martedì, novembre 21, 2006

Pro Missa Bene Cantata [2]

Ovvero: la Messa dell'Incoronazione

Era passato meno di un mese da quando Giovanni XXIII aveva presieduto la solennissima cerimonia d'apertura del II Concilio Ecumenico Vaticano quando, domenica 4 novembre 1962 , Papa Giovanni XXIII scese nuovamente in San Pietro con tutto il suo fastoso corteggio per presiedere un'altra solennissima liturgia.
Il papa, in verità, allo stesso modo dell'11 ottobre, non celebrò la messa ma vi assistette assiso sull'alto suo trono.
La messa viene così celebrata su un altare mobile posto nella navata centrale davanti all'altare della Confessione.
Per l'inaugurazione del Concilio -era la ricorrenza liturgica della Divina Materintà di Maria :"Gaudet Mater Ecclesia!"- la messa "de Spiritu Sancto" venne celebrata dal cardinale Eugenio Tisserand, il Decano del sacro collegio.
Domenica 4 novembre invece, giorno in cui si commemora San Carlo Borromeo , fu l'arcivescovo di Milano il cardinale Giovan Battista Montini , chiamato a presiedere il solenne pontificale alla presenza di ottanta cardinali, dieci patriarchi e di quasi duemila e cinquecento tra arcivescovi, vescovi ed abati: il motivo di tanta solennità era la felice ricorrenza del quarto anniversario dell'Incoronazione di Giovanni XXIII.

Era stato il neoeletto papa Roncalli (28 ottobre 1958) ad ordinare che la la propria solenne intronizzazione ed incoronazione avvenisse nella memoria liturgica di san Carlo Borromeo di cui Angelo Roncalli era sempre stato grande devoto nonchè studioso.
Il cerimoniale allora in vigore prevedeva che la "cappella papale" in occasione dell'anniversario dell'incoronazione di un pontefice regnante fosse celebrata in San Pietro da colui che aveva avuto l'onore di essere stato il primo cardinale creato dal papa medesimo. Non fu certo senza ponderazione, quindi, che Papa Giovanni aveva voluto che la prima "creatura" del suo primo concistoro fosse proprio monsignor Montini, il successore di San Carlo sulla cattedra ambrosiana!

Cadendo, percio, la ricorrenza dell'inizio del quinto anno del suo pontificato durante i lavori del concilio, Papa Giovanni fu ben lieto di far presiedere (e per la quarta volta) la messa commemorativa della propria elezione a colui che sette mesi dopo sarebbe stato chiamato a succedergli. Essendo la festa di san Carlo, infatti, al Papa "Buono", nulla sembrava più appropriato che chiedere di celebrare al successore dello stesso Borromeo nella carica di Arcivescovo di Milano e di conseguenza volle che data la cornice ecumenica la messa fosse in Rito Ambrosiano.

Il Concilio si era aperto da meno poche settimane, quindi, ma esso si era già impantanato poichè, non essendoci eresie da affrettarsi a condannare, dovendosi i padri conciliari limitare a trattare temi di carattere squisitamente "pastorale" essi però non avevano una chiara idea in cosa dovesse consistere "l'aggiornamento" della Chiesa cattolica auspicato da papa Giovanni.
Ma il clima conciliare di quei giorni fu altresì funestato dal diffondersi di voci allarmate sul repentino aggravarsi delle condizioni di salute di papa Roncalli (ed anzi, si temeva una sua improvvisa dipartita già prima della conclusione della prima sessione). Pertanto, con questo sottinteso sottofondo di anziosa attesa, nei padri conciliari destarono profonda impressione le parole di Giovanni XXIII, nell'allocuzione di fronte a tutto il concilio schierato, in cui, tessendo le lodi del santo del giorno, elogiò la capacità dell'"Arcivescovo di Milano" nell'aver saputo condurre a buon fine "il concilio"; della meritoria opera del cardinal Borromeo al concilio di Trento stava parlando Papa Roncalli ma gli occhi di tutti si puntarono sull'arcivescovo di Milano quasi che Giovanni XXIII del cardinal Montini stesse volutamente vaticinando.

Devesi, poi, sapere che nelle rarissime occasioni in cui era il papa a celebrare la messa, l'antico cerimoniale prevedeva che alla fine del sacro rito fosse consegnata al romano pontedice una borsa contenente alcune monete d'oro quale ricompensa "per aver bene cantato la messa".
Accadde che finito di "cantare la messa" il cardinale Montini, recatosi presso il trono papale per il tradizionale rito dell'obbedienza, abbia avuto la sorpresa di ricevere dalle mani del papa una preziosa croce pettorale: "pro missa bene cantata" fu la motivazione addotta da Giovanni XXIII.




