lunedì, febbraio 18, 2008

Tristitia Christi /4

Ovvero: "A chi dunque paragonerò gli uomini di questa generazione, a chi sono simili?
Sono simili a quei bambini che stando in piazza gridano gli uni agli altri:
Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato;
vi abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!"

In data 25 gennaio 2008 il cardinale Karl Lehmann arcivescovo di Magonza ha inviato una lettera circolare a tutti i vescovi tedeschi per annunziare le proprie dimissioni da Presidente (per oltre un ventennio) della Conferenza episcopale tedesca (Dbk).
Il settantunenne presule e teologo (che ha motivato le proprie dimisioni a causa di problemi di salute) ha chiesto, pertanto, che in occasione dell’assemblea della Dbk che si sarebbe aperta l'11 febbraio a Würzburg, si procedesse all'elezione del successore.
Ed ecco che il 12 febbraio 2008 viene prontamento eletto il nuovo presidente dei vescovi tedeschi nella persona nel sessantanovenne Arcivescovo di Friburgo monsignor Robert Zollitsch.

L'Arcivescovo Zollitsch (eletto dopo un ballottaggio con il "più ratzingeriano" Reinhold Marx neo-Arcivescovo di Monaco e Frisinga) ha principiato il proprio mandato di sei anni a capo dei vescovi tedeschi rispondendo alle domande dei giornalisti.

Non essendo in grado di valutare il vero o presunto "scalpore" che le dichiarazioni di monsignor Zollitsch abbiano realmente suscitato nei germanici lettori di "Der Spiegel" e di "Bild am Sonntag", devo purtroppo constatare sui media italiani la solita insulsa cagnara sulle dichiarazioni "rivoluzionarie" del prelato di turno.

Il canovaccio è sempre il solito: se i cattolici italiani avessero il coraggio di valicare i confini italiani ci troveremmo di fronte allo spettacolo di fedeli, vescovi e conferenze episcopali tutte che "vanno avanti nonostante il Vaticano" (come in illo tempore cantava Jovanotti).
Si rinnova la disgustosa distorsione della realtà ecclesiastica e dottrinaria da parte dell'intelighentia "laica" italiana! Questa perenne sindrome da "eretici italiani del XVI secolo" per cui lontani dall'ombra del cupolone, e fuori dalla giurisdizione di Ruini ieri e di Bagnasco oggi, sussisterebbe e prosperebbe un cattolicesimo che sin nelle più alte gerarchie và professando un progressismo in esplicito dissenso con le direttive del pontefice regnante (il quale -ovviamente- è sempre più reazionario rispetto al papa morto).

"I vescovi tedeschi aprono ai gay e ai preti sposati" titola persino il dodoci volte pio Andrea Tornielli! E se tanto mi da tanto, lascio solo immaginare ai miei cinque lettori che cosa avranno riferito opinionisti meno pii: "la svolta", "la spallata", "la rivoluzione" dell'illuminato ecclesiastico di turno che non ha paura di uscire dallo stato di minorità cui lo costringe il despota oscurantista del Vaticano!

Ma cosa avrebbe mai detto di così "rivoluzionario" questo "novello Lutero"?
«Constatiamo la diminuzione delle vocazioni, perché la sfida del Vangelo è difficile da trasmettere. È ovvio che il collegamento tra l’essere prete e il celibato non è teologicamente necessario».
Ha sostenuto che il celibato non è una legge di diritto divino ma di diritto ecclesiastico ragion per cui alla bisogna potrebbe essere sempre modificata o abolita. Bella scoperta!
Come non trattenere un riso (amaro) percependo lo spasimo orgasmico di tanti sedicentio intellettuali che trovano di un progressismo al limite del rivoluzionario tanta verbosa banalità del contemporaneo gergo ecclesialese?

Sostenere però che l'Arcivescovo di Friburgo "vuole" l'abolizione del celibato e che assieme a lui una grande parte dell'episcopato mondiale vogliano veramente abolire il celibato dei preti è ben altra cosa!
Il monsignore ha chiaramente detto che in ben due recenti Sinodi dei Vescovi (e non solo, aggiungerei) della cosa se ne è discusso ma che la stragrande maggioranza dei padri sinodali ha ritenuto non utile e fruttuoso l'introduzione dei preti uxorati nella chiesa di rito latino.
L´Arcivescovo Zollitsch ha sottolineato che il cosiddetto "matrimonio dei preti" «sarebbe una rivoluzione che una parte della Chiesa non accetterebbe» e pertanto, «giacché l´abolizione del celibato inciderebbe molto nella vita interna della Chiesa» è necessario che sia un Concilio Ecumenico a prendere una tale capitale decisione.

