mercoledì, agosto 30, 2006

L'Invenzione della Vera Icona

Ovvero:Hezbollah manipola le immagini e i media occidentali se la bevono


Un articolo di David Frum (traduzione di Aldo Piccato); Il Figlio;mercoledì 30 agosto 2006.

«Probabilmente avete visto l’immagine sul giornale o alla televisione: membri di Hezbollah che distribuiscono mazzette di banconote da 100 dollari a libanesi rimasti senza casa in seguito alla guerra contro Israele. A quest’immagine mancava soltanto una cosa: la sottilissima striscia di metallo che attraversa dall’alto in basso le autentiche banconote da 100 dollari. Il denaro distribuito da Hezbollah era falso, come avrebbe dovuto risultare evidente a chiunque avesse esaminato con attenzione le fotografie.
L’attenzione era necessaria perché Hezbollah ha una ben nota storia di contraffazioni: già nel giugno del 2004 il dipartimento del Tesoro americano aveva citato Hezbollah come uno principali produttori di dollari falsi in tutto il mondo. Ma questo è stato completamente ignorato dalle agenzie di stampa che hanno fatto la coda per ottenere le foto della pseudo-filantropia di Hezbollah.

Forse è troppo aspettarsi che i giornalisti siano degli esperti di banconote false. Ma ci si aspetta che siano almeno in grado di individuare una fotografia ritoccata, soprattutto se il ritocco è fatto in modo grossolano.
Ciononostante, è stato un blogger americano, e non un direttore di giornale, che ha beccato la Reuters a distribuire fotografie false scattate dal suo ormai tristemente noto fotografo libanese, Adnan Hajj.

Hajj ha usato Photoshop per far sembrare gli incendi nelle città libanesi più grandi di quanto non fossero in realtà e per trasformare le foto dei traccianti israeliani in immagini di missili in volo. Per queste e altre fotografie false, la Reuters ha licenziato Hajj e ha eliminato dal proprio archivio migliaia di foto scattate dal fotografo libanese.

Ma lo scandalo dei servizi giornalistici sulla guerra in Libano inizia soltanto con Hajj e non finisce certo qui. A luglio, prestigiosi mezzi di informazione come AP, la BBC, il Time Magazine, ITN, il New York Times, il Los Angeles Times e molti altri hanno riportato la scioccante notizia che le forze israeliane avevano lanciato missili contro due ambulanze della Croce rossa, provocando un incendio nel quale le persone a bordo erano rimaste ferite. Alcune fotografie e un filmato fatto in seguito da un cameraman locale mostravano un’ambulanza quasi completamente distrutta con un buco al centro del tetto. Ma queste foto erano false, così come lo erano le altre pubblicate successivamente, che mostravano un attacco israeliano contro un veicolo della Reuters.

Nelle fotografie delle ambulanze e del veicolo della Reuters si vedeva un buco nel tetto, ma non era visibile praticamente nulla dell’interno e, cosa sorprendente, nessuna traccia di esplosione o incendio. L’autista dell’ambulanza, gravemente “ferito” che si vedeva nelle fotografie è riapparso in un filmato girato sei giorni dopo senza mostrare nemmeno un graffio.
Il buco nel tetto delle ambulanze non solo era perfettamente rotondo ma combaciava, per dimensioni e posizione, con quello della sirena mancante.

Non è vero ma ci credo

I reporter occidentali sono davvero così ingenui e creduloni?
Sfortunatamente, i servizi sul bombardamento del 30 luglio nel villaggio di Qana fanno supporre una spiegazione molto più inquietante. Secondo buona parte di questi servizi, le bombe israeliane hanno colpito un edificio di tre piani, intrappolando nelle macerie un gran numero di civili e di bambini. Le fotografie e i filmati di questa triste scena sono diventati le immagini simbolo di tutta la guerra libanese.
Tuttavia un esame attento di queste fotografie rivela, al di là di ogni possibile dubbio, che sono state realizzate ad arte, e con l’attiva complicità dei giornalisti occidentali presenti sul luogo.

Alcune scene sono state provate e riprovate; i cadaveri sono stati spostati da un punto all’altro. I portavoce di Hezbollah chiacchieravano allegramente al telefonino quando pensavano di non essere ripresi e poi scoppiavano in lacrime non appena si accorgevano di essere sotto l’occhio delle telecamere.

Il desiderio di immagini dal forte impatto e il pregiudizio antisraeliano hanno spinto buona parte della stampa occidentale a diventare propagandista di Hezbollah, pubblicando consapevolmente immagini false. E al fondo di ogni motivazione sta, in conclusione, la paura.
Non dimentichiamoci che Hezbollah è l’organizzazione terroristica che ha tenuto prigioniero per sei anni il reporter della AP Terry Anderson.»

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