mercoledì, agosto 31, 2005

"ragazzo universitario"

Ovvero:
"Vorrei essere linkato come Biagio Antonacci!"

martedì, agosto 30, 2005

La Tavola Valdese


Ovvero:
L'ARCIPASTORA

Il Teatro dell'Opera (Sacra)


Chi è monsignor Lorenzo Albacete?
Un intellettuale di grande peso (in tutti i sensi).
Professore di teologia a New York con laurea in ingegneria aeronautica e fisica; editorialista di molti giornali newyorkesi e “responsabile” per il Nord America di Comunione e Liberazione.

Tra le bonarie e pungenti dichiarazioni (com’è nel suo stile) di una intervista pubblicata sul Foglio di venerdì 26 agosto:
“ Altro evento su cui Albacete riflette (“in grande rilassatezza”) è il passaggio di pontificato di Giovanni Paolo II a quello di Benedetto XVI.

Numerosi osservatori si applicano a rintracciare continuità o fratture tra due modi di amministrare il magistero. Premessa: “C’è una continuità innegabile tra i due Papi, e questa continuità è fondata su due dati.
Il primo è che, stando a quello che mi dice la fede, -grande sorriso felino di Albacete- colui che ha scelto Wojtyla e Ratzinger è sempre lo stesso. Insomma la continuità principale è nello Spirito Santo e io avrei accettato pure Mickey Mouse perché il Signore non perde mai il controllo della sua Chiesa.

Il secondo elemento di continuità è che il pensiero, il giudizio sulla missione della Chiesa di fronte al mondo nichilista contemporaneo sono identici. Certo Ratzinger è Ratzinger e Wojtyla è Wojtyla, e l’intervento di Cristo arriva per mezzo dei temperamenti che sono sempre diversi uno dall’altro.
Oggi abbiamo bisogno del temperamento di Ratzinger”.

Albacete si spiega con un aneddoto:
“nel mio primo incontro con Wojtyla, quando ancora non era Papa, abbiamo discusso su quale fosse il linguaggio più adeguato per l’evangelizzazione. Lui mi domandò se io, da uomo di scenza, credevo che il linguaggio scientifico fosse quello migliore per parlare all’interiorità. Gli ho risposto: ‘Io alle mie innamorate non spedivo equazioni’. ‘Verissimo’, mi ha detto allora Wojtyla, ‘infatti per me il linguaggio è il teatro’.
Nel teatro il gesto diventa incarnazione della parola e colpisce. E così abbiamo avuto ventisei anni di teatro spettacolare grazie ad un grande attore. Lo dico in senso positivo”.

“Ecco l’unica differenza”

Quanto a Ratzinger, Papa dal temperamento in linea con i tempi, “lo Spirito Santo ha deciso che dopo tanto teatro è giunto il momento di scrivere in prosa, ecco l’unica differenza. Ratzinger è capace d’interpretare quanto è accaduto nell’opera drammatica e teatrale di Giovanni Paolo II. Ma è un altro tipo di show, meno spettacolare”.
…”

lunedì, agosto 29, 2005

L'allodola di Frisinga /2


"...
Cercare Cristo dev’essere l’incessante anelito dei credenti, dei giovani e degli adulti, dei fedeli e dei loro pastori. Va incoraggiata questa ricerca, va sostenuta e guidata.
La fede non è semplicemente l’adesione ad un complesso in sé completo di dogmi, che spegnerebbe la sete di Dio presente nell’animo umano. Al contrario, essa proietta l’uomo, in cammino nel tempo, verso un Dio sempre nuovo nella sua infinitezza.
Il cristiano è perciò contemporaneamente uno che cerca e uno che trova. È proprio questo che rende la Chiesa giovane, aperta al futuro, ricca di speranza per l’intera umanità.

Sant’Agostino (…) ha stupende riflessioni sull’invito del Salmo 104 "Quaerite faciem eius semper - Cercate sempre il suo volto". Egli fa notare che quell’invito non vale soltanto per questa vita; vale anche per l’eternità.
La scoperta del "volto di Dio" non si esaurisce mai.
Più entriamo nello splendore dell’amore divino, più bello è andare avanti nella ricerca, così che "amore crescente inquisitio crescat inventi - nella misura in cui cresce l’amore, cresce la ricerca di Colui che è stato trovato" (Enarr. in Ps. 104,3: CCL 40, 1537).

