giovedì, ottobre 04, 2007
Pacco, contropacco e contropaccotto /9
Ai primi di Marzo 2007 l'Università di Bologna aveva deciso di conferire a Sua Santità Alessio II la laurea Honoris causa in Diritto Canonico.
Alessio II, Patriarca di Mosca e di Tutte le Russie, rispose accettando con favore ma facendo presente che, essendo la città di Bologna in Italia, ed essendo l'Italia "territorio canonico" della Chiesa Cattolica Romana, per ragioni protocollari ad accogliere Sua Santità Alessio doveva esserci il "pari grado" Sua Santità Benedetto XVI in persona (e non certo un "misero" cardinale arcivescovo!).
Il "Magnifico" Pier Ugo Calzolari ha risposto con una lunga ed articolata lettera in cui, in sostanza, lo invitava a fissare la data della propria calata su Bologna senza aspettarsi preventivamente la conferma della presenza del Romano Pontefice, ammiccando, molto italianamente, che poi, come suol dirsi "da cosa nasce cosa". Per poi meglio spiegare all'algido Presule che la legge "canonica" del popolo italiano è quella dell'arte d'arrangiarsi, il Rettore a Pasqua s'è recato a Mosca assieme al professor Andrea Zanotti, il docente di Diritto canonico che ha proposto la laurea ad Honorem.
Il Patriarca ha risposto invitando nuovamente la delegazione a recarsi a Mosca a maggio per la festa dei Santi Cirillo e Metodio però questa volta in forma ufficiale così che, di solennità in solennità, al termine della divina liturgia nella basilica dell’Ascensione al Cremlino, il Patriarca ha ricevuto la delegazione bolognese nell'attiguo palazzo del Patriarcato felicitandosi per il fatto che la decisione di conferirgli la laura honoris causa fosse stata presa all'unanimità ( quasi per ispirationem sive per acclamationem).
La delegazione dello "Studium" bolognese s'è mostrato comprensiva per la necessità di Alessio II di tempo per organizzare il suo "gran tour" e per meglio significare l'ansia di accogliere il Patriarca la delegazione ha annunziato che alcuni generosi bolognesi si sono proposti di finanziare completamente i restauri dell'antica chiesa moscovita dedicata a San Clemente Papa.
Il problema del "territorio canonico" è la grande spina nel fianco del dialogo tra Chiesa cattolica e Chiesa ortodossa russa poichè l'istituzione di vere e proprie diocesi di rito latino nel territorio dello Stato russo è considerata una violazione dei sacri canoni stabiliti dai primi concili ecumenici che vietavano ad un patriarcato di fondare diocesi nel territorio di un altro patriarcato; un patriarcato poteva creare nuove diocesi solo nei territori ancora privi di strutture ecclesiastiche; ragion per cui si accusa la Chiesa cattolica di considerare "la Santa Russia" al pari di una nazione pagana!
Il fatto che le diocesi di rito latino non abbiano il nome della corrispondenti diocesi ortodosse ma prendano il titolo dalla Chiesa cattedrale (per cui ad esempio il vescovo cattolico di Mosca non ha il titolo di "Arcivescovo di Mosca" -che è il titolo di Alessio II!- ma "Arcivescovo della Chiesa della Madre di Dio a Mosca" viene giudicato non un segno di rispetto ma solo un "bizantinismo".
Però la creazione di diocesi russe-ortodosse in "territorio canonico" cattolico non pare comporti problemi dato che vi è persino un Metropolita del Patriarcato di Mosca che si fregia del titolo di "vescovo di Vienna" quando è universalmente risaputo che Vienna da tempo immemorabile è una sede episcopale romano-cattolica!
L'antica regola che recitava: "un solo vescovo per una città" nel cattolicesimo, seppur ancora valida ed applicata, ha le opportune eccezioni quando in un medesimo territorio vi sono cattolici di differente rito (e quindi vi possono essere due o più vescovi di rito differente nella medesima città) oppure sono state create diocesi non organizzate territorialmente.
Ma anche nelle varie Chiese Ortodosse, nonostante le dichiarazioni formali di fedeltà all'organizzazione ecclesiastica stabilita quando c'era l'Impero Romano, nella realtà dei fatti anch'esse hanno costituito delle diocesi in territorio "non canonico" -alla stregua di "prelature personali"- arrivando poi a situazioni come quella dell'Ungheria dove per sopperire alle necessità pastorali della piccola minoranza ortodossa c'è un vescovo ortodosso romeno, un vescovo ortodosso russo, uno vescovo ortodosso bulgaro, uno ortodosso serbo, un vescovo poi che obbedisce al Trono Ecumenico, oltre ovviamente al vescovo della Chiesa autocefala ortodossa ungherese!
