venerdì, dicembre 23, 2005

Habemus camaurum!

In un non antico passato, da questo mio inutile blog, mi sono trovato alambire l'argomento tiare, mitrie, pilei e camauri (con annessi berretti frigi e corni dogali), la loro origine, evoluzione e valenza simbolica.Mai avrei immaginato che a distanza di due mesi il vetusto camauro sarebbe assurto all'onore delle cronache giornalistiche per pontificale virtù di quel sedici volte Benedetto che ne ha decretato la riabilitazione.
Benedetto XVI, infatti, si è presentato in Piazza S. Pietro all'udienza di mercoledi 21 dicembre 2005 indossando codesto venerabile copricapo in disuso dai tempi dell'ancheggli settantottenne Giovanni XXIII.
Degna di nota è la circostanza del "battesimo" del camauro dell'era ratzingeriana. L'afflusso di popolo bramante di ricever l'apostolica benedizione del bavarese Pontefice "ccioiosamente" regnante è, infatti, talmente copiosa che è impossibile stipare tutti i pellegrini nella seppur capiente Aula Nervi -cosa mai verificatasi per lo passato nella brutta stagione ad eccezione dell'anno giubilare!- da costringere la Prefettura della Casa Pontificia ad optare nuovamente per una udienza all'aperto, mercè il cielo limpido - seppur gelido- della Roma prenatalizia.
Così il sedici volte Benedetto e vieppiù prudentissimo Romano pontefice, dovendo zizzagare per il Foro Petriano a bordo della bianca jep scoperta, s'è prodigato di trovare il metodo infallibile per non soccombere ai mali di stagione. Perciò sull'eburnea talare ha indossato un bianco cappottone, e sopra ancora l'ampio mantello rosso; saggiamente si è premunito di riparare dal gelo le canute tempie con un camauro di velluto rosso foderato e bordato di candida pelliccia e che appena giunto alla sede, Benedetto XVI si è sfilato porgendolo al proprio segretario prima di iniziare l'udienza e la lettura della sua allocuzione.
Non so quanti in Piazza san Pietro avranno capito che "quello" era un camauro e non il berretto di Babbo Natale ma sono certo che per primo il Papa (sedici volte degno d'esser) Benedetto abbia soriso di gusto al pensiero della stupita reazione della pubblica opinione di fronte alla sua mise assai natalizia.

I vaticanisti, fedeli al detto: "tira più un pelo di camauro che una allocuzione pontificia", nei loro sesoconti giornalistici hanno saltato a piè pari la meditazioe natalizia di Benedetto XVI sul tema: Cristo luce del mondo, per soffermarsi sulla nota di colore. Ma quel che è irritante è il loro sentirsi in dovere di tranquillizare l'opinione pubblica che Benedetto XVI indossando un copricapo di origine medievale non vuol significare una volontà di tornare ad un cattolicesimo preconciliare.
Vi immaginavate voi che il camauro avesse tutto questo valore simbolico? Io no: manco fosse il triregno!

Gesù ci ha insegnato che Iddio Misericordioso fa splendere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti come sugli ingiusti. Da ciò possiamo agevolmente dedurre che Dio faccia anche soffiare il vento gelido sugli orecchi dei chierici come su quelli dei laici ragion per cui è bene che anche gli ecclesiastici si procurino dei caldi colbacchi che ne proteggano le meningi. i Romani Pontefici sin dal Medio Evo andavano fieri della loro cuffia imbottita di pelliccia tanto da farla immortalare nei loro ritratti, e tant'è che i nostri nonni per dire cuffia dicevano : "papalina".
Fu Pio VI Braschi, alla fine del Settecento, che per primo disdegnò "la papalina", come si vede nel suo famoso ritratto opera di Pompeo Batoni in cui il camauro appare negletto sullo scrittoio permettendo al Pontefice di mostrare la sua vaporosa e boccoluta capigliatura che tanto il Braschi amava sfoggiare. Dopo di lui continuò ad essere obliato tant'è che (nonostante il saltuario uso che ne fece Leone XIII) scomparve dall'iconografia dei pontefici.
Dopo l'ottuagenario e gracile Leone XIII nessun papa ne fece uso tant'è che quando Giovanni XXIII ne richiese uno, le cronache riportano lo stupore (misto a imbarazzo) del sarto pontificio. Credo che anche Papa Ratzinger abbia dato al suo sarto una bella gatta da pelare ( o sarebbe meglio dire un ermellino da pelare).

Nel film "Operazione San Gennaro" Nino Manfredi dopo aver rubato il tesoro del Duomo di Napoli organizza la fuga su una macchina con finta targa diplomatica del Vaticano con dentro uno, travestito da Cardinale. Si ritrova, invece, su di una (vera) automobile vaticana accanto ad un autentico Cardinale. Manfredi trovando "un pò sguarnito" il vestiario cardinalizio si informa se non avesse dimenticato qualcosa. Il Cardinale come a giustificarsi replica: "questo è l'abito".
Anch'io ripeto di fronte alle presunte novità nell'abbigliamento di Papa Ratzinger che quello è, al di là di ogni ragionevole dubbio, l'abbigliamento di sempre dei Romani Pontefici.

2 commenti:

Luciano ha detto...

Gentile Duca, mi umilio di portare la mia quantomai pedante opinione in seno al vostro sedici volte benedetto post.

Le assicuro, vorrei, da logico e laico qual sono, annientare il mio senso terreno e trascendere quantopiu' possibile verso le sue piissime e storicissime vette.

Ahimè! Orbene il ciel abbia misericordia delle mie tristi opinioni, ché vado a commentar in tal guisa.

Arcistraconfermo quanto non sol io ma il popolo giovanil-bloggaro (in modo sicuramente blasfemo e mai benedetto!) abbia riso e di gusto all'apparizione del cappello di Babbo Natale sul capo del Nostro.

Il perché è - a mio indegno parere - ben chiaro assai: sebbene in seno alla Chiesa Nostra sia cosa buona e giusta mantener le tradizioni, ebbene i tempi cambiano! E con ciò le mode del vestire.

Se giustappunto ai tempi del beato Giovanni 23° il camauro era cosa lieta e d'apparenza consona, ai giorni nostri fa soltanto ridere. Dippiù non si puo' storpiare la figura del Papa, a mio ingrato parere, e qualcuno dovrebbe invece farlo notare, anziché ordire pesanti tessuti di richiamo al passato. E' come se un militare di carriera si ingegnasse di tirar fuori l'armatura pesante, invece del giubbotto antiproiettile, mentre l'armiere prendesse tosto l'alabarda d'ordinanza, anziché la Beretta.

Insomma, giammai vorrei veder sguarnita la benedetta testa, ma che si usi un copricapo che abbia gusto! Ed anche cognizione dell'anno del Signore 2005, ché se il beato G23 non si assomigliava così a Babbo Natale era perché le teste e le mode eran diverse, mentre oggi la gente ce lo vede, e non è un bel segno, per ciò che ne conviene.

Vostro Umilissimo,
LG

Luciano ha detto...

Ed a proposito della storia di Babbo Natale, e delle coincidenze temporali tra pontificati del dopoguerra e nascita della figura del nonnino del Nord col camauro in testa :), consiglio spassionatamente la lettura del mio ultimo post :)