“Tiengo gana de ablar” della “muy grande” manifestazione di ispirazione cattolica che ha solcato le strade di Madrid sabato 18 giugno 2005.
Vorrei plaudire alla volontà di fare una battaglia culturale a difesa del matrimonio naturale.Non crociate contro qualcuno, ma il dovere di difendere l’intangibilità del significato antropologico proprio della cellula base della società umana.
Se posso esprimere un parere, sul raduno di un milione e mezzo di spagnoli nelle piazze di Madrid, per me è stato un mezzo fallimento.
Non tanto perché è stata fatta passare come manifestazione omofoba. Non perché l’opposizione parlamentare ha appoggiato l’iniziativa del “forum spagnolo della famiglia” in ordine sparso.
Nemmeno perché il Partido Popular ha ormai misconosciuto l’originaria ispirazione cattolica per paura di non essere considerato “la casa dei moderati”.
Questo mio parere si fonda sul procedere in ordine sparso dell’episcopato cattolico, dando il fianco così a coloro che ridimensionano il tutto ad un gretto scontro (= giochetto) dell’opposizione in vista di prossime elezioni “regionali”, o di un capriccio irrazionale dei clericali bigotti e oscurantisi contro gli zapateriani illuministi!
La mancanza di unanimità della conferenza episcopale trasformerà una manifestazione a difesa dell’accezione tradizionale di famiglia, concezione non solo cattolica ma laicamente condivisibilissima, in un alterco da sacrestia. Cioè un evento senza alcun spessore culturale.
Uno sforzo per formare in un popolo di cattolici “per sentimento” una coscienza critica sul significato e sulle conseguenze del desarroyo culturale zapateriano, verrà definito: ingerenza clericale, ghettizzato come posizione, oscurantista, antistorica e nemmeno troppo “Katholica” nel senso letterale di “universale”, dato che molti insigni prelati non hanno benedetto tale manifestazione.
Si dirà, per bocca dei cattolici “democratici” che ci sono in Spagna dei vescovi “adulti” che non si sono schierati con quella piccola, minoritaria feccia oscurantista degli eredi di Torquemada.
Di questo “tiengo gana”, o meglio, ne avrei avuto “gana” di scrivere ma non posso, perché in questi giorni sono continuamente assillato dalla presenza in casa di una “figura parentale”: come asetticamente si deve dire nell’Era Zapatero.
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