e proiettandosi nel futuro. Sarebbe assurdo criticare o irridere questa vecchia idea di famiglia che esprime l'ineliminabile necessità che la specie cosiddetta umana ha di perpetuarsi. Ecco perché il matrimonio gay può, com'è accaduto all'anziano ministro Tremaglia, fare imbestialire: perché risveglia questioni di vita e di morte, ansie profonde. L'esercizio della libera sessualità ì come di quella legalizzata, comporta, in maniera variamente consapevole, questioni decisive in merito al posto o al non posto che ciascuno ha nell'ingrato ciclo procreazione-distruzione. Proprio in quel punto – intenso, feroce e considerato sacro – in cui la vita va al di là del cosiddetto bisogno degli individui e dell'egoismo del piacere. (…)
Il matrimonio, così come l'abbiamo conosciuto, odiato e amato in Occidente si configura storicamente e simbolicamente come valore religioso, sacro, eterosessuale con voto che è insieme desiderio e augurio di procreazione, di fedeltà eterna, di eternità – ed è anche una concessione dello Stato laico alla Chiesa cristiana e cattolica specialmente nel suo modello monogamico che gli Europei hanno cercato d'imporre a tutto l'universo mondo.

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