giovedì, marzo 20, 2008

Giovedì Santo [4]



[La nona rivelazione è circa il gaudio, etc; dei tre cieli e dell'infinito amore di Cristo nel suo desiderare ogni giorno di soffrire per noi, se potesse, anche se non è necessario]


«Allora il nostro buon Signore mi domandò: "Sei contenta che io abbia sofferto per te?".
Io dissi: "Si, Buon Signore, e ti ringrazio moltissimo; si buon Signore possa tu essere benedetto".
Allora disse Gesù, il nostro buon Signore:" Se tu sei appagata, io sono contento. l'aver sofferto la Passione per te è per me una gioia, una felicità, un gaudio eterno, e se potessi soffrire di più lo farei".

In questo stato d'animo il mio spirito fu sollevato al cielo, e là io vidi tre cieli: e a quella vista fui grandemente stupita e pensai: "Vedo tre cieli e tutti e tre appartengono alla benedetta umanità di Cristo. E nessuno è maggiore dell'altro, nessuno è minore, nessuno è più alto, nessuno più basso, ma tutti sono uguali quanto a gioia".
Come primo cielo Cristo mi mostrò suo Padre, non in una immagine corporea ma nelle sue proprietà e nel suo operare". Questo vuol dire che io vidi in Cristo ciò che il Padre è.
L'opera del Padre è questa: Egli ricompensa suo Figlio Gesù Cristo. Questo dono e questa ricompensa è così gioiosa per Gesù che il Padre non avrebbe potuto dargli una ricompensa che gli fosse più gradita. Poichè il primo cielo, cioè la compiacenza del Padre mi si mostrò come un cielo ed era pieno di beatitudine. Poichè Egli si compiace grandemente in tutto quello che Gesù ha fatto per la nostra salvezza, perciò noi non siamo suoi soltanto perchè ci ha redenti ma anche per il dono cortese di suo Padre.
Noi siamo la sua gioia, siamo la sua ricompensa, siamo la sua gloria, siamo la sua corona. E che noi siamo la sua corona è una meraviglia singolare e una visione piena di gaudio.

Quello che sto dicendo è per Gesù una felicità così grande che egli non tiene in alcun conto il suo tormento e la sua Passione, e la sua morte crudele e ignominiosa.

E in queste parole: "Se io potessi soffrire di più lo farei" io vidi veramente che tutte le volte che potrebbe morire, egli morirebbe, e l'amore non lo lascerebbe mai tranquillo fino a che non l'avesse fatto.
E contemplai con grande diligenza per osservarre quante volte egli sarebbe morto se l'avesse potuto. E veramente il numero delle volte superava la mia comprensione e la mia intelligenza talmente che la mia ragione non poteva nè era in grado di comprendere o di capire. E quand'anche Egli fosse morto o volesse morire tante volte, tuttavia Egli non avrebbe tenuto questo in alcun conto per amore: poichè Egli valuta tutto poca cosa rispetto al suo amore.

In vero, benchè la dolce umanità di Cristo possa soffrire solo una volta, la sua bontà non cesserebbe mai di offrirsi. Ogni giorno Egli è pronto a fare lo stesso, se possibile. Poichè se Egli dicesse che vuole creare per mio amore nuovi cieli e nuove terre, questo sarebbe ancora poco al confronto perchè egli potrebbe fare questo ogni giorno, se lo volesse, senza alcuna fatica. Ma il morire per mio amore tante volte che il numero supera la capacità di comprensione della creatura, questo è il dono più alto che Nostro Signore Dio potrebbe fare all'anima dell'uomo, secondo me.

Dunque, quello che vuol dire è questo: "Perchè mai non dovrei fare per amor tuo quello che posso? La morte non mi pesa, poichè io per amore tuo morirei tutte le volte che posso, non tenendo conto delle atroci sofferenze".

E questo io vidi come il secondo modo di contemplare la sua beata Passione.
L'amore che lo spinse a soffrire supera tutti i suoi patimenti come il cielo supera la terra; perchè il dolore fu un'impresa nobile, preziosa e gloriosa realizzata con la forza dell'amore. E l'amore era senza principio, è e sarà senza fine. E nel nome di questo amore egli disse con molta dolcezza queste parole: "Se potessi soffrire di più soffrirei di più".

Egli non disse: "Se fe fosse necessario soffrirei di più" ma " Se io potessi soffrirei di più", perchè anche se non fosse necessario ed Egli potesse soffrire di più, Egli lo farebbe.
Questa opera della nostra salvezza fu ordinata da Dio secondo i suoi piani. Fu realizzata con tutta la dignità di cui Cristo era capace: e quì io vidi una gioia piena di Cristo, poichè la sua gioia non sarebbe stata piena se quanto fu fatto avesse potuto essere fatto in modo migliore.»


(Dal 'Libro delle Rivelazioni' di Giuliana di Norwich)

Nessun commento: