MARIA NEL FOLCLORE ARABO-PALESTINESE
(di EUGENIO PIO ZOLLI; "Da Eva a Maria", 1953)
Della flora purpurea palestinese fa parte l'elicriso sanguigno, di cui Virgilio si adornava per sfuggire alle male arti altrui. Questo fiore viene chiamato dagli arabi "Sangue di gazzella": nell'Oriente, come pure nel Cantico dei Cantici, la gazzella è legata alla simbologia dell'amore.
La correlazione tra le divinità e i fiori è quanto mai antica e diffusa. Ed è così che si spiega il rapporto tra tra la Vergine "el-Adra" (el àsdra, s dolce) e le rose.
La rosa richiama alla mente la "Rosa mystica".
Anche altri fiori, tra cui la Salvia trilobata, sono legati a Maria. Tale fiore viene detto, nelle province meridionali della Palestina, "Mirpmije". Tale pianta è dotata di qualità mediche.
A Gerusalemme si celebra il 15 del mese di 'Ab (Agosto) la festa del "transito della Nostra Signora Maria".
Ecco come si svolge la celebrazione.
Nella notte del dodici, alle ore tre, dopo un digiuno di 14 giorni, la Sacra Immagine viene trasportata al Convento di Maria alla Sua tomba nella valle del Cedron, dove rimane fino alle ore nove mattutine del 13.
Un catafalco con baldacchino viene posto tra la tomba e l'altare. Su di esso viene posta l'Immagine che si riflette in due placche di latta lucida poste ai fianchi di essa. I visitataori, uomini donne e bambini, baciano l'Immagine da una parte e poi, dopo esser passati curvi sotto di essa, rinnovano il loro omaggio dall'altra parte, vicino all'Immagine.
Il patriarca greco celebra il mattino del 14 il funerale.
Nel giorno precedente vengono erette delle tende per il patriarca, l'orchestra militare e per i visitatori. La calca di gente si muove alla luce dei lampionio accesi. I cibi che vengono consumati sono modesti e constano per lo più di sostanze vegetali.
La festa gaia viene celebrata il 15 del mese.
In tale giorno si usa presso gli Armeni di portare in chiesa uova e fichi per la benedizione, frutta che era matura già da una quindicina di giorni ma che viene ammessa alla tavola soltanto dalla festa in poi.
Il Dalman * trova un nesso tra l'antica festa ebraica del 15 di 'Ab con le danze nelle vigne, a cui si davano le vergini di Gerusalemme in quella occasione. Nelle vigne e nei giardini fruttiferi danzavano le vergini biancovestite cantando:
"Oh, giovane, alza gli occhi e guarda a quanto stati per scegliere! Non tenere conto della bellezza, guarda se la famiglia è buona! l'avvenenza inganna, un attimo dura la bellezza, una donna che teme Iddio è degna di lode! "
Si tratta quindi di una festa di vergini, di frutte fragranti, d'amore. Tutto ciò in unione alla Festa in onore di Maria.
Tornano alla mente le rime di Guittone d'Arezzo:
Ora vegna a la danza,
e con baldanza - danzi a tutte l'ore
che spera in voi, Amore
e di cui lo cor meo disia amanza.
Oh, quanto è dilettoso esto danzare
in voi laudare, - Beata Maria!
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