mercoledì, agosto 25, 2004

ADVERSUS HAERESES

Me ne stavo bel bello sintonizzato su rai1 per l’Angelus del Papa che, come ognun sa, è incastonato nella piccola e fragile trasmissione A SUA IMMAGINE. Il giovane e fervente presentatore, dopo averci dato notizia dei postumi del pellegrinaggio papale a Lourdes e dei prodromi del Meating di Rimini, annunzia il ritrovamento della presunta grotta dove San Giovanni Battista battezzava.

Mi sono molto stupito che a questa sensazionale notizia non abbia aggiunto quella della prossima uscita del film su Stursky ed Hutch, dato che la pregnanza religiosa dei due eventi è praticamente identica!

Il fatto mi era noto per averne letto sui giornali dopo Ferragosto, e che quindi alcuni giorni fossero stati sufficienti per far capire che si tratta di una mezza bufala.

Shimon Gibson, archeologo britannico-israeliano, è invitato a dare un’occhiata ad una grotta sepolta in un kibbutz vicino Gerusalemme.Trovando traccia di pitture murali, fiuta che si tratta di sito archeologicamente rilevante, riuscendo ad ottenere finanziamenti dall’università del North Carolina per una campagna di scavi come Dio comanda.

L’edificio sotterraneo dalle dimensioni notevoli, 24 metri per 3,5, ha una scala in pietra che consente di scendere sul fondo.La costruzione risale a molti secoli prima di Cristo (non vorrei dire eresie, ma sembrerebbe una cisterna per l’acqua piovana); intorno all’era volgare è stata adibita al rito battesimale: tipico rito del giudaismo (sembrerà strano, ma è così).Poi nel V secolo si muta in luogo di culto cristiano, come testimoniano gli affreschi con storie del Battista.

Il fondo della grotta è pieno <<di utensili e pietre lavorate per il culto battista>> riportano i giornalisti, con pressappochismo.Ma << per il culto battista>>, significa “per il rito del battesimo”? O vuol dire “per il culto a san Giovanni Battista”?

Gibson su questo è salomonico. Le stratificazioni storiche vengono sommate; inscindibilmente unite da un rapporto biunivoco, in base al principio scientifico noto come: “e cheste va pe chelle”.

Niente di strano che il “battistero ebraico” venne trasformato in battistero cristiano. L’interdipendenza non può essere però altrettanto allegramente retroattiva. Le pitture bizantine non sono istantanee lì scattate a Giovanni il Battezzatore!

L’archeologo dichiara giulivo di augurarsi che la grotta torni ad essere meta di pellegrinaggi.

Poveri ebrei del kibbutz! Invasi da orde di crociati!

<<Fino ad oggi i pellegrini hanno potuto visitare soltanto 2 chiese dedicate al Santo nelle vicinanze>>

Dove sta l’inghippo? “Nelle vicinanze” si trova Ein Karim, cittadina che per antichissima tradizione viene identificato come patria del Battista. E se le pitture della grotta fossero solo la testimonianza della devozione verso il santo patrono di quel territorio?

<<Questa potrebbe essere la grotta dei primi anni della vita di Giovanni, il luogo dove si rinchiuse inizialmente per vivere da eremita e il posto dove praticò i primi battesimi>>

Affascinante teoria.

Dunque.

Il nostro Giovannino, già da piccolo, si era messo in testa di intraprendere la carriera di battezzatore. Forse a fargli venire questa idea bislacca fu quel suo famoso cuginetto, durante quelle centinaia di “sacre conversazioni” immortalate da tutti i pittori rinascimentali.

Zaccaria ed Elisabetta concessero all’estroso teenager questo scantinato dove potersi allenare nelle varie tecniche battesimali allora conosciute, e dove si esibiva per amici e parenti, nell’attesa di poter calcare, un giorno, le scene del fiume Giordano: il Teatro alla Scala dei battezzatori.

Affascinante teoria.

Fatto salvo il diritto dei bizantini di affrescare ciò che più gradivano;Shimon Gibson deve aver saltato qualche lezione di storia dell’Ebraismo.

Dovrebbe sapere che il battesimo era una diffusa pratica penitenziale ebraica, che doveva svolgersi secondo norme e in luoghi a ciò specificatamente predisposti, come la grotta appena scoperta testimonia.

Il motivo per cui il nostro Giovanni è divenuto per antonomasia IL battezzatore è proprio in opposizione al battesimo amministrato in quelle vasche appositamente scavate.In nome di una conversione profonda e non formalistica va a battezzare là dove Dio stesso ha posto il luogo delle acque.

Il Giordano che solca tutta la nazione è l’immensa vasca che indica la necessita di una rigenerazione collettiva.

Per questo motivo dubito che il Battista ricevesse anche privatamente.

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