Si è detto che se il Patriarcato di Mosca tratta "a pesci in faccia" la Chiesa Romana lo fa proprio perchè la riconosce come vera Chiesa "sorella" e quindi ne riconosce la validità dei sacramenti ed anche quella della validità della successione apostolica dei vescovi: infatti il Patriarcato di Mosca non ha reagito con altrettanta virulenza di fronte alla fondazione in Russia di "sette" protestanti e non minacciandoli di interrompere il dialogo ecumenico, come invece ha fatto nei riguardi della Chiesa Cattolica!
E' poi da valutare l'atteggiamento del Patriarcato di Mosca che si fa forte del proprio primato nel numero di fedeli e ne fa un'arma egemonica di fronte a tutte le altre Chiese autocefale. Pertanto il "niet" ad un incontro del Patriarca moscovita col Pontefice romano mentre invece gli altri patriarchi ortodossi, volenti o nolenti, hanno abbracciato il Vescovo di Roma, vuol essere la prova provata che senza il consenso di Mosca è impossibile giungere ad una rappacificazione tra cattolicesimo ed ortodossia. Morale della favola: l'effettivo leader dei cristiani ortodossi non siederebbe sul Bosforo ma sulla Moscova!
La politica di ostruzionismo fino ad ora ha funzionato tanto che la prevista partecipazione congiunta del sedici volte Benedetto e del Patriarca Ecumenico Bartolomeo al summit teologico cattolico-ortodosso previsto a Ravenna dal 7 al 15 ottobre 2007 è saltata!
Se Cristo si è fermato ad Eboli Bartolomeo I è fermato a Napoli: ivi incontrerà Benedetto XVI durante la (prevista ad hoc) visita pastorale del papa alla città partenopea, domenica 21 ottobre.
Nel frattempo però anche Alessio "lento pede" si è mosso!
Per la prima volta da quando nel 1990 è stato eletto Patriarca di Mosca ha compiuto un viaggio all'estero che non fosse in un paese a maggioranza ortodossa, entrando in "territorio canonico" della Chiesa Cattolica per recarsi a Strasburgo su invito delle autorità della Comunità Europea.
Intervistato da Le Figarò (primo ottobre 2007) Alessio II ha così spiegato le ragioni del suo viaggio:
"In diciassette anni al servizio della Chiesa, ho visitato 83 diocesi della Chiesa ortodossa russa. Ho dunque sempre avuto intenzione di visitare la diocesi di Chersonèse, che si trova in Francia.
Questa visita e' stata accelerata dall'invito del presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa , che mi ha proposto di parlare all'aula. Nel visitare Strasburgo, non potevo ignorare Parigi.
Ho quindi accettato con piacere l'invito della Conferenza episcopale francese. Sono felice di potere chiarire il nostro punto di vista ed ascoltare quello della Chiesa Cattolica. La questione essenziale e' l'uomo. Noi viviamo in un mondo secolarizzato, che cerca di marginalizzare la religione. Occorre difendere i valori spirituali."
Innanzitutto il Patriarca sostiene di essersi recato in visita pastorale alla sua diocesi ortodossa presente in Francia, in territorio canonico del "Patriarcato di Roma", senza che ci fosse a Parigi ad accoglierlo un Patriarca pari grado ma solo un arcivescovo della città che ancora non è nemmeno cardinale! Perchè mai il Papa di Roma non potrebbe andare a visitare i vescovi cattolici presenti nel territorio della Confederazione Russa senza curarsi di incontrare il Patriarca ortodosso?
Si obbietterà che recarsi a Bologna non è come recarsi a Parigi perchè il Papa sta in Italia e non in Francia.
Però la Francia come l'Italia, dal punto di vista caro all'ecclesiologia degli ortodossi, fa parte del "patriarcato" di Roma.
Parrebbe quasi che l'abolizione dall'Annuario pontificio del titolo di "Patriarca d'Occidente" sia servito proprio a rendere più agevole gli spostamenti di Alessio II.
