sabato, aprile 18, 2009
Ermeneutica della Continuità
Ovvero: Pericope dalla "Introduzione" della agiografica vita del Sommo Pontefice Innocenzo XI scritta della divota penna di Giorgio Papasogli nel 1956 nell'occasione dalla beatificazione del Papa Odescalchi ["in devoto filiale omaggio" dedicata: "A Pio XII pontefice felicemente regnante" dal Banco di Roma che ne curò "la stampa di questo volume esaltazione del pontefice riformatore Innocenzo XI provvidamente addestrato fin dalla giovinezza alla retta scienza ed arte economica elevato oggi all'onore degli altari. Ottobre MCMLVI"]:
"Innocenzo XI vivrà e si formerà sotto i pontificati di Paolo V, Gregorio XVI, Urbano VIII, Alessandro VII, Clemente IX, Clemente X; alla scuola di questi pontefici avrà modo di ammirare e di studiare, di conoscere i pericoli, gli inconvenienti, ed anche il modo di evitare gli uni e gli altri: e quanto più il lievito misterioso delle circostanze lo condurrà in alto, nelle vicinanze dei Successori di Pietro, tanto più limpidamente e profondamente egli potrà osservare ed imparare. E quando dovrà lui stesso, nonostante la sua umiltà e la sua profonda ritrosia, prendere il timone per il più arduo pilotaggio, che sia concesso a mano d'uomo, si troverà preparato dal punto di vista dell'esperienza umana, e ancor più dall'affinamento interiore che la grazia di Dio gli avrà concesso di conseguire.
Verrà allora il momento in cui i cattolici vedranno il nuovo Capo della Chiesa impegnarsi in una molteplice attività riformatrice di tutti i grandi motivi della Controriforma: e gli avversari del cattolicesimo o anche soltanto i contravventori dei diritti ecclesiastici si troveranno di fronte a un baluardo di eccezionale solidità.
Queste riflessioni ne suggeriscono altre di carattere attuale e non meno stringente. Nessuna generazione, forse, potrà capire meglio di quanto noi possiamo farlo, il significato e la genuina portata del pontificato d'Innocenzo XI. Perché anche noi assistiamo oggi [1956, ndr] a un movimento di miglioramento limpidamente pensato e disegnato che investe tutti gli aspetti della Chiesa di Cristo. Proprio noi, uomini del nostro tempo, ci sentiamo presi da particolari responsabilità per l'attuazione di un mondo migliore, ed è questa costatazione che fa sorgere nella nostra mente quasi uno sciame di nuovi raffronti e di gravi domande.
Non è forse ricco di significato il fatto che quest'esigenza di riforma, questa sete che è in ciascuno di noi verso un maggior bene della comunità cristiana, venga oggi espresso dagli stessi uomini i quali la bandirono ieri? E possiamo sicuramente dire dagli stessi, poiché esistono una sopravvivenza spirituale e un'eredità religiosa che sono molto più forti di qualsiasi identità fisica: uomini che percorsero il mondo per portare dovunque il loro annuncio, martiri che suggellarono col sangue, nei vari continenti, il loro impegno di apostolato. Oggi come ieri, sono le falangi inerme della Chiesa, sono gli ordini regolari che - secondo il concetto stesso d'Innocenzo XI - reggono alta la lampada per rischiarare il cammino dell'umanità.
E, se guardiamo ancora più in alto, scorgiamo un Padre che riassume e rinnova in Sé tanti valori, tanti splendori dei grandi pontefici della Controriforma.
Ed ancora una volta, diciamolo pure, ci colpisce una sorprendente affinità di compiti e d'impegni riformatori.
Ecco dunque una serie di costatazioni che ci rivelano la sorprendente attualità del pontificato d'Innocenzo XI. Come parte, diciamo pure come momento culminante della Controriforma cattolica, esso è molto più vicino a noi di quanto in un primo tempo verrebbe fatto di pensare. Perché la Controriforma, pur essendo un movimento particolarmente delimitato, è anche un aspetto dell'immortale travaglio che ferve nella Chiesa di Cristo attraverso i millenni per il raggiungimento della maggior gloria di Dio: in tal senso è dunque, oltre che un fatto storico ben distinto, anche una realtà perenne ed incoercibile, e sotto questo aspetto ci appartiene, come noi apparteniamo ad essa."
(G. PAPASOGLI; INNOCENZO XI; Pia Società San Paolo; 1956)
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