«Nella cittadina di Or Yehuda, in Israele, il vice-sindaco ha mandato gli allievi di una yeshiva a sequestrare nelle case Vangeli e testi di propaganda del gruppo Ebrei messianici, un piccolo gruppo ebraico, in tutto il paese meno di diecimila persone, che crede in Gesù Cristo e che è caratterizzato da un vivace proselitismo. Dopo il sequestro, i libri “sacrileghi” sono stati radunati in piazza e dati pubblicamente alle fiamme.
La notizia, rivelata dal quotidiano Maariv, ha creato emozione nel Paese. Ma anche tra chi ha condannato il rogo, si sono levate voci che chiedono di metter fine alla propaganda cristiana. Ma perchè preoccuparsi, in un paese libero e democratico come Israele, di un po’ di propaganda, a fin di qualche conversione?
Ma la cosa più grave è stata la modalità del fatto. Provate a pensare che qualcuno bussi alla vostra porta, chieda di vedere se avete in casa “libri sacrileghi”, e poi li sequestri per darli alle fiamme. Cose del genere sono accadute solo sotto i nazisti e nell’Iran dei Guardiani della Rivoluzione.
Nessuno di quei ragazzi, e certo non il vice-sindaco che li ha istigati, ha probabilmente mai sentito parlare di Heinrich Heine, il grande poeta ebreo tedesco, che diceva: “Si comincia con il bruciare i libri, si finisce con il rogo delle persone”. O forse, anche se lo hanno sentito, per loro è soltanto un ebreo “convertito”».
Anna Foa, storica
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