Papa Benedetto XVI gusterà sabato 8 luglio 2006 la paella valenciana nella prima giornata del suo viaggio apostolico a Valencia per presiedere gli atti finali del V Incontro Mondiale delle Famiglie.
L'agenzia giornalistica cattolica ZENIT in data 7 luglio 2006 informa che: "Il piatto tipico valenciano verrà cucinato dalla comunità di quattro donne dell’istituto secolare di vita consacrata “Operaie della Croce”, che presta abitualmente servizio nell’Arcivescovado.
Benedetto XVI cenerà nel Palazzo Arcivescovile sabato e farà colazione domenica mattina prima di dirigersi allo scenario costruito sul ponte di Monteolivete, vicino alla Città delle Scienze, per presiedere la Messa conclusiva del V Incontro Mondiale delle Famiglie.
Il Papa alloggerà in alcune stanze al primo piano dell’edificio, decorate con fotografie familiari dell’infanzia del Pontefice e quadri restaurati provenienti dal Palazzo Arcivescovile e dal Museo Diocesano.
La stanza da letto occupa una superficie di 12 metri quadri. Su una libreria ci sarà un’immagine della Madonna de los Desamparados, patrona di Valencia. Oltre che della stanza, Benedetto XVI disporrà di un piccolo studio. I suoi segretari occuperanno altre due camere da letto di 12 metri quadri, ognuna con bagno individuale, e con uno studio annesso di 20 metri quadri. Le stanze si raggruppano intorno ad una sala e ad un corridoio che dà accesso alla nuova cucina del Palazzo Arcivescovile.
Le stanze pontificie occupano una superficie totale di 186 metri quadri e sono ubicate vicino alla cappella dell’Arcivescovado con vista sul giardino interno. Le fonti di illuminazione delle stanze provengono dal magazzino del Seminario di Moncada, dove rimanevano inutilizzate. In altre stanze del Palazzo Arcivescovile alloggeranno il medico personale del Papa, altri collaboratori e un picchetto della Guardia Svizzera del Vaticano, che accompagna il Pontefice nei suoi viaggi.
La costruzione delle stanze papali fa parte dei lavori di ristrutturazione del Palazzo Arcivescovile, coordinati dall’Architetto valenciano Jaime Aloy, che hanno permesso di riconvertire varie stanze antiche dell’edificio."
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