giovedì, aprile 01, 2010

Giovedì Santo [6]


Adoriamo Gesu Cristo che ci fa il dono di tutto il suo sangue sino all'ultima goccia, ringraziamolo di questo dono prezioso che produce frutti di vita eterna, e chiediamogli la grazia di poter corrispondere a tanto amore.

I. Riconoscenza dovuta a Gesu Cristo pel dono che ci ha fatto del suo sangue.
— Se un uomo donasse ad un altro tutta la sua fortuna, sarebbe molto certamente, tanto piu se si trattasse di una fortuna considerevole; ma che dire se gli donasse lo stesso suo sangue, versandolo per lui completamente? Sarebbe questo certamente l'amore portato all'ultimo limite! E questo appunto che ha fatto Gesu Cristo per noi, e notiamo:
1° Il valore di questo sangue: Esso supera infinitamente il valore di ogni altro sangue umano; perche è il sangue di un Dio in virtu dell'unione ipostatica, e quindi di un valore infinito.
— Questo sangue; Dio medesimo I'offre in ogni sacrifizio alla divina giustizia, per convertirla in misericordia verso di noi; e la dignità di un Dio Sacerdote, offrendo il sangue di un Dio vittima, gli comunica un nuovo valore infinito.

— 2° I meravigliosi effetti di questo sangue.
Estingue il fuoco della collera divina eccitata dai nostri delitti. E' l'ostia di espiazione pei nostri peccati; è il prezzo del nostro riscatto; è il bagno che purifica la nostra coscienza; è il sigillo della pace tra il cielo e la terra. Ci apre il cielo e chiude la terra sotto i nostri piedi, e lungi dal gridare vendetta come il sangue di Abele, ogni goccia di esso grida misericordia.
Dobbiamo in terzo luogo notare che questo sangue di sì alto prezzo ci e stato dato non già da una mano avara, ma con una generositi incomparabile. Mentre infatti una sola goccia sarebbe bastata a scancellare i peccati di mille mondi, Gesu Cristo lo dà tutto intiero, e lo dà per la salvezza di quei medesimi, che egli prevedeva se ne sarebbero dimostrati tanto indegni, e lo dà non una, ma milioni di volte.
Comincia a versarlo otto giorni dopo la sua nascita sotto il coltello della circoncisione; lo sparge nel Giardino degni Olivi, ove in un sudore ne innonda la terra, lo sparge nella flagellazione, nella coronazione di spine, nella crocifissione, nell'apertura del sacro costato; tutti i giorni l'offre nel santo sacrifizio su tutta la superficie del globo, e ce lo dà a bere per mezzo della Comunione; lo conserva in tutti i Tabernacoli del mondo, donde questo sangue dimanda continuamente al Padre grazia per noi e finalmente ce ne applica i meriti nei Sacramenti, che sono come tanti canali pei quali questo sangue adorabile si comunica alle anime.
Ora quale riconoscenza non dobbiamo al Salvatore per questa prodigalità del suo sangue a pro di noi poveri peccatori?


II. Conseguenze pratiche che derivano per noi da queste considerazioni.
— 1° Bisogna innanzi tutto avere una grande generosità nel servizio di Gesu Cristo. Mentre un Dio ci dà il suo sangue, saremo noi cosi ingrati da negargli il sacrifizio della nostra volontà, de' nostri atti, del nostro piacere?
Quando si ha nel petto il sangue di Gesu Cristo, quando si appartiene ad un cosi grande, nobile, divino sangue, bisogna averne altresì lo spirito generoso ed i sentimenti elevati e nobili che sorgono dal sacrifizio.
— 2° Bisogna onorare questo sangue con l'assistenza devota e frequente al santo Sacrifizio, con la frequenza de' Sacramenti, con la corrispondenza alle grazie interiori ed esteriori, che sono il frutto di questo sangue, con l'offerta spesso reiterata delle nostre azioni, del nostro cuore, in segno di riconoscenza.
— 3° Dobbiamo avere una confidenza senza limiti nei meriti di questo sangue divino. Che manchino di questa confidenza quelli che non conoscono il prezzo del sangue del Salvatore, è cosa fino ad un certo punto scusabile; ma quando si sa per fede che Gesu Cristo ha lasciato a nostra disposizione tutti i meriti del suo sangue, che ci ha dato facoltà di farli nostri mediante la preghiera, i Sacramenti e il sacrifizio, il non avere confidenza in essi, a mancanza inescusabile. Col crocifisso in mano giammai il coraggio ci dovrebbe mancare.

E' vero, o Gesu, io non posso dire: Sono innocente del Sangue di questo giusto, poiche il mio peccato ha tradito questo sangue innocente, ma diro con altro spirito che non sia quello de' Giudei: "Che il tuo sangue ricada su di me": si ricada su di me questo sangue divino per lavare le mie iniquità e preservarmi dall'angelo esterminatore, come il sangue dell'agnello pasquale cosparso sulle porte delle case del popolo antico.
Ma intanto sono io zelante a raccogliere questi frutti dalla passione del Salvatore?

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