È questa l’esperienza a cui anche noi aspiriamo dal profondo del cuore".

Una Donna Incorruttibile!

Chi voglia visitare Bologna, nel suo programma turistico deve assolutamente includere la visita alla chiesa del Corpus Domini per vedere "la Santa" ...in poltrona!

venerdì, agosto 26, 2005



Questo fine settimana si fa un salto a Rimini per non vivere poi nel rimorso d'essermi perso l'evento culturale dell'anno: la grande mostra su Costantino e la sua epoca!

giovedì, agosto 25, 2005

Colonia estiva /3

Ovvero: "Dirty Dancing"

Sicuramente suor Johanne Vertommen, una religiosa belga di 29 anni,
ricordera' con emozione le celebrazioni dello scorso fine settimana a
Colonia in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventu', alla
presenza di papa Benedetto XVI; ma se ne dovra' rammentare anche perche' l'eccezionalita' del momento l'ha forse fatta infervorare un
po' troppo, procurandoile una solenne ramanzina da parte della
superiora: secondo 'Het Laatste Nieuws', quotidiano di Bruxelles, la
giovane suora si e' abbandonata infatti a folli danze con un
missionario conosciuto sul posto, in uno stile non propriamente
'castigato'.
Il giornale pubblica anche alcune foto, dove si vede suor
Johanne sollevata in aria dal sacerdote, al quale in un'altra immagine
appare appassionatamente avvinta, con le gambe intrecciate intorno ai
fianchi del partner. Insomma, niente valzer o mazurka per Johanne, ma
piroette degne di un rock'n'roll o di una macarena.
"In convento mai lo
avrei fatto", si e' giustificata l'interessata. "Pero' in certe
occasioni io mi lascio trasportare dall'entusiamno dello stare in
gruppo. La mia madre superiora invece ha sollevato il problema", ha
ammesso. "Lei pensa che sarei dovuta stare un poco piu' attenta, e
tenere bene a mente che anch'io rappresento la comunita' cui
appartengo"
( abcdefg )

mercoledì, agosto 24, 2005

Letterature comparate /2



Ovvero: Il 21 Agosto 2005 Harry ha scritto una
Lettera all'ateo militante

"Caro ateo militante,

partiamo dalla definizione da me inventata: ti chiamo “ateo militante” perché non sei semplicemente un non credente (rispettoso e a sua volta rispettato: come un onesto Fausto Bertinotti, per esempio), ma fai proselitismo e, oltre i limiti del lecito, mostri disprezzo, pregiudizio e assenza di rispetto verso chi crede. Verso chi è cattolico in particolare. In questi mesi sono emerse tutte le tue contraddizioni e le tue occlusioni mentali. Basta leggere le reazioni a fenomeni occorsi in questi ultimi tempi, i commenti della grande stampa, le prediche delle élite che ti rappresentano. Basta riflettere su taluni luoghi comuni in cui incorri senza porti alcun dubbio.

Se noi cattolici non andiamo in chiesa, dici che la Chiesa è in crisi e che dovrebbe chiudere bottega; se però un milione di noi va a Colonia e dorme all’addiaccio per pregare (o se in tre milioni andiamo a Roma per onorare un Papa) siamo dei fanatici. Se non “fornichiamo” siamo dei repressi; se “fornichiamo” siamo degli ipocriti. Se la Chiesa tace sulle grandi questioni morali, la accusi di essere in fase declinante e di non avere più nulla da dire; se parla e invita alla mobilitazione la accusi di compiere ingerenze. Se all’Angelus il Papa non cita Israele lo accusi addirittura di antisemitismo; se però va in sinagoga a pregare con i rabbini lo accusi di volersi comprare la benevolenza ebraica. Secondo «Liberazione», il Papa sbaglia a non condannare i dittatori (anche se non risulta che li appoggi, ma fa nulla): siamo però sicuri che se condannasse Chavez e Castro «Liberazione» insorgerebbe. Dici che i porporati dovrebbero smetterla di parlare, ma ad ogni sospiro di Ruini cogli l’occasione per riempirci di editoriali e assoldare stanche prefiche anticattoliche, quasi che il tuo pensiero dipendesse da quello di Ruini. Ti interessi addirittura di teologia cattolica, quando il Papa sottolinea che il dialogo ecumenico non deve necessariamente comportare rinunce teologiche cattoliche (o protestanti). E protesti: come se a te fregasse qualcosa di consustanziazione e transustanziazione. Ma te ne frega qualcosa? No davvero, tant’è che nemmeno sai che roba sia. Ma ti fa comodo alzare la voce persino sul dibattito teologico tra le chiese cristiane. Tutto fa brodo.

