venerdì, settembre 17, 2004

TOMUS AD LANFRANCUM


Innanzi tutto mi scuso per l’estremo ritardo con cui “non” rispondo alle tue due domandine !

Ti sono molto grato per la considerazione di cui mi hai fatto oggetto con il pormi i due quesiti, ma la fiducia è stata purtroppo mal riposta.

Se devo essere sincero, sono rimasto sorpreso, più che altro, dal‘tono’della domanda. Chi, come me, aderisce alla fede cattolica per ragioni esistenziali, trova molta distanza psicologica da quei credenti che (con le migliori intenzioni!) vogliono dimostrare l’esistenza di “Divini Decreti” attraverso procedimenti sillogistici.Questa è la sfumatura che mi è sembrato di cogliere.

«Le deduzioni non hanno potere di persuasione. Solitamente non si raggiunge il cuore attraverso la ragione, ma attraverso l’immaginazione, per mezzo di impressioni dirette, per la testimonianza di fatti ed eventi, mediante la storia, mediante la descrizione.

Ci influenzano le persone, ci commuovono le voci, siamo sottomessi dagli sguardi, prendiamo coraggio da certe azioni. Più di un uomo è disposto a morire per un dogma; nessuno affronterà il martirio per una conclusione.Una conclusione non è altro che un’opinione; non è una cosa che è (…)

Nessuno, dico, morirà per le proprie speculazioni; si muore per una realtà.(…)

Per la massa la logica non è che una misera retorica; bisognerebbe riuscire a sparare un colpo ad angolo retto prima di sperare di convertire qualcuno con un sillogismo.

Dite agli uomini di ottenere l’idea di un Creatore dalle sue opere e se cercheranno di farlo (cosa che nessuno fa) saranno disorientati e sfiancati dal labirinto che essi stessi stanno tracciando. Le loro menti saranno ingorgate e rimpinzate dalle operazioni logiche. I logici sono molto più impegnati a concludere correttamente che a trovare conclusioni giuste. » ( Cardinale J.H.Newman)

Ho cercato tra i miei tomi delle argomentazioni, ma la mia preparazione non giunge così in alto: soprattutto il primo quesito è oltremodo teologico.

L’uomo sarebbe lo stesso peccatore se non esistesse Satana?

La risposta richiederebbe un tecnico della materia, essendo smaccatamente una disquisizione scolastica.

A dispetto di ciò che generalmente si creda, la Chiesa in 2000 anni ha proclamato pochi dogmi, ed il Peccato Originale è uno di queste poche Verità di Fede.

Il peccato originale Non può essere dedotto da un procedimento logico-aristotelico, ma la sua verità è esistenzialmente evidente nel concreto di ogni individuo.

Potrei amorevolmente disquisire della Colpa Originaria e dilettarti con i decreti tridentini sull’argomento. Invece, il discutere di ciò che “sarebbe se non fosse…” non è francamente nelle mie corde: la mia impostazione è storica.

La mia stessa adesione alla fede cattolica si è sempre accompagnata a riflessioni sulle ripercussioni fattive dei divini Misteri.Poiché oltre le riflessioni intellettuali, «La verità della dottrina cristiana è dimostrata pure dalla Santità eminente di tanti che la professarono e la professano» (Catechismo Maggiore di S.PioX)

Un punto su cui i cristiani sono stati sempre d’accordo, è che “Dio ha creato l’uomo per l’immortalità… Ma la morte (punizione per la colpa!) è entrata nel mondo per invidia del diavolo” Sap2,23-24.

I Padri del deserto hanno tratto dal raccontino del Genesi, un assunto basilare della morale cristiana: la tua personale spinta al male, non è veramente tua (quindi non è peccato).Si è insinuata dall’esterno per venire ad ottenere l’adesione della tua volontà.

Quindi senza lo zampino di satanasso l’uomo sarebbe vissuto eternamente beato?

Or dunque: essendo il Peccato Originale un peccato di Superbia; probabilisticamente è possibile che prima o –molto- poi un uomo perfettissimo e santissimo – quale era in realtà Adamo- si ribellasse ai limiti imposti della propria condizione di creatura. (=il non mangiare dell’albero!).

Questa è la mia personalissima fallace opinione, che non si appoggia su auctoritates teologiche di sorta.

La seconda domandina esula dal recinto della fede cristiana, per rientrare nel campo del Teismo e della riflessione filosofica.

In tale campo credo che l’unica strada per “dimostrare” un rapporto tra Dio e il mondo, sia attraverso un procedimento analogico.

Su tale argomento spero di avere il tempo di sfornare quanto prima uno sfizioso Sillabo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Gentile Francesco,

Ti ho risposto sul mio blog. Spero che potremo portare avanti questo fecondo scambio di opinioni.. se vorrai e ne avrai tempo.

un abbraccio
Lanfranco