Ovvero: L'Araldo del sacro quorum
“… i referendum sono stati vinti dal peggiore egoismo…
Non dal cardinal Ruini o da “Scienza e vita”, ma dall’apatia, dal disimpegno politico e civile, dal menefreghismo; hanno contribuito a questa fasulla vittoria i bacchettoni e i talebani di casa nostra.
… in una democrazia vera, non possono essere i menefreghisti a decidere per tutti, non si può permettere a una maggioranza di disinteressati alla politica, che è la maggiore di coloro che non sono andati a votare, di decidere per tutti gli altri, altrimenti il “partito degli astensionisti” dovrebbe contare anche dell’assegnamento dei seggi parlamentari…
Se coloro che non votano “decidono” i referendum, dovrebbero “decidere” anche in materia di leggi, di programmazione e di bilancio dello Stato; ed un giorno potrebbero anche arrivare ad eleggere il “vuoto”, di uno dei seggi assegnati agli astensionisti, alla seconda o terza carica dello Stato che forse potrebbe risultare anche migliore di quelle attuali”
don Vitaliano Della Sala, “Noi sconfitti loro vincitori effimeri”, Liberazione, 14 giugno.
“Forse”? Forse il vuoto potrebbe risultare migliore al vertice dello Stato? Finalmente un dubbio, un giudizio “moderato”.
Però: che gran testa di minchia che è sto prete!
Ancora, senza vergogna, si continua a far finta che elezioni e referendum popolare siano la stessa cosa! A misconoscere la verità più palese! A travisare la lettera e lo spirito delle norme costituzionali.Ad indignarsi contro quel popolo bue di cui loro si sono fatti voce.
Infatti sanno solo muggire e sbuffare.
Stupisce ed addolora che chi lotta per il popolo, a nome del popolo, in realtà lo disprezza, lo consideri una massa informe, ebete, allo Stato di Natura.
Soprattutto un prete del meridione, dovrebbe cercare di capire le ragioni – o se preferite i sentimenti – di quelle masse meridionali che hanno disertato le urne. Avere simpatia e passione per la gente del sud invece di volerlo “civilizzare” ad immagine dei frequentatori dei salotti radical chic della sinistra cui don Vitaliano è ormai introdotto.
Don Vitaliano mi fa pena: mi dà l’idea di uno che vorrebbe togliere dalle pareti dei suoi “parrocchiani” il calendario di Frate Indovino,il quadro della Madonna di Pompei e di Padre Pio per installarvi quelle grandi, immense, bianche, asettiche librerie che arredano le case di "quei" borghesi di sinistra: i soli ad essere democratici; i soli - probabilmente per don Vitaliano - degni di rispetto e di stima.
2 commenti:
Esimio, non finirò mai di stupirmi della facilità con cui riesce a reperire gli interventi più idioti di questo Paese! Va bene che gli idioti sono la maggioranza e parlano senza sosta, ma mi nasce il dubbio che Lei conosca una corsia preferenziale per andarli a scovare! :)
Sbalorditi ossequi
I.
Esimia,
ella mi dà da pensare che vorse la Nostra Signorìa si diletti, al pari delle Maestà Cattoliche del XVII secolo, a contornarsi di nani?
Ciò sarebbe in linea con lo spirito tardobarocco di codesto inutile blog, che proprio poichè è inutile orpello della rete, sopravvive!:)
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