Ora, è evidente che dietro tutto ciò vi sono pregiudizio, calcolo e – in certi casi – odio e malafede. E’ curioso che queste professioni di fede ateistica siano diffuse e socialmente accettate nelle società culturalmente cristiane, mentre non siano possibili casi opposti (cioè di professione cristiana) nelle società culturalmente atee (Cina comunista, Albania di Hoxha, Unione sovietica etc.). Ma, ti prego, continua così. Ora che l’Inter ha cominciato a vincere, come potremmo sbellicarci altrimenti dalle risate?

(tuo) harry"

Habemus Patriarcam!

Eminentissimum ac Reverendissimum Theophilum!



Il 22 agosto, dopo soli 7 giorni di consultazioni– il precedente patriarca Ireneos I era stato eletto dopo più di 7mesi dalla morte del predecessore !- i vescovi del Patriarcato greco-ortodosso di Gerusalemme hanno eletto all’unanimità Sua Beatitudine Teofilo cioè, secondo un antica graduatoria, il quinto dei patriarchi maggiori: cioè il vescovo più importante del mondo dopo quelli di Roma, Costantinopoli, Alessandria ed Antiochia.

Ma mente il patriarcato di Roma si è esteso fino ai confini de mondo, gli altri quattro patriarchi orientali, si sono consumati in secolari lotte teologiche per poi annichilirsi sotto la dominazione islamica così che oggi questi antichissimi centri propulsori del cristianesimo si riducono a poco più di piccole diocesi con sparuti fedeli.
Nel caso del patriarcato di Gerusalemme le cose si complicano, poiché le norme per la gestione del patriarcato sono rigidamente quelle emanate dall’impero ottomano di cui, pur nella mutata situazione politica, Giordania, Israele e Autorità Palestinese pretendono di averne ereditato la facoltà di intromettersi nelle decisioni dei greco-ortodossi, in primis approvare o meno l’elezione del nuovo patriarca.

A questo terzetto di Stati bisogna aggiungere poi la Grecia perché un’altra peculiarità della Chiesa greco-ortodossa a Gerusalemme è che tutti i vescovi sono di origine greca, mentre i semplici preti e tutti i fedeli sono arabi.

A questo si aggiunga che il Patriarcato ortodosso è il maggior proprietario immobiliare della città di Gerusalemme e molti di questi beni sono stati venduti allo Stato israeliano, ed i fedeli –arabi palestinesi!- non sanno che fine fanno i soldi.
Ad essere puntigliosi, il Patriarcato ortodosso non vende i terreni ad Israele ma, dietro elevatissimo compenso, li affitta a tempo indeterminato. La Knesset stessa: il parlamento israeliano, è costruita su terreno formalmente di proprietà della Chiesa cristiana ortodossa! Sarà un po’ difficile che tra venti o trent’anni Sua Beatitudine possa presentarsi alla Knesset a reclamare la ridefinizione dei canoni di locazione!

Di questi complicati intrecci ( o se si vuole: intrighi) politico-finanziari sono stati scenario i lunghi mesi per la scelta del successore dell’anziano Diodoros I, morto a dicembre 2000, pochi mesi dopo aver accolto a Gerusalemme Giovanni Paolo II.
Mesi di campagne diffamatorie e di bustarelle hanno preceduto -ad agosto 2001- l’elezione di Ireneos I : ecclesiastico ben poco pacifico a dispetto del nome!


Gli stessi intrallazzi che portarono alla sua elezione sono stati causa della sua deposizione da parte del Santo Sinodo, decisione approvata dal Trono Ecumenico assieme a tutte le altre Chiese bizantine.
Ireneos non ha accettato la decisione trincerandosi dentro al palazzo patriarcale con la protezione del Governo israeliano mentre Giordania e Palestina hanno accettato la decisione della Chiesa ortodossa.

