Ovvero: Se sbaglio... mi contraddirete
Alle ore dodoci di martedì 21 novembre 2006, con un comunicato della Sala Stampa Vaticana , la Santa Sede ha reso noto che “il Santo Padre Benedetto XVI ha terminato di scrivere la prima parte di un libro il cui titolo è: "Gesù di Nazareth. Dal Battesimo nel Giordano alla Trasfigurazione" e lo ha consegnato, nei giorni scorsi, alla Libreria Editrice Vaticana”.
L'uscita in libreria dell'opera è prevista per la primavera del 2007 e la sua diffusione mondiale sarà curata dalla casa editice Rizzoli che ha anticipato il testo della prefazione “La strada della mia interpretazione della figura di Gesù nel Nuovo Testamento”, scritta dallo stesso Ratzinger
Ha avuto subito vasta risonanza la seguente frase: "Di certo non c’è affatto bisogno di dire espressamente che questo libro non è assolutamente un atto magisteriale, ma è unicamente espressione della mia ricerca personale del “volto del Signore” (Salmo 27,8). Perciò ognuno è libero di contraddirmi."
Commenta l'ottimo blog Crossroads : «...dietro la apparente semplicità di quella frase, "ognuno è libero di contraddirmi", dietro la sua apparente modestia, si cela un secondo motivo di riflessione, che rivela tutto il mondo di Joseph Ratzinger: liberi di contraddire, si, ma... se siete in grado di farlo.
Non è arroganza, è la consapevolezza di chi si esprime sapendo che ogni sua parola ha una solida base su cui appoggiarsi.
Perchè questa, e non altra, è la grandezza del "professore" diventato "Maestro": la sua capacità di motivare le opinioni che esprime con argomenti comprensibili, logici, scientificamente fondati.
Chiunque voglia, può dire di non essere d'accordo, ma viene -implicitamente- sfidato a dimostrare la fondatezza delle sue contro-affermazioni: come si fa, come si dovrebbe fare in ogni dibattito, in ogni discussione serenamente e seriamente volta alla ricerca di una soluzione, o della verità.
Non dubito che si troveranno (soprattutto fra i filosofi da TV e i politici da corteo) molti personaggi prontissimi a raccogliere l'invito a contraddirlo; dubito fortemente, però, che saranno in grado di spiegare il perché, senza fare brutta figura».
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