Sive: Dicebamus heri...
[dal "Diario del Concilio" di monsignor Neophytos Edelby (1920-1995) vescovo cattolico arabo di rito bizantino]
Giovedì 11 ottobre 1962. - E' il giorno dell'apertura solenne del Concilio. Non posso descrivere tutta al cerimonia.
[...] Il corteo è durato quasi un'ora, dalle 8.30 alle 9.30.
In San Pietro non c'è stato il tempo di assegnare a ciascuno il suo posto. Ci siamo trovati tutti sullo stesso lato e sulla stessa fila. Così la Chiesa Melchita era rappresentata da un gruppo compatto che si distingueva molto facilmente in mezzo a quelle migliaia di mitre bianche.
[...]
Il banco riservato ai patriarchi si sistingueva da quello del resto della gerarchia solamente per una tappezzeria verde tesa sul davanti dell'inginocchiatoio e dello schienale. E' il primo banco tra quelli riservati alla gerarchia. Ma è nettamente inferiore a quelli riservati ai cardinali, sia quanto alla posizione sia quanto al decoro. Malgrado tutti i nostri sforzi, non è stato possibile ottenere che Roma conceda ai patriarchi il rango che fu loro accordato dai primi Concilii ecumenici. Ma non disperiamo che un giorno lo si potrà ottenere. L'assenza del nostro patriarca è stata notata. Quelli che sono al corrente delle cose hanno rapidamente indovinato che la salute non è l'unico motivo.
La messa de Spiritu Sancto è stata cantata dal card. Tisserant, decano del sacro collegio.
E' seguita la professione di fede, detta all'inizio dal papa, ripetuta dopo, a nome di tutti i padri del Concilio, da mons. Pericle Felici, segretario generale del concilio.
Poi si è svolta la cerimonia dell'obbedienza. Uno ad uno i cardinali sono andati a baciare la mano del papa. I patriarchi hanno fatto esattamente come loro. Due arcivescovi e due vescovi, a nome dei loro confratelli, gli hanno baciato il ginocchio destro. Due superiori generali gli hanno baciato il piede.
Si è celebrato in seguito un piccolo ufficio latino per l'inaugurazione del Concilio. Poi è stata cantata una supplica orientale, l'Ektenìa, di rito bizantino. Il papa ha presieduto e ha letto la sua parte in greco. Tre vescovi bizantini celebravano: mons. Hakim, che ha letto la prima preghiera in arabo, mons. Katkoff, che ha cantato un Ekfonesi in slavo, e mons. Gad, che ha terminato in greco. Due diaconi dicevano le litanie in greco. E' stata una Ektenìa piuttosto abbreviata, poichè la cerimonia durava già da cinque ore, ma i canti sono riusciti bene e la cerimonia greca è piaciuta a tutti: felice innovazione dovuta all'amore del papa per l'Oriente.
Tutta questa lunga cerimonia è stata conclusa da un lungo discorso del papa in latino. Il papa ha detto delle cose molto belle. Ma era in latino e molti padri del Concilio comprendono difficilmente il latino, e poi eravamo stanchi. Certi vescovi già dormivano. Gli altri erano manifestamente spossati. Non ce la facevamo più, quando dovemmo metterci in coreteo per lasciare la basilica. Erano già le 2.00 del pomeriggio. Bella cerimonia dopo tutto, così grandiosa e così commovente. Per la prima volta nella storia si vedevano 2500 vescovi riuniti per un concilio. Al precedente Concilio Vaticano ce n'erano 700 [...]
Sabato 13 ottobre 1962.- Oggi, a San Pietro, 1a congregazione generale del Concilio, cioè prima riunione di lavoro.
Mons. Florit, arcivescovo di Firenze, celebra una messa bassa de Spiritu Sancto . Sua beatitudine ha deciso di assisistere a questa riunione. Fuori piove a torrenti. Dopo la messa il segretario generale del Concilio prega i padri di scrivere sul quaderno che è loro stato distribuito i centosessanta nomi di coloro che vogliono come menbri delle dieci commissioni conciliari.
[...] Ma scrivere centosessanta righe di latino rappresenta una o due ore di lavoro. Inoltre nessuno era pronto. I vescovi non si conoscono abbastanza.
[...] Tutti sono visibilmente imbarazzati. All'improviso si alza il card. Liènart, vescovo di Lille. Propone di rinviare lo scrutinio di qualche giono, per permettere ai differenti gruppi di vescovi di presentare delle candidature e di presentare delle liste, dopo essersi consultati con i vescovi delle altre nazioni. Si applaude, sollevati.
[...]
Questa prima sessione di lavoro non sarà durata che dieci minuti. E la seduta è sciolta. Si sarebbe dovuti passare ad un'altro punto dell'ordine del giorno. Ma l'ordine del giorno pare che non ci sia.
[...]
Martedì 16 ottobre 1962. -2a congregazione generale nella basilica di San Pietro. La messa de Spiritu Sancto è celebrata dall'arcivescovo di Saragozza mons. Casimiro Morcillo Gonzàlez.
