giovedì, luglio 20, 2006

dei Sepolcri, XIV

E' di già un anno che si perpetua il rimpianto per la simpatica, fumantina, nonchè prezzemolina del piccolo schermo, Cecilia Gatto Trocchi: antropologa del religioso, del magico e del demoniaco, che è stata così tanto familiare al vasto publico italiano per le molteplici "ospitate" televisive ogni qual volta nella tv italiana si affrontavano i temi del paranormale, della stregoneria e l'occultismo della cronaca e della Storia.

La cinguettante Antropologa della Religione che con tanta ironia smontava il patos di tanti rituali magici, che con sarcasmo demitizzava i mistici scopi di tante società segrete del passato e del presente, è morta da più di un anno ma ben pochi di coloro che l'hanno conosciuta e apprezzata per i suoi interventi sui mezzi di comunicazione di massa pare che ancora lo sappiano.

Si rimpiangerà il suo amore alla verità storica, lo sberleffo della cialtroneria di tanti operatori di magheggi ed al contempo la critica pungente alla demagogia pseudo illuminista che vede nella religione e principalmente nella Chiesa cattolica la culla di ogni irrazionalità. Di fronte ai neo-illuminati razionalisti, che accusavano la Chiesa di ogni possibile crimine frutto della superstizione, quali spassosissimi exempla la professoressa Gatto Trocchi era solita divertirsi nell'elencare, ammiccante, le manie esoteriche di tanti padri nobili della scienza e della civiltà modernità.


Cecilia Gatto Trocchi era affetta da una forte depressione a causa della prematura scomparsa del figlio, Massimiliano Gatto, morto nel giugno del 2003 a causa di una leucemia fulminante subito dopo essere uscito vivo da un tremendo incidente d'auto.
La professoressa (che aveva già tentato il suicidio nel mese di febbraio 2005, con una massiccia ingestione di barbiturici) si è tolta la vita alle 21,30 di lunedi 11 luglio 2005, lanciandosi da una finestra del pianerottolo al quinto piano della palazzina in cui abitava, in via Eusebio Chini 69 a Roma. Secondo la ricostruzione dell'accaduto, si è lanciata nel vuoto stringendo in mano una foto del figlio, ed è morta sul colpo schiantandosi nel cortile interno dello stabile.