giovedì, giugno 22, 2006

San Giovanni "Degollado"

Ovvero: Gesù gli domandò: "Qual è il tuo nome?". Rispose: "Legione", perché molti demòni erano entrati in lui. (Lc. 8, 30)




Il messicano padre Marcial Maciel Degollado, nato nel 1920, fondatore della Legione di Cristo; la Congregazione religiosa con il più alto numero di nuove vocazioni; è stato a più riprese accusato di abusi sessuali da ex seminaristi o ex sacerdoti degli stessi Legionari di Cristo. Da notizia diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede in data 19 maggio 2006, la Congregazione della Dottrina della Fede ha emanato una disposizione con cui si condanna "a morte" l'ottuagenario e malato "Fundadòr" ad "una vita riservata di preghiera e penitenza" (peraltro il Reverendo già da anni aveva lasciato la guida della sua "creatura").

Il "divinus" Magister da anni ormai, insinuava che, (dopo mezzo secolo di accuse)pur nel silenzio più totale, qualcosa si stava muovendo negli uffici dell'ex Sant'Ufficio guidato dal Cardinal Ratzinger.

A norma del Motu Proprio ‘Sacramentorum sanctitatis tutela’ promulgato il 30 aprile 2001 da Giovanni Paolo II, l’allora Cardinale Joseph Ratzinger, ha autorizzato una investigazione delle accuse. Ma và rimarcato che ciò che interessava inquisire a Ratzinger non era la fedeltà al voto di castità del padre Marciel, ma un altro "reato" considerato molto più importante e più grave (ognuno ha le proprie priorità!): il fascicolo con l'accusa, presso l´ex Sant´Uffizio, infatti recava la dicitura latina "Absolutionis complicis (Arturo Jurado et alii - Rev. Marcial Maciel Degollado)". Ovvero: "dell´assoluzione del complice".

Ossia: è ritenuta colpa gravissima quella di un sacerdote che si confessa ed ottiene l'assoluzione da un altro prete con cui è stato complice del "misfatto" di cui si chiede l'assoluzione sacramentale (segnatamente se si tratta di peccato contro il sesto comandamento!).
Se quindi la Congregazione della Dottrina della Fede ha emesso per padre Maciel una "condanna" al silenzio e della penitenza fino alla morte , lo avrà fatto sicuramente tenendo conto dell'accusa di aver violato la santità di uno dei sette Sacramenti e non per aver violato uno dei dieci comandamenti.

La cosa deve essere assai rimarcata soprattutto in vista della morte di padre Macier, e rimarcata da coloro che vorranno opporsi all'apertura del processo di beatificazione.
Non vorrei, infatti, che il 'divinus' Magister oggi assai "gongolante", perchè papa Ratzinger quale umile massaia nella casa del Signore ha fatto pulizia della sporcizia della Chiesa, dovesse un domani stramazzare al suolo venendo a sapere della richiesta di apertura di un processo di beatificazione per il prossimamente defunto fondatore dei Legionari di Cristo.

Non è fanta-religione danbraunesca o una bizzarra provocazione.

La situazione potrebbe benissimo verificarsi: la sbandierata umiltà con cui il fondatore, e la congregazione dei Legionari tutta, si è piamente sottomesso sotto la sacra pantofola del pontefice "ccioiosamente" regnante, potrebbero benissimo essere "propagandate" quali manifestazione di "virtù eroica" del padre Maciel, seguendo la lunghissima teoria di santi oggi canonizzati che in vita furono perseguitati dalle autorità della Chiesa, accusati di eresia, sospesi "a divinis", molti fondatori e fondatrici di ordini religiosi furono scacciati dalle loro stesse congregazioni: l'agiografia è ricchissima di consimili drammatici "fioretti".

Ad esseri obbiettivi, la pubblicizzata "condanna" del Sant'Uffizio è in realtà una "NON condanna".

Ad essere obbiettivi si è trattato di una ufficiale giustificazione del perchè del non procedere da parte del Dicastero vaticano contro padre Maciel: in ragione e per riguardo all'estrema vecchiaia dell'inquisito.
La condanna, quindi, c'è stata solo nella percezione dell'opinione pubblica che al solo sentire nominare la Congregazione della Dottrina della Fede, si immagina macchine di tortura, odore di zolfo e streghe al rogo.

Il vecchio padre Maciel non è stato sottoposto a nessun supplizio della corda, ne è stato scomunicato, me è stato (formalmente!) dichiarato colpevole di aver violato alcuna legge ecclesiastica. Ragion per cui se dopo morto fosse fatto oggetto di devozione chi potrebbe obbiettare seriamente?

