martedì, ottobre 25, 2005

Last night I dreamt of San Pedro /1

Ovvero: IPOTESI SU SAN PIETRO o d’un’agiografia per la regia del "teologo" Giulio Base.

Lunedì 24 ottobre ’05. La prima puntata della fiction religiosa si apre con la Madonna Lina Sastri ai piedi della croce.

Confesso di non aver mai visto una Addolorata così poco addolorata.
Ho sempre pensato che Lina Sastri sarebbe potuta essere perfetta nel ruolo della Madonna ma, in quest’interpretazione, la “santa donna”, sotto la croce del figlio, s’è limitata ad un poco convinto urletto di circostanza. Poi subito dopo “al funerale”, la Beata Vergine si rivolge a san Pietro venuto a porgerle le condoglianze (?!) dicendogli beatamente –corpore insepulto- che è inutile rammaricarsi di come la storia è andata a finire; tutto è andato come deve andare e bisogna mettersi l’animo in pace: in fondo l’ha voluto “Lui”!
“Signora mia!” – anzi Nostra Signora!- che lucidità! Ad un’ora, due ore, dall’atroce morte del figlio unico di madre vedova, ha già operato una rielaborazione del lutto che ha del miracoloso!
Ciò lo trovo storicamente e teologicamente disdicevole. Soprattutto il passo in cui la Santa Vergine, per nulla trafitta dallo spadone (come vorrebbe la logica umana e la pia tradizione) consola Pietro dicendogli grossomodo che Gesù anche da morto gli sarà vicino: basta invocarlo per sentirlo vicino a se!

Caro Giulio Base, che ti prendi la laurea in teologia per fare questi film, non avverti il senso della ridicola affettazione spiritualistica in un discorso del genere?
Forse tu e i tuoi sceneggiatori volevate mettere in bocca a cotanta santa degli ammaestramenti altamente spirituali e che avessero un valore catechistico per i pii telespettatori. Ma c’è una gran bella differenza tra sentire ancora vividamente il ricordo di un defunto e il credere nella reale presenza spirituale di un risorto!

Questa –non sottile!- differenza, nella fiction televisiva, non è per nulla rilevante tanto è vero che l’apparizione “a porte chiuse” di Gesù agli Apostoli perde di qualunque fondamento gnoseologico della realtà della resurrezione di Cristo. Gesù non trova gli Apostoli barricati e tremanti “per paura dei giudei” (e che hanno paura di aver di fronte un fantasma e che Gesù, per convincerli che è vivo, deve fargli toccare le piaghe e deve mangiare con loro del pesce arrosto) ma trova un Cenacolo con la porta spalancata per il via vai dei discepoli in fibrillazione che, a quarantott’ore dalla morte di Gesù, stanno già dandosi da fare per organizzare la Chiesa! È un Gesù che entra con la faccia di quello che dice: “E’ permesso? Passavo di qui, ho visto aperto e mi sono detto: andiamo a porgere un fraterno ‘ciao’ a quei simpatici esaltati!” Un Gesù che apparendo blocca l’opera apostolica: quasi un’azione di disturbo della “collegialità ecclesiale”. C’è da chiedersi che appaia a fare! Tanto tutti gli Apostoli, quella prima domenica di pasqua, andavano già in giro dicendo che Gesù era il Figlio di Dio e che era risorto!
Le apparizioni di Gesù, per il comitato teologico presieduto da “monsignor” Giulio Base, nulla aggiungono alla fede apostolica.

È forse inutile rammentare che una tale esposizione dei fatti è totalmente in contrasto con lo spirito e la lettera dei testi sacri?

Partiamo dal fatto che dalla lettura dei Vangeli si evince chiaramente che nei tre anni vissuti con Gesù gli Apostoli non avevano minimamente l’idea di essere una “Chiesa”.
Erano dodici discepoli tra i molti che però Gesù aveva scelto affinché stessero sempre con lui, notte e giorno, a cui poter parlare, non solo per parabole, per esporre apertamente la propria dottrina e la propria missione. Ma non è che gli Apostoli rispondano alle sollecitazioni teologiche con molto acume intellettuale!
Per esempio: mentre Gesù al pozzo di Sicar sta cercando di convertire la Samaritana, gli Apostoli lo interrompono chiedendogli se vuole mangiare.
Il Signore, disturbato mentre fa il suo mestiere di redentore, risponde: “ho da mangiare un cibo che voi non conoscete”, che è un modo gentile per dire: “non rompetemi le scatole mentre sto predicando la parola di Dio!”. Ma gli Apostoli si chiedevano l’un l’altro: “forse qualcun altro gli ha già portato da mangiare?”.
È assai difficilmente ipotizzabile che persone, di una tale finezza spirituale, abbiano in poche ore metabolizzato la morte di Gesù, tanto da invocare Pietro come loro capo che li guidi nella continuazione dell’”annunzio della lieta novella”; e, poi, quale lieta novella?

