venerdì, novembre 11, 2005

Amicus Plato sed Magis Amica Santippe, III

Ci sono spettacoli teatrali che si va a vedere per pura "devozione".
Mi son detto che non dovevo farmi scappare l'occasione, ed il privilegio, d'applaudire Franca Valeri...prima che muoia.

Ovvero:
«LA VEDOVA SOCRATE»

«Ci teneva molto a essere accolto bene di là, con tutte le raccomandazioni degli dei, ne parlava sempre qui e fuori con tutti questi ragazzi, non so lo scopo quale era, ma discutevano proprio di questa cosa. Sembrava che il corpo desse una gran noia a tutti perché la nostra parte buona è l’anima, perché più che altro non si vede. E per lui era un vantaggio: bello non era.
Ad Alcibiade non gli andava giù… lui sul corpo ci contava molto.
In quel libraccio di Platone che è andato a ruba su quella famosa serata di quel simposio… fra parentesi, si è mai sentito che delle donne fanno un pranzo solo per parlare dell’amore? Ecco… i filosofi sì… Ho qui quello schifo di libretto… Me l’ha dato un cliente… una vergogna quando l’ho letto… non l’ho neanche finito… poi l’ho nascosto…

…mi ha preso una botta di furore quando ho aperto e leggo… ecco qui… che un certo Aristodemo… mi pare, se non mi sbaglio… ma è difficile… che so chi è… raccontava di aver incontrato Socrate… testuale… «ben lavato e con i sandali ai piedi, il che gli avveniva di rado». Guarda che figura mi ha fatto fare, che so solo io la fatica per fargli fare un bagno… mi si sarà lavato di nascosto mentre ero fuori… chissà nel bagno di chi… mentre io devo sopportarlo anche a tavola e peggio a letto con quei piedi sporchi che mi lascia sempre impronte dappertutto… e poi dice: «Gli chiesi dove andasse fattosi così bello…», figuriamoci, si fa prendere in giro… «Quello…» (hai capito che insolente «Quello»! Socrate…) … «Quello rispose: “A cena da Agatone”» Figurati che cena…bevono e mangeranno un po’ di frutta… Adesso vi leggo qui, più avanti, salto tutti i discorsi che avrebbero fatto… cose che le sento anche in casa…
ecco, qui sono arrossita da sola mentre leggevo, non credevo ai miei occhi… ecco qua: «Non molto tempo dopo udirono la voce di Alcibiade (il generale) dal cortile, era completamente ubriaco e gridava forte, domandando dove fosse Agatone e pretendendo che lo si conducesse da lui…».
Lui pare che fosse geloso da morire di questo Agatone perché mio marito se ne occupava un po’, credo più che altro per rischiarargli un po’ le idee perché è uno di quei belli stupidi come le oche… cose che sento dire, non mi interessano più di tanto…
«Sorreggendolo dunque la flautista…»
sarà qualche troietta… femmina? Strano, non ne girano di donne in quei pranzi…
«E alcuni altri del suo seguito, lo condussero dai presenti» -attenti bene- «e lui si fermò sulla porta, cinto da una fitta corona di edera e di violette con una gran quantità di nastri sul capo…»
Queste sono cattiverie di quella serpe di Platone… si può dire di tutto, anzi, ma c’è un limite… quello è un militare, un generale… per quanto gay le sue battaglie se l’è fatte… le ha anche prese… forse si era presentato sul capo con qualche addobbo floreale… e non è finita…
«Lui venne avanti soggetti da quegli uomini (appunto, uomini) togliendosi i nastri per inghirlandare Agatone eccetera. eccetera… si pose in mezzo fra socrate e lui… abbracciò Agatone e gli pose le ghirlande…»
Ditemi voi se è possibile mettere in piazza di queste porcherie… metti che ci sia del vero… è il caso di farlo sapere a tutti?… un generale, che figura ci fanno le nostre gorze armate…
resti fra noi…
un giorno mi è piombato in casa tutto agitato… sembrava che mi volesse picchiare «Perché Socrate non mi vuole più? Mi preferisce quello stupido ragazzo… mi aiuti lei… dica una buona parola…»
Mi dicevo fra me… non lo sfiora l’idea che sono la moglie… la dignità sotto la pianta dei piedi proprio… l’ho buttata un po’ sul ridere per vincere l’imbarazzo… «Sa perché con me ha resistito tanto tempo? Perché sono bionda…» nota che lui è nero. Ha pianto. L’ho tenuto a cena perché era in uno stato da non farsi vedere in giro. «Non ho fame, non ho fame» e poi si è mangiato tutto… avevo fatto delle polpettine di pecorina vergine con l’uva nera che sono una squisitezza…»


...«So che mio marito aveva una gran devozione per Eros che io ho sempre considerato un dio minore e in casa mia non vedrete mai oggetti di devozione per lui o per la sua signora madre. È strano che anche mio marito giustificasse tutte queste storie di sesso come amore del bello.
Come vedete non è il mio punto di vista, che ho sposato lui che era brutto come un satiro e le cose belle le ho preferite in oggetti da vendere che non in ragazzi da mantenere.
Mi chiedi Elocula cosa ho avuto da lui per considerare la mia vita soddisfacente? Una preziosa vedovanza.
La giovinezza come sapete è breve e, poiché non ho motivo né probabilità di degustare della cicuta, ritengo di potermi godere a lungo questo privilegio.
La morte del marito è un così grande dolore che nessuna donna ci rinuncerebbe »

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