Il solito prelato progressista che invoca un Concilio Vaticano III quale panacea ti tutti i mali della Chiesa?
Proprio no. Da tutti descritto come un mite pastore, per anni responsabile della commissione "per dottrina della fede" della stessa conferenza episcopale tedesca il prelato non ha fatto altro che tentare di rispondere alle domande preconfezionate sciorinatagli dal giornalista di turno che magari è convinto che su tematiche "sensibili" i vescovi non si possano esprere per paura dalle ritorsioni del "dittatore" vaticano.
Il vero problema e che per i "mass media" gli unici problemi "sensibili" sono quelli che riguardano l'ambito della genitalità.

Il signor Arcivescovo, da par suo, ha risposto assai cattolicamente a tutte le domande: teologiche, canonistico-disciplinari, giuridiche, politiche ed economico-sociali.
Sono poi i media che semplificano e appiattiscono. Poi, mettendo insieme capra e cavoli, scrivono maliziosamente che l'arcivescovo è "favorevole alle unioni gay e al matrimonio dei preti" quasi che le due "liberalizzazioni" fossero interdipendenti.

"Purtroppo" l'arcivescovo di Friburgo non è poi così tanto rivoluzionario come si vuol far credere se di seguito dichiara perentoriamente il "suo" no alle donne prete: «Gesù Cristo ha chiamato soltanto uomini a fare gli apostoli. La funzione sacerdotale e quella episcopale restano riservate agli uomini, anche se in determinate cerimonie religiose le donne possono predicare. Siamo interessati ad avere donne come assistenti spirituali».

Ciò che infastidice maggiormante è questa assoluta mancanza di rispetto per la dottrina cattolica immaginata e rappresentata come un incoerente cumulo di divieti anacronistici! Tali detrattori non aspettano altro che il prete, il vescovo, il cardinale "utile idiota" di turno che ammoderni ed aggiorni la Chiesa, una Chiesa in cui però non vorranno mai entrare perchè, per quanti aggiornamenti si saranno fatti, la Chiesa cattolica apparirà loro sempre troppo "medievale".


Per quanto riguarda poi le sensazionali confessioni di monsignor Robert Zollitsch alla "Bild am Sonntag" sul più che comprensibile umano rimpianto per non aver avuto figli, ecco di seguito le scabrose dichiarazione che non mancheranno di renderlo "per antonomasia" il vescovo più trasgressivo della storia del Cristianesimo :

«Quando ero studente ero innamorato di una compagna di classe e vedevo bene per me un matrimonio e una famiglia. Sarei volentieri diventato padre. Non avere propri figli è di per sé una rinuncia. Ho dovuto provare questa rinuncia su me stesso, per poter essere disponibile nei confronti di molte persone».
Fu una decisione assolutamente razionale: volevo aiutare altri uomini a condurre una vita nella fede e senza peccato».

Chissà se i lettori tedeschi saranno rimasti scossi nel sentire Monsignor Zollitsch elencare i propri "vizi":
«La sera ascolto musica di Mozart e Haydn, leggo e bevo un bicchiere di vino rosso».

2 commenti:

Adan ha detto...

In questo periodo di chiacchiere elettorali nelle quali ahimè mi sono lasciato coinvolgere l'approdo al tuo Blog, caro duca è una boccata d'aria fresca. Ha quando la nuova veste editoriale? Sono curioso di vederla

alberico

Duque de Gandìa ha detto...

Nobilissimo Alberico,
dubito fortemente che la progettata novella veste editoriale possa entusismarti:)


Venerdi 15 Febbraio 2008
10:27 - GERMANIA: VESCOVI DBK, RIBADITO IL "NO" ALL’USO DEGLI EMBRIONI A FINI DI RICERCA

Dibattito sulle cellule staminali, linee-guida per la preghiera per l’incontro tra cristiani, ebrei e musulmani, anno paolino, situazione dei Cristiani in Cina, valutazione del trattato Ue di Lisbona: questi alcuni dei temi discussi nel corso dell’assemblea plenaria dei vescovi (Dbk) conclusasi ieri a Würzburg.
La relazione finale è stata presentata dal card. Karl Lehmann, presidente uscente della Dbk.
Sulle cellule staminali è in corso da tempo in Germania un’accesa discussione per l’utilizzo degli embrioni a fini di ricerca, che secondo i vescovi “distoglie lo sguardo dal nucleo vero e proprio: tutelare la dignità umana dall’inizio e il diritto alla vita dell’embrione”. Ciò che conta “non sono i fini” ma il fatto che “per la produzione di queste linee cellulari debbano essere uccisi, ‘usati’ embrioni”. “Si tratta di decidere se si possa uccidere la vita umana a fini di ricerca”. Per quanto riguarda il trattato di Lisbona, la Chiesa tedesca considera “un successo” la sua approvazione, pur deplorando il fallimento della costituzione europea così come il mancato inserimento della Carta dei diritti fondamentali. “Insoddisfacente” per i vescovi è l’assenza di un riferimento a Dio e alla tradizione ebraico-cristiana. Giudizio positivo, infine, per l’inserimento nel trattato dell’articolo sullo status delle Chiese. (S.I.R.)