Come si vede, più ci si allontana da Roma più le elezioni canoniche perdono la severa compostezza del Conclave.

martedì, agosto 23, 2005

IMPERA D'OCCIDENTE /2

"… Se la democrazia liberale è un valore, allora, come ogni valore, ha bisogno di una giustificazione, un'argomentazione, una teoria, o - perché no? - una fede che la sorregga.
Democrazia e libertà non fanno eccezione.
Lasciarle a se medesime, senza presupposti solidi, significa sperare nel buon Dio che ce le conservi.

Non mancano intellettuali che la pensano diversamente.
Uno - cimentatosi nell'impresa difficile di rendere chiaro un pensiero di Jürgen Habermas - ha scritto che «lo stato liberale è autosufficiente e indipendente da tradizioni religiose o metafisiche di ogni genere». Ma questa non è soltanto mancanza di cultura storica e filosofica, è anche assenza di immaginazione. Basta un piccolo esperimento mentale per capirlo. Provate a toccarglielo - questo Stato liberale che è stato conquistato anche a loro beneficio, sebbene con pochi loro sforzi - e vedrete che questi intellettuali si ricrederanno presto. Provate a chiedergli come lo difenderebbero - se mai dovessero e volessero difenderlo - e vedrete che, alla fine, anch'essi finirebbero per appellerarsi a fondamenti metafisici, morali o religiosi, come la "ragione", la "natura umana", i "diritti universali", lo "stato di natura", la "religione della libertà", il "velo d'ignoranza", eccetera.

I fondamenti morali (…) non si definiscono in astratto, a tavolino, li fornisce la storia, sul campo. I fondamenti morali li offrono le tradizioni.
E qui non intendo spendere una parola in più rispetto a quanto ho detto tante volte.

La nostra storia, la storia dell'Europa e dell'Occidente, è storia giudaico-cristiana e greco-romana. Scendiamo da tre colline: il Sinai, il Golgota, l'Acropoli. E abbiamo tre capitali: Gerusalemme, Atene, Roma. Questa è la nostra tradizione.
Da qui sono nati i nostri valori.
Senza le leggi di Mosé, senza il sacrificio del Cristo, non avremmo quel sentimento morale che ci fa sentire tutti - credenti e non - fratelli, uguali, compassionevoli. Senza la ragione dei Greci e il diritto delle genti dei Romani, non avremmo quelle forme di pensiero che sorreggono le nostre istituzioni pubbliche.
Lo so che, scesi da quelle colline, lasciate quelle capitali, abbiamo fatto tanto cammino grazie anche a tanti altri apporti. Ma lo abbiamo fatto a partire da lì, nutriti con ciò che abbiamo imparato lì, convinti che il senso della strada fosse ancora lì.
Chi rinnega queste origini tradisce la propria storia e perde la propria identità. Noi non dovremo consentirlo.
Già, ma "noi" chi? "Noi" non siamo soli.
Come rapportarci agli "altri", quando, immigrando, vogliono entrare nella nostra comunità? E come difenderci dagli "altri", quando, violando le nostre leggi, ci vogliono distruggere?

Sul problema della convivenza e dell'integrazione, l'Europa ha dato una risposta sbagliata e una risposta ingenua.
La risposta sbagliata - più democratica che liberale - è quella del multiculturalismo, cioè la protezione delle culture e delle comunità anziché degli individui. Il risultato di questa politica è stato quello di gruppi etnici che, nel migliore dei casi, si ignorano, e, nel peggiore, si dimostrano ostili.(…)
La risposta ingenua - più liberale che democratica - è quella della tolleranza. Con un grave malinteso: che la tolleranza, così come è intesa e praticata da noi, è una virtù passiva, che confina con l'indifferenza e la sopportazione. Dopo tanti fallimenti delle nostre politiche di integrazione, questo equivoco dovrebbe essere eliminato. Ciò di cui abbiamo soprattutto bisogno non è la tolleranza così concepita, ma, l'ho detto più volte, il rispetto, che, a differenza della tolleranza, è una virtù attiva.

