mercoledì, marzo 09, 2005

Ostende Nobis

Dopo le prime notizie sulla tragica morte dell’agente del Sismi Nicola Calipari, ho provato tanta rabbia per la sorte di un uomo da tutti indicato come persona umanamente splendida. Sinceramente pianto da amici e colleghi, ma che soprattutto lascia nello strazio una moglie e due figli adolescenti. Il primo pensiero – di cui non mi vergogno! – è stato: perché non è morta Giuliana Sgrena?
Non ha senso un ragionamento del genere, è ingiusto e irrazionale: potevano morire entrambi, o tutti e tre compreso l’autista, ma veder piangere Pierre Scolari non mi avrebbe certo commosso, come invece vedere le lacrime della vedova Calipari. Probabilmente veder piangere Pierre Scolari non mi avrebbe certo commosso tout court: confesso di non brillare per spirito empatico, e spesso son costretto a dolermene.

Poi ho visto il compagno e i “compagni” di Giuliana Sgrena piangere sincere lacrime per un… poliziotto “borghese” e “fascista”- con tanto di fratello monsignore in Vaticano -, ovviamente nel senso che i termini avevano e avrebbero avuto sulla bocca e sulla penna di una Rossana Rossanda, non sotto l’effetto della gratitudine.
Ma è proprio questa dimensione di gratitudine umana che travolge pregiudizi e steccati ideologici; squarcia muri di diffidenza.

L’affetto e la stima che una persona, che ami e stimi, dimostra verso qualcuno ignoto alla nostra esperienza, la fiducia che egli gli dimostra, ci costringe a stimarlo; non lo conosci ma ti fidi perché non puoi farne a meno, razionalmente non puoi fare a meno di fidarti, perche colui che ami non ti trasmette idee astratte, ma un’esperienza vitale. E se Giuliana si sente segnata da questo evento al contempo di morte e di salvezza, e se il suo compagno ribadisce l’estrema fiducia che aveva per quell’uomo, per la certezza interiore trasmessagli da Calipari che la sua Giuliana sarebbe tornata libera, non può che sentire dolore per la morte di quest’uomo.

Ai solenni funerali di Stato, l’immagine di Pierre Scolari che si accascia piangente sul grembo della vedova dell’uomo che ha dato la vita per la vita della donna che ama, è stata per me di una forza immaginifica impressionante.
Ho visto Scolari inchinarsi davanti ai dolori della donna, quasi che da quel grembo abbia ricevuto una rediviva Giuliana Sgrena. Forse quella bionda signora che ho visto – mentre domenica sono sfilato davanti al feretro del marito - mentre inutilmente cercava di trattenere le lacrime, ha delle risorse interiori cui aggrapparsi mentre invece a dei giornalisti del Manifesto rimarrebbe solo una gelida disperazione.
Cerco di pensare, confortato dalle parole del fratello di Canepari, che questa morte magari possa destare nuove consapevolezze, forse ad una sola persona.

Penso che quell’umile rosario marrone, offertami con grande semplicità all’ingresso della camera ardente, che ho stretto forte nel pugno, e col quale mi sono fatto un segno di croce davanti alla bara di Nicola Calipari, sia segno del suo credere e simbolo del suo agire discreto ma efficace.

Ha detto ai funerali il fratello sacerdote:
“Non si costruisce una società diversa, un mondo veramente migliore, se non si adotta la logica del dono di sé, se ciascuno di noi non è disposto a percorrere la stessa via di Nicola”

6 commenti:

Anonimo ha detto...

A parte quello che ha detto il fratello sacerdote, che è sacrosanto e bellissimo,
credo che tu stia banalizzando un po'.
E' tutto cosi' chiaro?
Tu interpreti il disegno di Dio?
Fantastico. Che persone intelligenti abbiamo oggigiorno.
Eh si, magari è stato meglio cosi', dai, in fondo è più utile che sia morto Nicola, magari così qualcuno ci riflette un po' sopra.
Eh, si una logica veramente divina, non può trascendere dalla sofferenza con la vite umane per un "bene superiore". E tu pensi di aver capito, qual è questo bene, no? Oggi è un editoriale della Rossanda, domani magari chissà, saranno magari meno sciocchezze d'ora in poi scritte sul Manifesto. E magari ci saranno conseguenze che ancora noi non sappiamo.
Ma tutto passa per la sofferenza atroce di una famiglia, di un paese, per avere meno sciocchezze su un giornale comunista. Dio è così banale? Non credo, Duca. Non credo. Non lo voglio pensare. Non può essere così, e tu lo sai benissimo. Quindi smettila di scrivere stronzate.

Duque de Gandìa ha detto...

FORSE ERA MEGLIO SE MORIVO IO,
comunque avviso gli sprovveduti che il Duca non si arroga di parlare a nome di Dio: questo non è un pulpito da cui vengono enunciate verità universali!!!
Sul fatto che io scriva banalità ne posso convenire, ma il guaio è che lei estrapola dai miei pensieri conclusioni non mie.
Probabilmente Vossignoria ha letto tutto d'un fiato il post e dato che non posseggo quella che suol dirsi "una penna felice" ha frainteso: RI"confesso di non brillare per spirito empatico, e spesso son costretto a dolermene."

Anonimo ha detto...

L'anonimo commentatore ignora che il termine "stronzata" non sia contemplato dal Vocabolario della Crusca (e a Oxford glielo avrebbero dovuto insegnare!). Ignora altresì che quando si espongono le proprie idee con piglio assoluto, non lasciando margini al dubbio e imponendo agli altri di tacere, sarebbe di buon gusto perlomeno dichiarare il proprio nome.
A Lei, Esimio,la deferenza di sempre.
I.

Anonimo ha detto...

Chiedo scusa per il termine "stronzate", effettivamente.
Caro I. o cara I., che mi scrivi con ardore difensivo, forse se mi dicessi il tuo nome per esteso saresti cortese.Il mio è Leonardo (non quello famoso)
In ogni caso, noto che il Duca si è abbandonato all'incavolatura invereconda, mostrando così che forse ho esagerato un po', ma insomma, devo aver toccato un nervo scoperto.
Niente di personale. Solo mi dava l'urto leggere di un'intepretazione così "personalizzata" di quanto è successo in Iraq riguardo la morte di Calipari, quasi che si volesse piegare il disegno di Dio a proprie intepretazioni personali. Mi rallegro che il Duca non volesse intenderla così, ma dubito comunque che sia stato sincero fino in fondo.
Ai posteri...

Duque de Gandìa ha detto...

Ma guarda: abbandono per un po’ il mio banalissimo blog e vi trovo una tenzone! :)
Grazie all’impetuosa I. –che mi onora della di lei immeritata benevolenza- faccio così la conoscenza dello “sferzante” – ipse dixit :) – “PseudoLeonardo”.
Ad essere SINCERO FINO IN FONDO, avevo sperato che il mio intervento fosse stato chiarificatore ma credo sia opportuna una puntualizzazione. Ovviamente la necessità d’una puntualizzazione è una mia sensazione che non pretende l’oggettività: )
AD PERPETUAM REI MEMORIAM
Dobbiamo intenderci su cosa significa “piegare il disegno di Dio a proprie intepretazioni personali”!
Non sono stato d’accordo sul simpatico rimbrotto fattomi poiché ritengo che le mie riflessioni non potessero avere le pur minime sembianze di un oracolo divino. Essendo io un pargolo senza malizia, ritengo che le mie interpretazioni (riflessioni, dubbi, speranze, timori), essendo solo “mie”, hanno vita nella mia testa e nulla hanno a che fare con gli ingranaggi che fan girare questo mondo e quell’altro.
Essendo io sano di mente – o forse non essendolo – riesco a distinguere tra: il compiersi di un fatto da un lato e, dall’altro, i molteplici piani di lettura che di un avvenimento si possono dare legittimamente o illegittimamente. Per me “piegare” l’altrui ai propri scopi si chiama “strumentalizzazione”:ho quindi strumentalizzato una tragedia? E a che scopo? Che tesi ho voluto dimostrare? Che Dio è ingiusto?o che Dio è troppo buono? Che Dio è bertinottiano? O che è berlusconiano?
Io – sinceramente – non volevo spiegare o giustificare nulla.
Comunque mi sembra che –appunto:)- i “mi sembra”, “spero”, “forse”, non latitassero nel testo bonariamente incriminato.

Ho voluto solo fissare le mie sensazioni di sabato 5, di fronte al rimpatrio della Sgrena e del feretro; domenica 6 quando son stato alla camera ardente; lunedì 7 sera dopo aver visto qualche stralcio dei funerali: e STOP.
Tra le mie riflessioni banali – ma quelle erano in quei giorni – ,c’è stato il pio desiderio che la vedova trovasse delle risorse interiori cui aggrapparsi, ma per il suo bene e non al fine di accontentare me. Ho espresso il timido auspicio che magari anche la signora Sgrena da tanto male sofferto potesse ricavare, nel segreto del suo cuore, qualcosa di spiritualmente proficuo, perché no?
Altra cosa è sostenere che ci sia una perversa logica di causa-effetto per cui Dio volendo piegare a più miti consigli gli editorialisti del Manifesto abbia decretato la morte di Calipari.
La mia intenzione era soffermarmi sulle implicazioni esistenziali che l’‘affaire’ Calipari aveva prodotto, lo PseudoLeonardo invece ha preteso che ogni mia riflessione fosse unita all’altra da una logica stringente. Lo avviso che quando si mette in mezzo Dio, la logica ferrea può condurre a conclusioni pericolose oltre che ridicole, poiché Iddio ha le sue logiche (il plurale è voluto) ed io non sono Navarro Vals.

Lei ha le sue valide ragioni, ma io rivendico a me stesso la retta interpretazione dello spirito del testo.
Rivendico perciò al post – come lei dice - il suo carattere personale, personalistico, personale – e pure stronzo - ma poiché da nessuna parte c’è scritto che trattasi di ben più che di sentimenti ultra personali (e quindi molto relativi rispetto ai fatti nudi e crudi), non credo che possa urtare se non da un punto di vista puramente grammaticale.:)

Post scriptum

Non si adombri se il Duca la chiama Pseuso Leonardo: è il suo modo per omaggiarla per averci leggiucchiato.
Il Duca lo ha associato allo Pseudo Dionigi di cui parla Dante nel XXIX canto del Paradiso:
“E Dionisio con tanto disio
a contemplar questi ordini si mise,
che li nomo` e distinse com'io.
Ma Gregorio da lui poi si divise;”

San Gregorio Magno, nel descrivere il Paradiso si distacco dal testo delle “Hierarchiae” attribuite erroneamente a san Dionigi l’Areopagita. Ma dopo morto - racconta Dante -, entrato in cielo si accorse di aver avuto lui torto e lo pseudo Dionigi ragione:

“onde, si` tosto come li occhi aperse
in questo ciel, DI SE' MEDESMO RISE.”
Di se stesso rise,
iniziando con una gran dose di auto ironia la sua vita in Paradiso: BUON PRO VI FACCIA:)
SINCERAMENTE Suo

Luciano ha detto...

"Essendo io un pargolo senza malizia"

Stai scherzando, vero? :-)

sempre tuo,
Luciano