Una settimana all'anno, però, la Madonna scende in città ai primi vespri della V domenica dopo Pasqua e questo accade sin dal 1433, quando era vescovo di Bologna il beato Nicolò Albergati.
La venerata immagine, dunque, scende processionalmente nel pomeriggio del sabato dal colle della Guardia, percorrendo il portico -composto da seicentosessantasei arcate- edificato tra il 1706 e il 1715. Viene accolta dal Cardinale Arcivescovo, dal clero e da tutta la città a Porta Saragozza; poi l'Icona, traversando il centro di Bologna, viene condotta in solennissimo corteo sino alla Cattedrale di San Pietro, dove resterà fino alla domenica dell’Ascensione quando con simile processione il clero e il popolo scortano la loro celeste patrona fino al varco di Porta Saragozza (dove comincia -assai ripida!- la salita al Santuario).
Durante la settimana di permanenza in città la Santa Vargine accoglie nella Cattedrale di San Pietro il popolo fedele, uscendo solo nel pomeriggio del mercoledì per fare un salto al Duomo di San Petronio dove per l'intercessione della Madre di Dio viene impartita la benedizione solenne a tutti i bolognesi.
Nell'anno di Grazia 2007 qualcosa è andato storto: cadendo l'annuale "discesa" il 12 maggio e cioè in concomitanza con la manifestazione del Familiy Day di Roma alcune decine di "fedeli" di Rifondazione Comunista e dei Verdi hanno salutato il passaggio della processione della Madonna di San Luca alzando cartelli di contestazione alla CEI lamentando l'ingerenza clericale che affliggerebbe l'Italia.
I laici ed "illuminati" disturbatori non sono stati graditi nè a Destra ma nemmeno a Sinistra tant'è che il Sindaco Cofferati ha lamentato la "interferenza vistosa ai danni di un culto molto sentito dai bolognesi". Il "rosso" sindaco della "rossa" metropoli romagnola era infatti menbro di quella processione (con tanto di fascia tricolore) al fianco del purpureo arcivescovo Caffarra: "Le manifestazioni religiose - ha detto Cofferati - non devono essere mai disturbate. I promotori delle contestazioni devono fermarsi a riflettere".
Rifondazione Comunista e i Verdi hanno riflettuto e poi hanno risposto che si era trattato solo di una fortuita casualità che l'iniziativa dell'orgoglio laico "alla bolognese" incrociasse lo storico percorso della plurisecolare processione cattolica.
Poi arriva il giovedì 17 che oltre ad essere uno di quegli otto giorni in cui La cattedrale di Bologna accoglie i devoti della Santa Vergine, è anche la giornata mondiale contro l´omofobia dalchè i 350 iscritti alle associazioni gay e lesbiche di Bologna -essendo come suol dirsi: "dell'altra parrocchia"- per evitare di "incontrare per caso" la Madonna di San Luca hanno scelto di recarvici in corteo: sgranando la lista dei morti per omofobia intercalati da poco devote invocazioni a monsignor Bagnasco, presidente della CEI.
Poichè "Lo zelo per la Tua casa mi divora" l'Eminentissimo Caffarra non ha posto tempo in mezzo per biasimare l'accaduto:
"L’incivile gazzarra avvenuta ieri davanti al portone della Cattedrale, spalancato per permettere ai fedeli l’accesso per pregare davanti alla venerata immagine della Madonna di San Luca, resterà come una macchia che non si cancella nella storia luminosa e commovente dell’amore di Bologna verso la sua Patrona.
Ieri la città è stata offesa.
E’ stata offesa nel suo sentimento religioso profondo; un sentimento che davanti all’immagine della Beata Vergine sempre sa accantonare divisioni politiche e disuguaglianze sociali, ricomponendo il consorzio umano nella più profonda unità dell’amore orante a Maria.
E’ stata offesa anche nella sua tradizione civile che ha sempre visto nella Madonna di San Luca il suo più alto vessillo identitario; una tradizione mai interrotta in 531 anni di discese della Venerata Immagine dal Colle della Guardia. E’ stata offesa nella sua virtuosa e permanente pratica della tolleranza e dell’ordine civico.
Ed è tanto più grave che tale incivile manifestazione, nella quale sono state esibite persino scritte al limite del blasfemo, abbia avuto per protagonisti anche due deputati al Parlamento nazionale e alcuni esponenti politici locali.
Come Vescovo di questa città, ritengo doveroso denunciare che simili episodi sono segno evidente di un degrado civico prima d’ora qui sconosciuto, e richiamare le autorità cui compete a far rispettare quelle regole di convivenza che la città e la Nazione si sono date per il bene comune.