Ma il rispetto comincia da casa nostra.
Non possiamo chiedere rispetto, e nessuno ci rispetterà, se non cominciamo a rispettare noi stessi. Se, alla domanda: "sei tu ebreo e cristiano?", rispondiamo come Pietro, che rinnegò. O se, alla domanda: " credi nel valore della tua tradizione?", ci atteggiamo come Pilato…"

domenica, agosto 21, 2005

Colonia estiva /2

Ovvero: La Giornata Mondiale della “Nongioventù”

Come ognuno ben sa, la Giornata Mondiale della Gioventù si celebra - per volontà di Giovanni Paolo II - annualmente la domenica delle Palme: giorno in cui si commemora l’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme osannato –mai termine fu più appropriato!- dai “Pueri Hebraeorum, portantes ramos olivarum”. Poi ogni due o tre anni si svolge, in un punto del globo terraqueo, un incontro mondiale della gioventù cattolica presieduto dal papa.

In occasione dell’annuale giornata della gioventù, domenica delle Palme, è mia costumanza partecipare ad un incontro giovanile – finche dura la giovinezza! -, incontro che principia il venerdì pomeriggio per poi concludersi la domenica mattina in piazza San Pietro per partecipare alla messa con il papa.
Rincontrarsi è sempre una festa: ci si vede cresciuti, ci si racconta dell’anno passato, ma la sensazione che si prova è quella d’essersi lasciati solo pochi giorni prima. Di questo clima familiare rimangono piacevolmente colpiti i nuovi arrivati,che nel maggior numero dei casi vogliono ripetere l’esperienza l’anno successivo.

Nel primo incontro, oltre alla presentazione del tema della Giornata della Gioventù su cui il giovane uditorio è chiamato a meditare, si svolgono le presentazioni.
In una di queste occasioni è stato organizzato un “gioco di conoscenza”: il giovane uditorio è stato diviso in due gruppi; tutti hanno ricevuto un foglio con alcune domande cui bisognava velocemente rispondere per iscritto; i fogli, ben piegati, venivano inseriti in due differenti ceste.
Estratto poi un foglio dalla cesta del gruppo “A”, veniva letto ai membri del gruppo “B” che dovevano indovinare l’autore di quelle risposte, e viceversa il gruppo “B” doveva scovare il proprietario del foglietto appartenente al gruppo “A”.

Le domande erano circa dieci, fra cui:
In che città vorresti vivere?
Siviglia
: è stata la mia risposta.

Cosa fai la mattina quando ti guardi allo specchio?
Sbadiglio
.

Cosa c’è ad attenderti nella stanza superiore?
Spero un comodo letto
: io risposi avendo ben presente la planimetria del fabbricato, ed insensibile ad ogni mistica evocazione scritturistica del Cenacolo dell’ultima cena.

Ma dove ho dato il meglio di me stesso è stato rispondendo alla domanda: Qual è il tuo personaggio preferito?

Personaggio preferito è espressione che, nel mio personale vocabolario, definisce molto laicamente e banalmente un qualcuno realmente esistito o di pura fantasia cui, per qualche strano motivo, ci si sente legati: Carlomagno, Paperino, Re Artù , l’Ispettore Derrik o i Cramberries fa lo stesso.
Ebbene i miei giovani amici , alla domanda: chi è il tuo personaggio preferito, hanno risposto: “papa Giovanni Paolo II” o “Madre Teresa di Calcutta”.

Alcuni dotati di maggior inventiva hanno risposto: “Madre Teresa e Giovanni Paolo II”.
Figurarsi lo sconcerto generale quando su un foglietto alla domanda “Qual è il tuo personaggio preferito?” la risposta è stata:
Francesco Mandelli detto “il Non giovane”!

sabato, agosto 20, 2005

ADVERSUS HAERESES VII

"Mi ricordo ancora il giorno in cui il Papa andò alla Giornata Mondiale della Gioventù e disse:
Buongiorno a tutti.So bene che i miei predecessori vi hanno abituato alle adunate oceaniche ....."






Il commento è:
un uomo di vivo ingegno, già troppo noto per opuscoli condannati da tempo, Eybel, diede una nuova testimonianza del suo animo aggressivo contro Noi e questa Sede Apostolica: avendo avuto notizia del viaggio intrapreso da Noi per motivi religiosi, si affrettò a diffondere fra i compatrioti un libello con questo inverecondo titolo: Che cos’è il papa? Con esso intendeva ridurre quell’impegno ricco di pietà che l’arrivo di Noi aveva creato, e rendere il decoro della dignità pontificia odioso all’ordine sacerdotale, e spregevole al ceto popolare. Ma il misericordioso Iddio non consentì che egli realizzasse il suo spregevole voto, poiché fummo accolti con tanta solennità e partecipazione dei suoi connazionali, che egli aveva tentato di alienare da Noi, e con tanta considerazione e con tanti applausi di tutte le categorie che si rese manifesto che – quantunque senza alcun merito Nostro siamo stati innalzati per volontà della divina provvidenza al seggio di Pietro – tuttavia per divina decisione dello stesso Signore era stato provveduto a che l’indegnità del successore non pregiudicasse l’onore che è dovuto a Pietro.”

