Bertinotti e Liberazione…
...e la Regina mundi
Fausto Bertinotti, leader di Rifondazione Comunista, in una intervista a Panorama ammette che la sua professione d’ateismo è in crisi, se non addirittura accantonata definitamene insieme alle matrioske, ai busti di Lenin, le foto di Stalin e gli altri souvenir della Mosca sovietica. Tra i giornali della sua personale rassegna stampa c’è sempre L’Osservatore Romano; accanto all’amicizia di preti (e spretati) progressisti non disdegna la frequentazione dei cardinali; vorrebbe incontrare il papa che stima per la sua opera per la pace nel mondo (ovvero per non allineamento del pontefice alla politica USA), e confessa di “provare – ignazianamente – gusto” nell’assistere alle cerimonie religiose.
Ciò non vuol dire che si sia convertito o mediti l’approdo al “dogma della santa Fede”, ma che con la maturità – non solo dell’età –, con l’affievolirsi delle strumentali contrapposizioni ideologiche, si possa raggiungere la libertà di dare nome a quel desiderio d’infinito e d’eternità che geme silenzioso in fondo al cuore di ogn’uno. Quel sentimento “religioso” connaturato all’essere umano, desiderio di una felicità e di una pienezza al di là del contingente.
Il comunismo voleva in fondo estirpare “scientificamente” la causa dell’ingiustizia, del male, immanentemente individuato nei rapporti di forza economici.
Giustamente spesso si sente dire che il comunismo era una Chiesa non meno dogmatica dell’altra, che richiedeva non meno devozione e ascesi ai suoi fedeli, e che ugualmente prometteva una vita “liberata” dal male (economico) e dalle sue manifestazioni (sovrastrutture!). Inteso in quest’ottica, ben dice Bertinotti che il suo interesse per la dimensione spirituale non è in contrasto con i suoi progetti politici: “Si tratta sempre dell’idea di liberazione”afferma Fausto l’illuminato.
Ma la sua posizione non è considerata “innocente” da coloro che nel suo partito sono cultori dell’ortodossia marxista: il loro partito è pur sempre quello della rifondazione comunista, no?
Ammettere l’esigenza, di una dimensione spirituale, ed ancor più cercare le risposte ignorando il catechismo marxista-leninista, vuol dire relativizzare il comunismo alla “sola” sfera politica-economica, ammettendo che quindi non è l’unica. Bertinotti abbatte involontariamente il tendone del “gran circo Marx-Engels” ammettendo che esistono nell’essere umano modalità d’essere che non trovano appagamento all’ombra della tesi marxista.
Io mi trovo costretto a dar ragione ai leninisti ed ai trotzkisti duri e puri: essi capiscono perfettamente che questo “slittamento metafisico” di Bertinotti implicitamente si pone contro l’impostazione metafisica ( Materialismo storico) di chi definisce il comunismo la vera e “scientifica” soluzione ai problemi dell’umanità.
Spero lo capisca anche Bertinotti che immaginarsi un Marx pacifista che sventola la bandiera arcobaleno indossando il saio francescano ad una manifestazione antiglobalizzazione, è ridicolo. Ridicolo in primis perché Marx sarebbe stato entusiasta della globalizzazione in quanto è la cosa più simile a ciò che venne “profetizzato” nel Manifesto del partito comunista del 1848
Se io fossi il capo di un partito che volesse “rifondare” il comunismo vedrei nell’attuale concentrazione del potere economico in poche mani le basi per una futura rivoluzione del proletariato, che meglio potrebbe riuscire di quella ‘d’Ottobre’. Ma non sarebbe possibile fondare un regime marxista che abolisca la proprietà privata e al contempo lasci libertà di coscienza nelle cose spirituali e del culto? Per i compagni di Bertinotti no: e se lo dicono loro, n’avranno ben d’onde!
Quelli che Karl Marx definisce “economisti classici” - Adam Smith e David Ricardo da cui ricavò le sue previsioni sulla futura rivolta del proletariato -, nell’Inghilterra capitalista del Settecento non hanno alcuna remora a dichiarare che nel processo produttivo borghese il re, la nobiltà e il clero sono solo dei parassiti: non solo sono inutili, poiché improduttivi, ma dannosi perché consumano il capitale che razionalmente sarebbe potuto essere meglio impiegato per ricavarne profitti. Nonostante la palese veridicità di tali affermazioni, lo Stato britannico ritenne che avrebbe potuto prosperare ugualmente pagando le spese del monarca, facendo salvi i privilegi dell’aristocrazia e sovvenzionando la Chiesa Anglicana. Il comunismo invece per “prosperare” deve preventivamente azzerare ogni differenza in nome di un progetto totalizzante in cui non c’è posto per Dio, perché Dio sarebbe la proiezione di quella infelicità umana che il comunismo eliminerà. La fede in Dio è quindi un ostacolo; l’ateismo non è una posizione di coscienza personale ma principio e fondamento necessario del socialismo scientifico. I testi lo dicono, la storia ce lo insegna.
Avendo chiaro questo, se, alla vigilia della rivoluzione bolscevica, “la bella Signora” era preoccupata degli errori che la Russia avrebbe diffuso nel mondo, la ragione era proprio dovuta a quell’odio inculcato verso un Dio nemico del “popolo”,nemico del bene dell’umanità.
A causa di questo veleno culturale – prima che politico – la Madre di Dio chiese la consacrazione della Russia e del mondo al suo 'cuore immacolato', ovvero ad un cuore che ha piena fiducia nell’amore che Dio ha per l’uomo.
Il trionfo quel cuore di Maria sul boscevismo.
Dopo il solenne atto di affidamento a Maria compiuto dal papa,il 25 marzo 1984 ai piedi dell’immagine della Madonna di Fatima – incoronata ai tempi di Pio XII col significativo titolo di Regina Mundi -, ecco che il 13 maggio successivo, meno di 2 mesi dopo, salta in aria l’arsenale militare di Severomorsk senza il quale è impossibile attuare uno scontro militare con gli Usa, seguì la scelta di Gorbaciov come ultimo estremo e fallito tentativo riformatore, fallitimento firmato l’8 dicembre 1991 – Immacolata Concezione – e conclusosi con l’ammaino della bandiera rossa il successivo 25 dicembre.
Se questo è un messaggio dell'antiumanità cui ha portato l'idolatria della liberazione marxista, beh, questo messaggio è limpido, nonostante ci siano quelli che non vogliono capire o non possono.
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