sabato, settembre 11, 2004

Mary Lourdes 3: "Like a prayer"


Osservo la fila che sinuosa passa davanti alla grotta.

Le persone ad una ad una sfilano sotto la bianca statua di Notre Dame de Lourdes, per compiere il proprio atto di devozione. Toccano la roccia, guardano verso la nicchia, mandano un bacio verso l’alto, baciano la roccia e, dopo un rapido segno di croce, ne escono. Credo che prima o poi toccherà farlo anche a me. Perché non subito, allora?

Siamo in tanti ad aver avuto la stessa ispirazione: procediamo lentamente.

Meglio riprovare più tardi –mi dico, sconfortato-

Più tardi?! Perché che impegni hai? -Medito rassegnato-

E poi, proprio tu ti scoraggi? Che hai fatto chilometriche code per entrare a San Pietro!

La coda pian piano si assottiglia; avanziamo lentamente uno dietro l’altro, e tutti, vuoi per devozione, vuoi per emulazione, con la mano sinistra tocchiamo la roccia. Ci appoggiamo alla pietra come se dipendesse da quella presa il cadere o lo stare in piedi.

Al tatto senti che la roccia è liscia; levigata dalle milioni di mani che si sono strusciate su quella grigia grotta.

In un momento ti accorgi che, non stai più toccando la pietra ma stai carezzando la grotta.

Come l’appoggiarsi sulla spalla di una persona cara, della quale hai fiducia che comprenda; come a uno davanti al quale non hai pudore ad interrogarti -e ad imprecare- sul cosa me ne faccio delle mie pene e delle mie ansie.

Lei sta di fronte a me, in alto, nella parte opposta della grotta.

Glielo chiedo.

Lei sorride.

Bianca.

Con le mani giunte.

Marmorea ombra di una presenza che permane.

Rifletto che anche “Quella Cosa” che apparve a Bernadet non è che dicesse o gesticolasse molto.

E’ bastato che “Quella lì” sorridesse ad una bifolca ragazzetta, per spingere milioni di persone a venire qui sotto: puissance de la Vierge!

Non la vedo più: sono dentro la grotta ormai.

Non puoi entrare più di tanto poichè l’interno è molto basso, allora alzi la mano, ostinato, cercando inutilmente di sfiorare l’arcone di roccia che ti sovrasta.

C’è un pungente profumo, emanato dai fiori sistemati intorno alla sorgente.

Hai percorso tutta la lunghezza della grotta. Adesso puoi toccare nuovamente la roccia, e con tutte e due mani.

Le tue mani si bagnano: la pietra trasuda tante piccole gocce d’acqua.

Guardi in alto e La vedi, proprio sopra di te: maestosa e serena.

Terribile come un esercito schierato per la battaglia.

Que soy era Immaculada Councepciou.

Non puoi far altro che abbassare lo sguardo.

Baciare la pietra.

Sei commosso.

Ti sembra di baciare una guancia su cui scorrono lacrime che qualcuno ha versato per te.

E tu invece non ci riesci.

Ti ritrovi davanti ad una fila di grossi ceri che ardono; passi davanti alle piscine; attraversi il ponte, e ti siedi a guardare da lontano la grotta ormai tutta illuminata.Fa buio presto qui.

E si fa avanti nella mente un’unica addolorata domanda:

Perché qui è così semplice?

<<Non domandiamo niente, Rifugio del peccatore,

se non l’ultimo posto nel Vostro purgatorio,

per piangere a lungo sulla nostra povera storia,

e contemplare da lontano il Vostro giovane splendore>>

( Charles Peguy )

2 commenti:

Anonimo ha detto...

questo blog mi stupisce sempre più. Hai una sensibilità particolare, prendi la religiosità con le dovute pinze ma, allo stesso tempo, ne esalti ciò che è veramente affascinante. Saluti da edi.

Duque de Gandìa ha detto...

Beh! Blatera l'anomalo Duca...;)