Colonia estiva

I giovani radunati a Colonia per la Giornata Mondiale della Gioventù, tra i vari gadgets a loro disposizione, hanno anche la possibilità di brindare con bottiglie di vino marchiate con il logo della GMG:ovviamente si tratta di un semplice ed umile vino della vigna del Signore!

sabato, agosto 13, 2005



Si parte per un week and a Pisa!

Letterature comparate

Sive:
Vos et ipse Harry Potter benedicimus!



Io - gran lodator de lodator d'Harry Potter - sottoscrivo l'acuta analisi del demone Berlicche.
Lodo la saga del maghetto inglese e ne apprezzo la vocazione educatrice dei pargoli, soprattutto dopo essermi trovato ad assistere ad una conversazione, decisamente snob, tra giovani cattolici seriamente impegnati fattivamente o idealmente in progetti per lo sviluppo dei paesi del terzo mondo, che si scagliavano - senza accorgersi d'essere schifosamente di parte - contro le saghe nordiche paganeggianti ed esaltando invece i racconti tipici delle culture tradizionali, tipo Kirikù e la strega Karabà, accalorandosi nel tratteggiarne una presunta essenza naturaliter cristiana.

Non sono certo i "magheggi" del piccolo Harry a distrarre i bimbi da un veritiero spirito religioso rivolto alla contenlazione del divino!
I bambini non hanno più alcun senso di appartenenza cristiana perche crescono succhiando il latte al seno di una società superficiale che prospera nell'era dopo Cristo, ma che vive come se Cristo non fosse mai esistito.

giovedì, agosto 11, 2005

"I blog d’estate sono un po’ come il mare d’inverno".
(ipse dixit)

I libri dello "spiritoso" cristiano



Ci sono libri come questo che è sempre bello donare in una gioiosa ricorrenza , non foss'altro per l'espressione sconcertata dell'omaggiata, che ignorando il sopraffino contenuto del tomo, si domanda dove finisca l'omaggio e dove possa principiare la beffa. Per non parlare poi degli astanti, fra i quali, qualcuno più disinibito degli altri, scuotendo mestamente il capo, si lascia sfuggire uno sconsolato:
"Ah,solo Francesco poteva scegliere un titolo del genere!"

martedì, agosto 09, 2005

Der Papst "Cciofane"



Accogliendo le suppliche di numerosi Pastori, il Sommo Pontefice ha disposto speciali indulgenze in occasione della XX Giornata Mondiale della Gioventù. La Penitenzieria Apostolica ha provveduto mediante il presente Decreto:

Ora nessuno potrà permettersi di sostenere che il Bavarian Papst, “Ccioiosamente” regnante, usi poca indulgenza nei confronti dei giovani!

lunedì, agosto 08, 2005

San Domenico

Contro la leggenda nera




"Fra Rodolfo di Faenza asciuga con un panno il volto del morente. È sera. Un attimo dopo Domenico mormora: “Cominciate!”. Allora tutti i frati presenti recitano insieme, dolcemente, il Credo, poi la preghiera per raccomandare l’anima. Anche Domenica prega, con le mani giunte protese verso il cielo. Ma le braccia cadono prima che la preghiera sia finita. Ha quarantasette o quarantotto anni.

Cinque mesi prima, per la precisione il 28 febbraio, suor Cecilia aveva ricevuto l’abito dalle sue mani, a Santa Maria in Tempulo. Aveva diciassette anni. Tra tutti quelli che conobbero il fondatore dell’ordine dei predicatori e che scrissero di lui, come Giordano di Sassonia, o che dettarono i loro ricordi, come lei e come tutti i testimoni del processo di canonizzazione, suor Cecilia è l’unica ad aver avuto la felice idea di lasciare un ritratto fisico dell’uomo che l’aveva arruolata nella vita religiosa:

Il beato Domenico aveva questo aspetto: era di media statura ed esile di corpo; aveva un bel viso e la carnagione un pochino rosea; i capelli e la barba tendevano al rosso; gli occhi erano belli. Sulla sua fronte e di tra le ciglia irradiava un certo splendore che a tutti ispirava rispetto e simpatia. Si mostrava sempre sereno e sorridente, tranne quando era addolorato per qualche angustia del prossimo. Aveva lunghe e belle mani e una voce forte e armoniosa. Non fu mai calvo, ma la corona dei suoi capelli era completa, cosparsa soltanto di qualche filo bianco.