Dopo la messa si dovrebbe passare all'elezione dei menbri delle commissioni conciliari. [...] Infine si comunica che la presidenza ha deciso di cominciare i dibattiti conciliari con lo studio dello schema de sacra liturgia.
I nostri vescovi hanno finito di scrivere le loro liste. Le consegnano alla segreteria. Altri preferiscono scriverle a casa.
Lasciamo la sessione alle 10.30. Ancora una sessione che non sarà durata che un'ora.
[...]
Sabato 20 ottobre 1963. -3a congregazione generale a San Pietro. All'ingresso della basilica, possiamo finalmente ritirare il numero ufficiale del nostro posto al Concilio. Io ho il numero S205 (la lettera S indica le file di sinistra).
La messa de Spiritu Sancto è celebrata oggi da mons. Martin Jansen, olandese, arcivescovo di Rotterdam. Oggi si nota un maggior raccoglimento. I chierici di servizio restano ai loro posti. Nel corso della messa non vengono più distribuiti testi degli schemi o altro. Ci dicono che l'episcopato francese aveva inviato alla segreteria del Concilio una nota che attirava l'attenzione sul brusio e il viavai che si constatava nel corso di questa messa bassa. Si vede che ne hanno tenuto conto. Buon segno.
Dopo la messa è mons. Nabaa, nuovo sottosegretario, a intronizzare il vangelo. Poi si apre la seduta.
[...]
Lunedì 22 ottobre 1962.- Oggi, 4a congregazione generale a San Pietro. La messa de Spiritu Sancto è celebrata da mons.Jaegen, vescovo di Paderborn. Innovazione: una corale canta qualche verso. La messa è resa così un pò meno bassa.
Altra innovazione: il Vangelo che viene intronizzato all'inizio di ogni riunione, d'ora in poi viene rivolto verso l'assemblea, mentre prima era rivolto verso l'altare.
La congregazione di oggi è presieduta dal card. Girloy, arcivescovo di Sidney.
[...]
Subito dopo si comincia la discussione dello schema sulla liturgia.
Il card. Larraòna introduce brevemente la discussione, poi passa la parola al p. Antonelli, ofm, che fa un rapporto abbastanza lungo sul contenuto dello schema.
Il presidente annuncia che venticinque oratori hanno chiesto di prendere la parola sullo schema in generale.
Si sente nell'assemblea una duplice corrente: una corrente conservatrice rappresentata soprattutto dagli italiani, e dai nordamericani, e una corrente riformatrice, ma moderata, rappresentata dal resto degli europei e dai vescovi missionari. Questa seconda corrente sembra dover prevalere.
La seduta è tolta a mezzoggiorno.
[...]
Martedì 23 ottobre 1962. -Oggi 5a congregazione generale del Concilio. la messa è celebrata da S. Ecc. mons. Krol, arcivescovo di Filadelfia, con la partecipazione della corale.
Oggi l'intronizzazione del santo vangelo viene fatta con ancor maggior solennità: viene portato in processione dal fondo della Chiesa, al canto del Laudate dominum omnes gentes e del Christus vincit. Poi alla fine della seduta viene riportato solennemente.
[...]
Si comincia poi la discussione del proemio e del primo capitolo dello schema sulla liturgia. La discussione è serrata e le opinioni fortemente contrastanti. Si va dall'opposizione più sistematica all'approvazione più piena.
Gli oratori italiani vogliono rilevare nel testo degli errori o almeno delle esagerazioni dottrinali, al fine di poter rinviare il testo alla commisssione dottrinale, presieduta dal card. Ottaviani, che è accusato dalla voce pubblica di aver giàtroppo giocato di nascosto col testo.
Ma il punto più stimolante della questione è ancora la questione della lingua liturgica.
A questo punto, tre atteggiamenti si affrontano: americani, inglesi e italiani vogliono il mantenimento quasi totale del latino.
I sudamericani, gli spagnoli e i canadesi vogliono una certa estensione dell'uso della lingua parlata.
I vescovi missionari, i francesi, i tedeschi e gli austriaci difendono un uso molto largo della lingua viva.
La discussione dura più di due ore.
La parola è data alla fine al nostro patriarca, che parla in francese, con voce forte e con molta emozione.
Egli pronuncia un discorso storico: il Cristo e gli apostoli hanno parlato il linguaggio dei loro contemporanei. La Chiesa orientale ha sempre ammesso tutte le lingue nella celebrazione liturgica. Il latino è una lingua morta, ma la Chiesa è viva e deve parlare il linguaggio dei suoi fedeli di oggi.
Si sarebbe detto che una bomba era appena scoppiata a San Pietro.
Il patriarca conclude chiedendo l'istallazione nella basilica del sistema di traduzione simultanea, affinchè tutti i padri possano comprendere i dibattiti e prendere una parte viva al Concilio. Decine di prelati corrono a stringere la mano al patriarca e lo ringraziavano per aver osato dire quello che molti liturgisti pensavano.
I fratelli di Taizè gli vanno incontro, quando già stiamo nella macchina e gli baciano la mano: "Grazie, Beatitudine, per quello che avete fatto questa mattina in favore dell'unione".
Nessun commento:
Posta un commento