lunedì, marzo 17, 2008

Lunedì Santo [4]


[Del conforto che dà la contemplazione del Crocifisso...]

«In quel momento avrei voluto distogliere gli occhi dalla croce, ma non osavo, perchè sapevo bene che finchè contemplavo la croce ero sicura e salva. Perciò non volli mettere in pericolo la mia anima, perchè senza la croce non c'era sicurezza alcuna contro il timore dei demoni.
Allora venne alla mia ragione una proposta, detta con tono amichevole: "Guarda in cielo, a suo Padre".
E allora io vidi chiaramente, con la fede che sentivo, che non c'era nulla tra la croce e il cielo che potesse inquietarmi. Qui dovevo guardare in alto o rispondere.
Risposi ineriormente con tutta la forza della mia anima, e dissi: "No, non posso perchè tu sei il mio cielo".

Così io dissi perchè non volevo alzare gli occhi: avrei preferito infatti rimanere in quel dolore fino al giorno del Giudizio piuttosto che giungere al cielo per un'altra via che non fosse lui. Poichè sapevo bene che colui che mi teneva legata così dolorosamente mi avrebbe sciolto quando a lui fosse piaciuto.

Così imparai asciegliere Gesù come mio cielo, proprio mentre lo vedevo in quel momento tutto nel dolore.
Non mi piaceva nessun altro cielo all'infuori di Gesù, e lui sarà la mia gioia quando vi arriverò.

Ed è sempre stato motivo di conforto l'avere scelto Gesù come mio cielo, per sua Grazia, in tutto quel tempo di Passione e di sofferenza.
E questo è stato un insegnamento per me: continuare a sciegliere Gesù come mio cielo, nel benessere e nella desolazione...»


(dal "Libro delle Rivelazioni" di Giuliana di Norwitch)

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