EPILOGO...
Concependo la vita apostolica come unione strutturale di povertà e sapere, Domenico non aveva forse cercato, bene o male, di risolvere l’impossibile quadratura del cerchio?
Fatto sta che fondando il suo ordine dei predicatori aveva imposto, proprio mentre Francesco d’Assisi imponeva il suo, un modello religioso che doveva durare nei secoli, e che si può comprendere unicamente a condizione non soltanto di definire l’ideale stesso che l’aveva fondato, ma di collegarlo al contesto preciso che l’aveva visto nascere e svilupparsi.
È nato contro l’eresia. E un modo per dire che è nato dall’eresia.
Perché, al contrario di tanti altri che avevano cercato di combatterla, Domenico aveva ascoltato il messaggio dell’eresia. E l’aveva compreso."

(di Michel Roquebert)

domenica, agosto 07, 2005

Sive ergo Græci…



Unam Sanctam "
Per imperativo della fede noi siamo obbligati a credere ed a ritenere, che vi è una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica, e noi fermamente la crediamo e professiamo con semplicità…

...Dunque la Chiesa sola e unica ha un solo corpo, un solo capo, non due teste come se fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro, perché il Signore disse a Pietro: "Pasci le mie pecorelle". "Le mie", Egli disse, parlando in generale e non in particolare di queste o quelle, dal che si capisce, che gliele affidò tutte. Se dunque i Greci o altri dicono di non essere stati affidati a Pietro..."

(Data in Laterano, nell'ottavo anno del Nostro Pontificato.
BONIFACIUS PP VIII)

venerdì, agosto 05, 2005

Sancta Maria ad Nives



Roma nonostante i suoi ingombranti monumentoni secolari, ed il suo clima mite quasi tutto l’anno non è città in cui è indifferente il giorno (e l’ora) in cui tu turista ti piazzi ad ammirare Fori e fontane.
La città eterna offre in ogni stagione un aspetto peculiare, ti puoi trovare improvvisamente coinvolto nella commemorazione d’un evento particolare, legato alle antiche e moderne vicissitudini civili e religiose dell’Urbe. Ed in tali eventi gli apparentementi immutabili edifici storici, teatro di tali eventi acquistano una dimensione diversa, o meglio, riacquistano quella tensione osmotica con il popolo romano, e ti rendi conto solo in quegli attimi del perché d’una piazza o d’una scalinata; una facciata, una finestra ti appaiono, solo in quell’attimo ti fanno percepire distintamente il loro “vero” scopo scenografico.

Mi son sempre domandato con una certa ansietà se il turista che, stanco dopo una giornata ai Fori, tornando in albergo si trovi bloccata la strada causa processione papale del Corpus Domini o che entrato nel Pantheon la mattina di una domenica, 50 giorni dopo Pasqua, trovandosi investito da una pioggia di infuocati petali di rosa si renda conto del privilegio di aver non solo visto Roma ma di aver vissuto - lui individuo del ventunesimo secolo- dentro la storia di Roma.

Dopo anni che ci vivi sai dove e quando gustarti quelle piccole chicche. Sai quando è possibile entrare gratis ai Musei Vaticani; in quali giorni è aperto al pubblico Montecitorio, a che ora è il cambio della guardia al Quirinale e che solo 3 (o 4?) volte l’anno viene fatto dai Corazzieri a cavallo etc…

Per la mia indole di barocco devoto delle reliquie, la Roma cristiana mi dona il particolare gusto di poter visitare quei luoghi legati alla vita dei santi, nonché alle testimonianze del successivo sbizzarrirsi del loro culto agiografico.Le devote “Case dei santi”, nel maggior numero dei casi visitabili solo in occasione della festa del tal santo, sono spesso luoghi che commuovono per la semplicità o stupiscono per la pompa fuori luogo.
Tra tutti questi posti il "più unico" è l’invisibile Monastero di santa Francesca Romana in via del Teatro Marcello: che più al centro di Roma non si può, proprio in faccia al Campidoglio. Solo il giorno 9 e le successive domeniche di marzo sono visibili i meravigliosi affreschi quattrocenteschi che custodisce.Vale la pena catapultarsi a Roma il 9 marzo solo per questo!

Una delle mie gioie maggiori è quella di poter far scoprire queste e tant’altre chicche agli amici che “in quei giorni”casualmente si trovassero a bighellonare per l’Urbe.
La “nevicata” in Santa Maria Maggiore, a ricordo della prodigiosa genesi edilizia di una delle chiese più belle del mondo, è una di queste occasioni. E dico nevicata “IN” S.Maria Maggiore perché quella pisciatina di neve artificiale che viene spruzzata davanti al sagrato della basilica la sera del 5 agosto, in nulla può competere con la poesia,il senso del fiabesco e con il gioioso stupore che provocano nello spettatore ( visto il contesto sarebbe meglio dire: fedele!) il miracolo dei bianchi petali di giglio che piovono dal rinascimentale soffitto a cassettoni, e che danzando al suono della musica sacra, cadono sofficemente davanti all’altare maggiore durante il canto del Gloria nel solenne pontificale del mattino, e durante il canto del Magnificat durante i secondi vespri della solennità della dedicazione di quell’insigne scrigno di fede e di arte che nei secoli è stata soprattutto nota come la basilica di Santa Maria della neve.

giovedì, agosto 04, 2005

visioni private

Ovvero:MOONLIGHT MILE



Questo è un film che ho rivisto volentieri stasera in tv.
Sono rimasto davanti al piccolo schermo buono buono, a riguardarmelo.
Uno di quei film forse di seconda categoria, forse riusciti male: uno di quei film -insomma!- che tocca di andarlo a vedere al cinema da solo.

mercoledì, agosto 03, 2005

l'Amor che move il sole e l'altre stelle

Ovvero: Venne il giorno in cui mi spiegarono che ho Venere in Leone!



Il Sole di nascita in Leone ti rende una persona attiva, estremamente generosa e altruista, a volte un po' egocentrica. Sei un ottimo amico e un compagno affidabile.Ti piace essere al centro dell'attenzione, anche se a volte preferiresti essere invisibile per poter studiare meglio la situazione senza dover continuamente rimanere sulle difensive. L'apparente sicurezza, infatti, deve fare i conti con una sensibilità fortissima, che tenti di nascondere.

L'Ascendente in cuspide tra Gemelli e Cancro conferma questa tendenza: a una spiccata verve e senso dell'umorismo, nonchè a un' intelligenza vivissima e spietata, tipiche del Gemelli, fa da contrappeso una dolcezza insospettata, ben nascosta fra le pieghe del sarcasmo. E al lato cancerino si deve la tua personalissima e acuta visione del mondo.

La Luna in Scorpione accentua la sensibilità, che diventa quasi preveggenza: riesci a sentire le situazioni e le persone, anche se non sempre segui questi sottili canali di conoscenza, perchè l'aspetto razionale in te è molto forte. A volte ti incupisci all'improvviso, apparentemente senza motivo: sono i momenti in cui ti guardi dentro e tenti di fare un bilancio, cosa che ti risulta sgradita perchè preferisci sempre guardare avanti anzichè fermarti per tirare le somme.

Venere in Leone indica da un lato l'esigenza di un rapporto sentimentale esclusivo e totalizzante, di quelli che durano una vita, e dall'altro le caratteristiche della donna giusta: una leonessa che sappia difendere il vostro amore da tutti i pericoli, e che sappia cullare le tue malinconie con una buona dose di dolcezza. Ciò che cerchi in una relazione è essenzialmente stabilità: la tua quinta casa, quella che presiede alla famiglia, si trova infatti in Vergine, segno della razionalità e della concretezza. A conferma di tutto ciò, anche il Nodo Lunare e la Luna Nera si trovano in Vergine: non hai grilli per la testa, anche se a volte indugi troppo nella riflessione, cosa che ti risulta particolarmente congeniale. Sei una persona che pensa molto, che riflette su tutto, e questo è un punto di forza del tuo carattere, ma non devi eccedere.

martedì, agosto 02, 2005