-…per Cristo nostro Signore
-Amen!
-Prima di darvi la benedizione finale, volevo fare una riflessione sul valore della democrazia, prendendo spunto dalla figura di san Roberto Bellarmino, che abbiamo celebrato…
Il sacerdote sorride e allarga le braccia ammantate di bianco.
-…E’ una storia che può intreressare quelli di voi che parlano inglese.
La prende alla lontana. Ah!Se la prende alla lontana!
-So che ci sono persone di madre lingua inglese!
Una volta, noi gesuiti, a 14 anni si completava la formazione
classica. Gli studenti della Compagnia di Gesù –la Compagnia d’una volta!- traducevano dal greco al latino e dal latino in greco: era questa la base per acquisire il sapere… Oggi abbiamo difficoltà a tradurre dal friulano all’italiano!
Sorridono i rari giovani seminaristi, dandomi la netta impressione che si tratti di una frecciatina ben mirata a qualcuno di loro.
-All’epoca di Bellarmino; il re d’Inghilterra, Giacomo I, era un uomo intelligente, e che credendosi più intelligente degli altri scrisse un libro, intitolato “Basilikon Doron”(Che in greco significa “dono regale”), per l’educazione del figlio Carlo: il futuro re CarloI.
In questo libro si sosteneva che il re riceve il suo potere direttamente da Dio; che il re sta al di sopra della legge e che le sue decisioni devono essere accettate come volontà di Dio.
San Roberto Bellarmino rispose con il “Hieratikon Doron”. Il “dono del vescovo”, con cui gli replicò che Dio concede il potere al popolo che poi trasferisce l’autorità a chi ritiene degno di essere re. Rammentando così al re, e… a chi crede di essere un re(!), che il potere è del popolo!
Il Signore sia con voi.
Il gesuita sembra soddisfatto del sermoncino ed impartisce l’agognata benedizione.
-La Messa è finita. Andate in pace.
Avvolto nei candidi paramenti sacri, scende dall’altare e passando accanto ai banchi degli americani dice sornione:
-E quindi ricordatevi di votare bene quando ci sono le elezioni!
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