La “Fondazione pro Musica e Arte Sacra“ che si occupa di raccogliere fondi per i restauri delle basiliche patriarcali di Roma (San Pietro, San Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e San Paolo fuori le mura), ha organizzato la "V edizione del Festival Internazionale di Musica e Arte Sacra" dal 15 e 19 novembre nella -come suol dirsi- "straordinaria cornice" delle quattro basiliche maggiori.

Cadendo nel 2006 la ricorrenza dei 250 anni della nascita di Mozart il programma del festival è stato dedicato per intero al compositore salisburghese. Festeggiandosi, inoltre, nel 2006 i 500 anni di posa della prima pietra della Basilica di San Pietro in Vaticano ( nonchè dell’istituzione della Guardia Svizzera Pontificia!) il Festival si è chiuso domenica 19 novembre nella Basilica vaticana, con l'esecuzione della celeberrima Messa dell'Incoronazione K. 317 eseguita - perla terza volta in san Pietro- dei Wiener Philharmoniker (insieme ai Wiener Sängerknaben ed ai cantori selezionati dei Cori di Colonia e Speyer) diretti dallo specialista mozartiano Leopold Hager.
A differenza di ciò che è accaduto nelle altre basiliche, domenica 19 novembre 2006 in Vaticano non s'è trattato di esecuzione concertistica ma di vero e proprio accompagnamento musicale della Santa Messa Solenne che per l'occasione è stata celebrata all'altare della Confessione dall'eminentissimo compatriota di Mozart cardinale Christof Schönborn, arcivescovo di Vienna.
La "Krönungsmesse" è così chiamata poichè fu commissionata a Mozart in occasione di una annuale (la ventottesima) commemorazione dell'incoronazione canonica con corona rocaille e raggi d’argento della statua della Madonna di Plain avvenuta nel 1751 la quinta domenica dopo Pentecoste. Da allora ogni anno in tale data a Salisburgo si festeggia la sacra immagine di Maria Plain.
Il dotto cardinal Schönborn (già discepolo del professor Ratzinger e poi collaboratore del cardinal Ratzinger alla Congregazione per la dottrina della fede), alternando la madrelingua tedesca con un ottimo e fluido italiano,ha ricordato alla numerosa assemblea la festa liturgica della "Dedicazione" della Basilica Vaticana, commemorata il giorno precedente (18 novembre)e, traendo spunto dele apocalittiche letture della messa del giorno, ha elogiato l'arte sacra con cui l'uomo cerca di esprimere attraverso una bellezza ed una perfezione sensibile l'icona della perfezione e sublimità delle realtà invisibili.

Essendo risaputa la passione per la musica classica di Papa Benedetto XVI ed in particolare per la musica sacra di Bach e di Mozart (passione condivisa anche da Schönborn) il "divinus" Magister si era arrischiato a ventilare un'apparizione a sorpresa del sedici volte Benedetto che non avrebbe certo resistito alla tentazione di ascoltare risuonare sotto la cupola michelangiolesca le divine note mozartiane!
In vero, esercitando eroicamente la virtù della prudenza e rendendosi pertanto vindice anche sulla più veniale tentazione, Papa Ratzinger ha preferito starsene nel proprio appartamento privato per rimanere fedele all'appuntamento domenicale della preghiera dell' Angelus con i fedeli raccolti in Piazza San Pietro.
Affacciandosi alle ore 12 in punto il Papa ha salutato i musicisti per lodare l'evento ed ha affermando che: “Nella musica spirituale e nell’arte sacra risuonano e brillano la bellezza e la grandezza della fede”.

Il pubblico encomio al suo pupillo è stato solo differito. Il cardinal Schönborn aveva infatti pochi giorni prima annunciato all'Austria "felix" che Benedetto XVI aveva accettato l'invito a compiere un viaggio Apostolico a Vienna per essere presente l'8 settembre 2007 ai festeggiamenti per l’850° anniversario della fondazione del Santuario mariano di Mariazell; una piccola località di montagna, situata a circa 870 metri di altitudine e che conta circa 2.000 abitanti, ubicata nel cuore dell’Austria, a 160 chilometri a sud-est di Vienna, che riceve ogni anno un milione di pellegrini attratti da'immagine della Madonna delle Grazie detta la “Magna Mater Austriae”.

Il Cardinale Christoph Schönborn ha molto tenuto a sottolineato che non era affatto scontato che il papa accettasse l'invito e pertanto gli austriaci debbono essere molto onorati che il Papa -tra i molti viaggi internazionali possibili- abbia voluto recharsi in visita in un Paese di dimensioni assai ridotte come l’Austria.

Nessun commento: