"Vacanze" d’una volta
Si vuol intitolare al grande viaggiatore Wojtjla la stazione Termini.
Nella commemorazione ufficiale organizzata il 5 Aprile nella sala Giulio Cesare, sede del governo capitolino, il sindaco Walter Veltroni ha annunciato di voler procedere presso le Ferrovie dello Stato affinché la principale stazione ferroviaria della capitale sia dedicata a Giovanni Paolo II.
Alla morte di Giovanni XXIII quale segno d’amore e rispetto per un così amato pontefice, il comune di Roma decise di dedicargli una piazza. Si decise, forse per assonanza, forse perché era la piazza delle grandi adunanze – in vero per lo più comuniste -, che in futuro la piazza antistante la basilica lateranense, cioè piazza di Porta San Giovanni avrebbe mutato il nome in piazza Papa Giovanni XXIII.
Di tale fervorosa devozione toponomastica nulla rimane.
È semplice cambiare una targa all’angolo di un palazzo, assai arduo cambiare il modo d’esprimersi della gente, specie nella definizione di luoghi storici: figurarsi che ci sono ancora romani che i fori imperiali li chiama “la via dell’impero”.
Passati alcuni anni, svaporata l’emozione e senza clamori, le vecchie lapidi tornarono al loro posto nella noncuranza dei romani che avevano continuato a chiamare la grande piazza: piazza San Giovanni.
Del pontificato del “papa buono” non rimase come segno toponomastico una piazza bensì un più umile ed improbabile “largo Giovanni XXIII” ricavato da un angolo di piazza Pia, alla fine di via della Conciliazione.
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