Invito i fedeli e tutti coloro che tengono tra gli affetti più preziosi quello per la Madonna di San Luca a pregare perché il Signore conforti chi – autorità ecclesiastiche e semplici fedeli – ieri è stato oggetto di dileggio e di offese, e perché Egli si lasci incontrare con il suo perdono, sulla via della conversione del cuore, da chi ha agito forse senza sapere quello che stava facendo.
Bologna, 18 maggio 2007
+Carlo Card. Caffarra
Arcivescovo Metropolita di Bologna
1 commento:
Davide Rondoni sull'Avvenire 22 maggio 2007:
In un certo senso io li capisco. Intendo i manifestanti gay che giorni fa hanno fatto gazzarra davanti alla cattedrale della città dove vivo, Bologna.
I fedeli come ogni anno stavano affollando la chiesa di san Pietro per salutare la Madonna "discesa" dal santuario di San Luca al centro della città di cui è patrona, e fuori c’è stata uno spettacolino di gente stesa, cartelli contro un po’ tutti, dalla Cei ai Ds, e qualche slogans tra il becero e il maleducato. Niente di grosso, ma è la prima volta in centinaia di anni.
Nessuno aveva mai usato l’occasione della Madonna di san Luca per motivi politici o per proteste, anche in momenti molto caldi della città o del Paese. Infatti, la città intera, popolo e istituzioni ha reagito dicendo che si è trattato di una inutile grossolanità. Al di là di un po’ di retorica di circostanza sparsa da rappresentanti delle istituzioni e da qualche politicante, il giudizio del popolo bolognese, fedeli e no, e di solito mai troppo teneri coi preti, è stato unanime. Ed espresso in termini che qui non sono esattamente riferibili.
E però, dicevo, in un certo senso io li capisco. Se vuoi fare un po’ di notizia, insomma se vuoi fare una protesta che non si riduca a piccola scena di teatro, dove la vai a fare? Vai di fronte a una sede di partito? O di fronte al consiglio comunale, o anche a un ministero? A parte il fatto che li trovi semivuoti, o pieni di gente che ormai è avvezza a proteste di ogni categoria e non si stupisce più di niente, vuoi mettere il gusto di "scandalizzare" attaccando la Madonna e facendo trasalire la signora col rosario in mano o il frate che fa la questua ?
Li capisco, c’è più gusto e più senso del marketing (e un po’ meno rischio) ad attaccare la santa Madre di Gesù che, ad esempio, Piero Fassino.
Costoro fanno un mestiere arduo. Si autonominano rappresentanti di una tendenza sessuale. Il che è già un fatto un po’ strano e anche faticoso. Il fenomeno della tendenza omosessuale è ben più articolato e meno schema tico di come viene presentato da tali presunti rappresentanti. E dunque presi dalla necessità di semplificare ruvidamente e di trovare ogni volta qualcosa che faccia parlare di sé, hanno capito che la Chiesa funziona. Tale ossessione li porta spesso a non tenere in nessun conto il sentimento popolare, il valore di segni e tradizioni. E allora si presentano fuori dalla porta o in piazza facendo rumore, caos, sperando di convincere qualcuno di essere discriminati a causa della Chiesa.
Forse non lo capiscono, forse non se ne accorgono, ma così facendo stanno paradossalmente indicando una questione vera. Chi infatti, se non la Chiesa, in questi anni ha preso così seriamente a cuore la faccenda della sessualità umana? Chi ha dedicato pensiero, accoglienza, chi ha esercitato pazienza e rischio, su questi temi capitali per la vita personale e anche per la società se non la Chiesa? Forse i manifestanti non lo sapevano. Forse pensavano solo a fare cagnara. Però non si accorgevano di fare, paradossalmente, una cosa per così dire giusta. Non lo sapevano, ma mentre facevano una cosa banalmente odiosa, stavano anche indicando che quando si toccano le cose importanti della vita, e la sessualità è tra queste, la Chiesa è tra i pochi riferimenti certi, che non si nascondono dietro a frasi fatte, a facile retorica. Perché prende sul serio la faccenda. E come mostra l’enciclica del Papa sull’amore, offre un pensiero profondo su questi temi. In atteggiamenti da parte di cattolici ci possono essere difetti, a volte semplificazioni. Ma altrove si trovano pelopiù banalità televisive, leggerezze criminali, astrazioni e tanta retorica che maschera interessi rivolti al consenso politico più che al bene delle persone.
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