giovedì, aprile 13, 2006

dei Sepolcri, XIII



"Ma ecco il nostro amoroso Gesù già vicino ad essere sacrificato sull'altar della croce per nostra salute, in quella beata notte precedente alla sua Passione. Udiamo che dice a' suoi discepoli nell'ultima cena che fa con essi: Ho desiderato ardentemente, dice, di mangiare questa Pasqua con voi (Luc. XXII, 15). S. Lorenzo Giustiniani considerando queste parole asserisce ch'elle furono tutte voci d'amore: Desiderio desideravi: Caritatis est vox haec.

Come se avesse detto il nostro amante Redentore: Uomini, sappiate che questa notte, in cui si darà principio alla mia Passione, questo è stato il tempo da me più sospirato in tutta la mia vita, perché ora, colle mie pene e colla mia dura morte, vi farò conoscere quanto io v'amo, e con ciò vi obbligherò ad amarmi col modo più forte che m'è possibile. Dice un autore che nella Passione di Gesù l'onnipotenza divina si unì coll'amore: l'amore cercò d'amar l'uomo sin dove potesse giunger l'onnipotenza, e l'onnipotenza cercò di compiacere l'amore sin dove giunger potesse il suo desiderio.

O sommo Dio, voi m'avete dato tutto voi stesso, e come io posso poi non amarvi con tutto me stesso? Io credo, sì lo credo, che siete morto per me: e come v'amo sì poco che tanto spesso mi scordo di voi e di quanto avete patito per me? E perché, Signore, io ancora in pensare alla vostra Passione non resto tutto acceso del vostro amore e non divento tutto vostro come tante anime sante che, al considerare le vostre pene, son rimaste prede felici del vostro amore e si son date tutte a voi?

Diceva la sposa de' Cantici che sempreché il suo sposo l'introduceva nella sacra cella della sua Passione, si vedea talmente assalita d'ogn'intorno dall'amor divino, che tutta languendo d'amore era costretta a cercare sollievi al suo cuore ferito: Introduxit me rex in cellam vinariam, ordinavit in me caritatem. Fulcite me floribus, stipate me malis, quia amore langueo (Cant. II, 4, 5) .

E com'è possibile che un'anima entrando a considerare la Passione di Gesù Cristo, da quei dolori e da quelle agonie, che tanto afflissero il corpo e l'anima del suo amante Signore, non resti ferita come da tante saette d'amore e dolcemente forzata ad amare chi tanto l'amò?"
(S.Alfonso de Liguori; Amore delle Anime)

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