Il viaggio in Francia di Alessio II dal punto di vista ecumenico potrebbe essere letto come un gesto "forte"! Potrebbe essere l'implicita accettazione da parte della Chiesa ortodossa dell'analisi storica esposta dalla Chiesa cattolica per giustificare l'abolizione del titolo di "Patriarca dell'Occidente": tale titolo fu sempre vissuto dai papi come un titolo puramente onorifico poichè diversamente da quello dell'Impero Romano d'Oriente, il cristianesimo latino non ha mai avuto una struttura organizzativa unita ed omogenea come nei patriarcati dell'oriente bizantino.
Le Chiese dell'Occidente latino seppur vedendo nel Vescovo di Roma la somma autorità si erano strutturate in macro regioni (la Chiesa visigotica di Spagna, la Chiesa gallicana etc) poi trasformandosi in "Chiese di Stato" e negli ultimi tempi configurandosi in "Conferenze episcopali nazionali".
Se così fosse, questo spiegherebbe il perchè Alessio II abbia trovato conveniente che il 3 ottobre ad omaggiarlo fosse il cardinale Jean-Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux in qualità Presidente della Conferenza Episcopale francese (e non il "pari grado" Patriarca di Roma).
Nel pomeriggio un'altro sommamente significativo gesto del patriarca è stato quello di partecipare nella Basilica di Notre Dame ad una pubblica preghiera comune con l'arcivescovo di Parigi che gli ha fatto omaggio di una speciale ostensione della reliquia della corona di spine che si trovava orginariamente a Costantinopoli e fu poi comprata da San Luigi IX. Si ricordi che quando Giovanni Paolo II si recò nel 2001 in Grecia l'Arcivescovo di Atene non acconsentì a celebrare nessuna preghiera comune e solo durante l'incontro privato -a quattrocchi e senza testimoni- si arrese alla richiesta papale di recitare insieme il "Padre Nostro".
Sicuramente, da parte Ortodossa in questi pochi anni ci sono state delle positive aperture, spero solo che la causa non sia da attribuire solo alla provenienza geografica del Papa di Roma (per i Russi i Polacchi sono sempre stati i nemici storici)!
Grande meraviglia, è stata la mia, nel non trovare nei mass media italioti (tranne ovviamente nell'Avvenire) alcuna eco del discorso che il 2 ottobre Alessio II ha tenuto al Consiglio d'Europa.
Alessio II ha deprecato il «relativismo morale»:
«C'è oggi una frattura funesta tra i diritti dell'uomo e la morale. La si può vedere nella comparsa di una nuova generazione di diritti che sono in contraddizione con la morale, fino alla giustificazione di atti amorali con l'aiuto dei diritti dell'uomo»; ammonendo che di fronte ai convincimenti etici dei singolo «non c’è potere dello Stato che possa interferire in ciò».
Tra l'altro ha poi additato il pericolo di «estromettere la religione dalla sfera pubblica per relegarla nel privato» ma che anzi andrebbe incoraggiato lo studio della religione nelle scuole al fine di formare nelle nuove generazioni quei morali che sono i pilastri sui quali si regge la società.
Insomma, un discorso che pareva scritto da Benedetto XVI e che ne ha pertanto decretato la subitanea damnatio memoriae poichè a molti non pare opportuno propagandare alle masse che la Chiesa cattolica non è rimasta da sola ad ostinarsi a riproporre le sue tesi antiquate, e che pertanto non è vero -come invece l'intelighentia ci dice, martellante, ogni santo giorno! - che l'unica strada per il Cattolicesimo per essere "più ecumenico" sia quello di abbracciare le magnifiche sorti e progressive del protestantesimo!
A proposito di politically correct, ad una -in vero, poco fantasiosa- domanda rivoltagli sulla discriminazione degli omosessuali Alessio II ha risposto che sono sbagliate le discriminazione verso gli omosessuali ma parimenti non si può tollerare la libera propaganda di comportamenti peccaminosi che: «cambiano la personalità dell’uomo, in questo senso sono una distorsione, una malattia».
L'avesse detto il papa sarebbe stato sottoposto ad un massacro mediatico, ci sarebbero state marce di protesta e qualche attivista gay come i bonzi si sarebbe dato fuoco in Piazza san Pietro!
Ma neanche delle "medievali" dichiarazioni di Alessio II nessuna risonanza suo mezzi di comunicazione italiani di solito invece sempre solleciti al cicaleccio ecclesiastico tanto che persino la nomina del "sacrestano" del papa diventa una notizia da prima pagina!
La Chiesa ortodossa, nonostante tutto, però consente ai preti di sposarsi: meglio presentarli come tipi simpatici, no?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento