venerdì, ottobre 19, 2007
segni della fine del Mondo /5
Ovvero:
"Ascoltate oggi la sua voce:
Non indurite il cuore, come a Meriba, come nel giorno di Massa nel deserto, dove mi tentarono i vostri padri: mi misero alla prova pur avendo visto le mie opere.
Per quarant`anni mi disgustai di quella generazione e dissi:
Sono un popolo dal cuore traviato, non conoscono le mie vie;
perciò ho giurato nel mio sdegno:
Non entreranno nel luogo del mio riposo". (Salmo 94)
Nel pomeriggio di venerdì 19 Ottobre 2007 a Roma qualcuno ha vuotato nella vasca della celeberrima Fontana di Trevi un secchio di colorante rosso per poi dileguarsi tra la folla dei turisti che, come ogni giorno, affollano la stretta piazzetta che abbraccia la monumentale "Mostra dell'Acqua Vergine".
Da alcuni volantini ritovati attorno a Piazza Trevi il gesto dimostrativo "dal vago sapore dannunziano" sarebbe stato ideato da "Azione Futurista 2007" per protestare contro i milioni di euro spesi dal Comune di Roma per la concomitante "Festa del Cinema" invece di impiegare tali risorse economiche per venire incontro alle problematiche di "precari, disoccupati, anziani, malati, studenti, lavoratori".
Si è consumato l'ennesimo atto vandalico a discapito del patrimonio artistico!
Ma ciò che più angustia ed addolora è il rendersi conto che chi si indigna per l'atto vandalico contro la Fontana di Trevi in realtà stia parlando di un oggetto assolutamente a lui sconosciuto!
Leggo sul Corriere online: che "Tutta l'acqua della fontana è rossa e anche l'acqua che scende dalle rocce sotto il Mosè e confluisce nel bacino, dove si è immersa Anita Ekberg nella famosa scena della Dolce vita è rosso fuoco."
Parimenti dal sito di Repubblica apprendo che: "Tutto è successo intorno alle 16:30. Un'ora dopo è stata chiusa l'erogazione dell'acqua e il liquido colorato ha quindi cessato di fluire dalle rocce sotto il Mosè."
Insomma, nella Nazioni dalle radici classiche e cristiane vi sono dei giornalisti, cioè dei laureati, cioè persone che dovrebbero essere mediamente colte, il cui lavoro è proprio quello di raccontare i fatti che però fanno delle indebite commistioni tra sacro e profano (e non solo quando riportano il verbo del Pontefice!) e che pertanto ci vengono a raccontare che quel personaggio barbuto dentro il nicchione centrale, della settecentesca fontana disegnata da Nicola Salvi, che stà assiso sopra un cocchio a forma di conchiglia trainato da due animali mitologici mezzi cavalli e mezzi pesci cioè "cavalli marini" (allegoria di quelli che comunemente si chiamano "cavalloni") a loro volta condotti da altri due personaggi mezzi uomini e mezzi pesci ovvero i mitologici Tritoni, ebbene quegli non sarebbe altri che il biblico Mosè!
Sarà stata forse la vasca tinta di tosso che ai giornalisti avrà fatto involontariamente pensare alle bibliche piaghe d'Egitto e alle acque del Nilo trasformate in sangue da Mosè per punire il Faraone che non voleva liberare gli ebrei dalla schiavitù. Oppure - e tremo solo al pensarci!- avranno pensato a Mosè che divide le acque del Mar "Rosso"?
Cotanto sfoggio di "scienza biblica" appare desolatamente del tutto fuori luogo!
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