sabato, novembre 11, 2006

visioni private /11

Ovvero: Fiction criminale del Cristianesimo


"Contrordine.
Sul più importante canale della più importante rete di servizio pubblico inglese parlare di kamikaze, scherzare sui kamikaze o ironizzare sui kamikaze è possibile.

Sulla Bbc, è possibile produrre una fiction dove si parla di kamikaze, dove tre uomini organizzano un attentato con un aereo, dove con il terrorismo si scherza, si piange, ci si innamora, si uccide, si sorride. La fiction, molto bella, si chiama “Spooks” e va in onda ogni lunedì sera alle ventuno su Bbc One. Si parla di aerei, religione, attentati, dirottamenti.
Nessun problema ma a patto, si capisce, che i terroristi non siano di colore, non siano islamici, non siano gay e non siano, soprattutto, musulmani. Nell’episodio andato in onda lunedì primo novembre, in una scena, l’attore Shaun Dingwall uccide un uomo in preghiera. L’uomo di fronte a lui è un musulmano. Dingwall interpreta la parte di un fondamentalista. Cristiano, ovviamente.

Solo un caso? Non proprio. Poco tempo fa, la stessa fiction, sulla stessa rete, allo stesso orario, aveva fatto di più.
La scena è questa: due terroristi organizzano un attentato con aerei, coltelli, pistole. Dicono ai musulmani, go home, andate a casa, vi taglieremo la testa, vi ammazziamo, andate via, fuori. Poi si schiantano con l’aereo, realizzano un video ma piuttosto che mandarlo su al Jazeera, il video va in onda direttamente sulla Bbc. L’attentato è contro una moschea. La voce di uno degli attentatori dice così: “Desidero informarvi che stiamo per combattere una guerra contro quella ‘religione di pace’ che si chiama islam”. E poi: “Questa è una dichiarazione di guerra, contro l’islam”.

Ora, il discorso è molto semplice. Parlare di kamikaze e parlare di terrorismo eccita, fa audience, piace, non si cambia canale. Alla Bbc, ovviamente, lo sanno. Ma parlare di terrorismo, parlare di kamikaze e parlare di islam eccita sì, ma spaventa pure. Pochi giorni fa il presidente della Bbc, Michael Grade, aveva spiegato che nella sua personalissima interpretazione del significato da dare al multiculturalismo, sarebbe stato preferibile parlare male dei cristiani, piuttosto che parlare male dei musulmani. Questione di sensibilità, spiegava. I musulmani si arrabbiano, quindi meglio non provocarli. I cristiani non si arrabbiano, quindi si possono pure provocare.

Molto semplice: parliamo di terrorismo, ma non parliamo di islam. Ma lo stesso Shaun Dingwall, l’attore che spara al musulmano, aveva spiegato già a febbraio quali erano le sue paure. E se qualcuno taglia la scena in cui il cristiano uccide il musulmano? Che succede, si può? Dingwall non aveva paura di un’eventuale critica cristiana, aveva paura dell’eventuale critica islamica. Nessuna scena è stata cambiata e lunedì è andata in onda la puntata con il cristiano (cattivo) che uccide il musulmano(buono).
Ma parte della comunità musulmana non era comunque contenta.
Pur apprezzando l’originale multiculturalismo della Bbc, c’è chi non ha gradito affatto le critiche che la comunità evangelica inglese ha riservato alla puntata. E così, tra i musulmani, c’è chi ha criticato tutti coloro che si permettevano di criticare.

Sempre sulla Bbc, lo scorso anno (era domenica 9 dicembre), era andato in onda uno spettacolo che si chiama “Jerry Springer - The Opera”. Nello show, c’era un conduttore, Jerry Springer (interpretato da David Soul, l’attore che in “Starsky & Hutch” faceva Hutch) che aveva come ospiti Gesù, Maria, Adamo, Eva e Dio: tutti presi per i fondelli uno per uno. Divertente, ma qualcuno non la prese bene (alla Bbc arrivarono quarantacinquemila lettere di protesta).

Qualcun altro, invece, si poneva una domanda molto semplice: ma la più importante rete di servizio pubblico inglese, la Bbc quand’è che farà una trasmissione, una fiction o una serie tv dove al posto di Gesù, Maria, Adamo, Eva, Dio, o al posto di dirottatori fondamentalisti cristiani (su cui, sia chiaro, scherzare e ridere è ovviamente lecito), ci farà fare anche una bella risata con Maometto, Allah o un imam?
La risposta l’ha data il presidente della Bbc, Michael Grade: mai."
(Claudio Cerasa; Il Foglio; giovedì 9 novembre 2006)

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