venerdì, maggio 20, 2005

Santa anche subito!




Ieri sera ho avuto finalmente la gioia di ammirare in un dibattito politico televisivo: Daniela Santanchè.
Questa celeberrima deputata di Alleanza Nazionale, signora delle feste e dei salotti milanesi a me nota per la “Daniela Santanchè Story” che ha imperversato nei mesi estivi sulla “colonna ruffiana” del Foglio.
La signora ha difeso la legge 40, cui ha contribuito fattivamente alla stesura. Avendo a che fare con i “professionisti della politica”, lei “professionista dei salotti buoni”, lasciando da parte i massimi sistemi filosofici, ha cercato di mostrare il “buon senso” che presiede alla legge.
La deputata Santanchè capisce bene che su questi argomenti dovrebbe prevalere il “senso comune”: c’è un limite biologico per la donna, la medicina può dare una mano a rimanere incinta, e la legge consente di manipolare gli embrioni concepiti in provetta con i medesimi limiti stabiliti per gli embrioni concepiti alla vecchia maniera.
Che c’è di così tanto difficile da capire? Sembra dire la Onorevole Santanchè, gingillando le vistose gioie che ne adornano il bel personale.
Mi è sembrato che avrebbe avuto la voglia di dire: è abbastanza semplice capire come trattare un embrione, è molto più difficile e complicato sapersi muovere tra le posate ad un pranzo di gala!
Ed è tremendamente vero, io penso.

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