I Vangeli raccontano cose ben diverse.
1) L’unico Apostolo presente alla sepoltura di Gesù fu Giovanni. Pietro stava ben lontano per varie ragioni.

2) Il sabato gli Apostoli non correvano a destra e a manca per le vie di Gerusalemme sia perché la Legge di Mosè lo vieta sia perché erano terrorizzati dalla possibilità che anche loro venissero condannati a morte perché discepoli di un sovversivo bestemmiatore, anche questo in base alla Legge di Mosè.

3) Giovanni racconta che il primo giorno dopo il sabato la Maddalena disperata corre al Cenacolo per lamentare il furto del cadavere del Maestro. Nella fiction invece la Maddalena corre giuliva dagli Apostoli -trova la porta aperta!- annunciando che il corpo non c’è più quindi Gesù è risorto come aveva detto (la logicità e la linearità di un simile ragionamento alla Maddalena dei Vangeli è ignoto).

4) Giovanni (che è l’unico degli undici che sa esattamente dove e come è stato sepolto Gesù) corre al sepolcro seguito da Pietro. Giovanni, che è molto giovane, corre e arriva per primo vede le bende ma non entra: aspetta Pietro. Lo fa non perché ne riconosce il primato pontificio ma perché la mamma gli ha insegnato ad avere rispetto per gli anziani; è possibile che, oltre sessanta anni dopo (avendo noi presente la forte valenza mistica che Giovanni dà alle parole), nello scrivere il suo Vangelo abbia voluto dare un significato spirituale alla notizia che è Pietro il primo in assoluto ad entrare.
Ma nonostante qualunque postumo misticismo, Giovanni dice chiaramente che non Pietro ma lui vide e credette. Infatti solo Giovanni poteva fare una comparazione tra ciò che vedeva in quel momento e come era stato sepolto Gesù due giorni prima.

Nella fiction Pietro alla vista delle bende è preso da grande gioia e crede che Gesù è vivo.Luca scrive: «Pietro tuttavia corse al sepolcro e chinatosi vide solo le bende. E tornò a casa pieno di stupore per l’accaduto » (Lc24,12).Stupore, non fede!

Giovanni dice: «Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora capito la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa.» (Gv 20, 8-10).
Ma se erano in due, e Giovanni credette, chi saranno mai questi che non capivano le profezie bibliche se non Pietro stesso e gli altri discepoli rimasti chiusi in casa?

A questo punto sì che arriva la Maddalena tutta giuliva ad annunciare che Cristo è risorto! Ma non in base a delle sue devote considerazioni (come invece fa la Maddalena della fiction) ma perché lo ha visto, lo ha toccato, ci ha parlato!
I discepoli alle parole delle donne non si scompongono più di tanto. «Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse.» (Lc 24,11).

Sintetizza "simpaticamente" il Vangelo di Marco:
«Risuscitato al mattino del primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Magdala, dalla quale aveva cacciato sette demoni.
Questa andò ad annunziarlo ai suoi seguaci che erano in lutto e in pianto. Ma essi udito che era vivo ed era stato visto da lei, non vollero credere.
Dopo ciò, apparve a due di loro sotto altro aspetto, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma neanche a loro vollero credere.
Alla fine apparve agli undici, mentre stavano a mensa, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto resuscitato.»
(Mc 16, 9-14)

5) È un dato evidente che Marco, Luca e Giovanni, nel raccontare i fatti seguenti alla Resurrezione fanno particolarmente menzione di Pietro. Ciò è indicativo della venerazione delle prime comunità cristiane per quello che nelle liste dei dodici Apostoli viene messo, non a caso, al primo posto.
Scrive Luca che i discepoli di Emmaus tornati a Gerusalemme per annunciare di aver visto Gesù trovarono i discepoli che dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».
Quest’evento Luca lo inserisce prima dell’apparizione serale a tutti gli Apostoli riuniti nel Cenacolo. Quindi dopo la Maddalena, Gesù sembrerebbe essere apparso a Pietro da solo, e prima, rispetto agli altri Apostoli mentre questi tornava dal sepolcro ancora turbato per ciò che aveva visto.
Solo Luca fa questo accenno, nemmeno i vangeli apocrifi, che amano abbondare in particolari fantasiosi, ne parlano quindi Giulio Base, o chi per lui, ha immaginato un Pietro che inquieto, di ritorno dal sepolcro, fa la carità ad un mendicante che poi si rivela essere Gesù in persona.
Si è voluto marcare la predilezione di Cristo –e della Chiesa- per i poveri?
Ma più che ai fioretti di San Francesco la pia invenzione sembrerebbe essere ispirata ad una fiaba dei fratelli Grimm.

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