
Leggo l'intervista, rilasciata al Messaggero dal porporato ganese il giorno dopo l'annunzio dell'abdicazione pontificia, e tra le righe capisco che nè Turkson nè gran parte dei porporati, presenti al concistoro dell'11 mattina, capiscono bene il latino (o non lo capiscono per nente!). Dice serafico Turkson: "lì per lì non abbiamo tutti inteso perfettamente per via del latino! (sic!) ... "Tra l’altro da come Benedetto XVI ha letto la declaratio latina sembrava un momento tranquillo, non c’era tensione in lui, nè drammaticità nella sua voce. Leggeva come sempre. Con un tono di voce fermo, chiaro e pacato. Dopo abbiamo realizzato cosa stava annunciando" e cioè quando ha preso la parola Sodano.
In molti vedendo le immagini televisive si sono accorti che l'unico prelato che sgranava gli occhi sbigottito, dando così l'impressione di comprendere il contenuto del sermo papalis era mons. elemosiniere Guido Pozzo evidentemente l'unico forse che lì dentro capiva di latinorum, essendo stato segretario della pontificia commissione Ecclesia Dei per il dialogo con i lefebvriani.
E in questi frangenti sorge lecito il chiedere a che pro rinnovare una pontificia accademia di Latinità, perchè mai continuare a voler esprimersi nella lingua di Cicerone se nemmeno in quelle rare e solenni occasioni, l'uditorio più aduso alla comprendere del latino lo ignora bellamente? Proprio allora si prende coscienza dello jato (ultimamente non più colmato) tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere e si può ben giustificare il furore di un Pietrangelo Buttafuoco che in una intervista dai toni esageratamente apocalittici, però, afferma sacrosantamente: "È l'eterno che deve interessare alla Chiesa. Il fatto che quando il Papa pronunciava la sua rinuncia non ci fosse chi riusciva a capire che cosa stesse accadendo provoca turbamento. Non si tratta di folclore, ma dell'urgenza di ravvivare il fuoco del rito".
In molti vedendo le immagini televisive si sono accorti che l'unico prelato che sgranava gli occhi sbigottito, dando così l'impressione di comprendere il contenuto del sermo papalis era mons. elemosiniere Guido Pozzo evidentemente l'unico forse che lì dentro capiva di latinorum, essendo stato segretario della pontificia commissione Ecclesia Dei per il dialogo con i lefebvriani.
E in questi frangenti sorge lecito il chiedere a che pro rinnovare una pontificia accademia di Latinità, perchè mai continuare a voler esprimersi nella lingua di Cicerone se nemmeno in quelle rare e solenni occasioni, l'uditorio più aduso alla comprendere del latino lo ignora bellamente? Proprio allora si prende coscienza dello jato (ultimamente non più colmato) tra ciò che è e ciò che dovrebbe essere e si può ben giustificare il furore di un Pietrangelo Buttafuoco che in una intervista dai toni esageratamente apocalittici, però, afferma sacrosantamente: "È l'eterno che deve interessare alla Chiesa. Il fatto che quando il Papa pronunciava la sua rinuncia non ci fosse chi riusciva a capire che cosa stesse accadendo provoca turbamento. Non si tratta di folclore, ma dell'urgenza di ravvivare il fuoco del rito".
1 commento:
INNAZITUTTO BEN TORNATO !
Beh personalmente
"vires meas ingravescente aetate"
mi avrebbe messo sull'avviso...
ma non cogliere
"Conclave ad eligendum novum Summum Pontificem ...convocandum esse"
vuol dire che pensavano a tutt'altro....
ulteriori complimenti alla giornalista dell' ANSA che capì immediatamente !
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