Se la tomba di padre Maciel divenisse meta di pellegrinaggi e ci fossero persone che asserissero e comprovassero, certificati medici alla mano, di essere stati guariti dopo aver pregato il fondatore dei Legionari di Cristo?
Tutto il male di cui si è detto dei Legionari di Cristo, anche da parte di porzioni della stessa Chiesa Cattolica Romana, cosa apparirebbe se non meschinità dettate dall'invidia?
E l'invidia spirituale è pericolosissima, come scrive Guido da Cocconato :" ci sono ambienti dentro la Chiesa che vogliono che la Legione di Cristo sia devitalizzata e alla fine, magari, soppressa.

Non è una novità, è stato così fin dalla fondazione, nel 1941. Chi conosce la storia della Legione – pochi ahimé, ma anche chi ne è all’oscuro può sempre leggere la prima parte dell’intervista a padre Maciel, La Mia Vita è Cristo – sa di cosa parlo. E si tratta di ambienti trasversali.

Perché c’è stata sì l’ostilità storica del mondo liberal, con i gesuiti in testa. Ma non solo quella. Tanto per fare qualche esempio, non va dimenticato l’attrito negli anni ’80 e ’90 con l’Opus Dei, che ha visto sbucare dal nulla questi preti conquistadores a farle concorrenza nelle sue piazze di elezione, da Madrid a Città del Messico. Fino a casi “clamorosi” come quello dell’Università Finis Terrae di Santiago, in Cile, una piccola perla che nel 2002 fu acquistata dai Legionari di Cristo bruciando sul traguardo proprio l’Opera, sulla carta ben più potente e favorita.

Così come non va dimenticato che negli Stati Uniti, dalla fine degli anni ’90 a oggi, gli attacchi forse più duri alla Legione sono venuti da giornalisti conservatori o neo-conservatori come Michael Rose, Matt Abbott e da giri come quello della American Family Association. Non va dimenticato neppure che a partire dalla guerra in Iraq, quando nel mirino di certi ambienti USA oltre a Giovanni Paolo II finì il Cardinale Sodano, vero oppositore di quel tipo di operazione politico/culturale, anche i legionari, legatissimi a Sodano e alla sua impostazione, finirono nel mirino.

Infine un esempio recente, che può apparire poco significativo, mentre lo è eccome. E’ chiaro a tutti che la città di Roma è un po’ una rappresentazione in miniatura della Chiesa Cattolica, o meglio una vetrina di ciò che offre oggi il cattolicesimo. E’ altrettanto noto che il cuore culturale e teologico di questa offerta, il complesso delle università pontificie, versa in uno stato di grigiore. Non solo per la frammentazione parossistica degli atenei, ma per l’abbassamento di livello dei docenti, per l’appannamento culturale e l’insignificanza che spesso vi regna. Bene, i Legionari di Cristo nel giro di cinque anni hanno costruito a Roma un centro studi per 400 confratelli. Un ateneo, il Regina Apostolorum, che è diventato il punto di riferimento per una disciplina chiave come la bioetica, e l’unico in costante crescita di iscrizioni, mentre l’anno scorso ha organizzato più incontri e seminari di quanto hanno fatto tutte le altre università Pontificie messe insieme. Così la nuova Università Europea, la prima università cattolica parificata creata in Italia da 40 anni a questa parte, è nata grazie al lavoro e all'abilità organizzativa dei Legionari.
Ma si potrebbe continuare: a Roma i Legionari hanno iniziato a lavorare, con notevoli risultati, in un settore importantissimo e trascurato, quello della vita consacrata femminile, della formazione culturale e spirituale delle suore, diventando lentamente un punto di riferimento per tanti piccoli ordini.... eccetera.

Tutto questo solo per dire che di nemici, per invidia o per ostilità ad una certa visione ecclesiale, la Legione di Cristo ne ha sempre avuti tanti e variegati."




Perciò, dicono i simpatizzanti della "Legio Christi", da sempre, per un motivo o per un altro, si è tentato di "buttare la croce addosso" a padre Maciel e ai suoi figli spirituali che però costantemente hanno reagito "chinando il capo", deferenti ai comandi delle autorità ecclesiastiche.
Si è, infatti, rimarcato da più pulpiti che l'albero piantato dal reverendo Maciel ha prodotto frutti buoni, e gli estimatori di padre Maciel non potranno, nei secoli fedeli, ricordare il detto evangelico secondo cui un albero cattivo non può produrre frutti buoni.
Eppure, a voler essere maliziosi, bisogna ammettere che il libro della Genesi insegna ed ammonisce che anche da un albero che produce frutti "buoni" e "desiderabili" possono derivare inconvenienti gravidi di assai tristi conseguenze!

Forse non lo sapremo mai se i Legionari di Cristo, a dispetto della personale specchiatezza morale dei singoli membri, siano stati vittime di "un peccato di origine".

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