giovedì, aprile 06, 2006

Vite Parallele /7



"Non è bene che un Papa viva più di vent'anni" scriveva il padre oratoriano John Hanry Newman in un suo sfogo epistolare mentre Pio IX che regnava gloriosamente, e a grandi passi si avvicinava al venticinquesimo di Pontificato, aveva indetto quel Concilio Vaticano da cui ne sarebbe uscito con l'aureola dell'infallibilità.

Scriveva il più celebre convertito d'Inghilterra che un pontificato ultraventennale produceva inevitabilmente il pericolo di una specie di "dittatura" sulla Chiesa: non solo le idee, le convinzioni,le devozioni, di un singolo papa rischierebbero d'essere assolutizzate ed estese acriticamente alla Chiesa universale ma anche i preconcetti, le antipatie personali, i clientelismi e i carrierismi ecclesiastici non troverbbero quel freno, quell'argine, quel riequilibrio che è data dalla ciclica morte del papa regnante. E i cardinali non auspicano mai che si elegga un papa fotocopia del predecessore.

Comunque, Pio IX, pur fra le amarezze dovuta alla presa di Roma, celebrò il raggiungimento dei fatidici "anni di San Pietro" (primo papa a superare i 25 anni!) e per giunta coronato del dogma dell'infallibilità pontificia e contornato dall'affetto dei cattolici del mondo intero i quali andavano raccogliendo petizioni affinchè a papa Mastai venisse ufficialmente tributato il titolo di "Pio Magno" poichè ai fedeli cattolici a lui contemporaneie gli davvero appariva un "Grande" tra i Sommi pontefici di tutta la storia.
Pio IX per umiltà preferì declinare tali manifestazioni di glorificazione della sua persona chiedendo come dono del venticinquesimo di pontificato "solo" una nuova decorazione per il trono della venerata statua bronzea del Principe degli Apostoli conservata nella Basilica vaticana.

Pio IX superò di gran lunga le nozze d'argento col papato e questo fu dai fedeli universalmente considerata uno specialissimo segno dellle divine compiacenze del Signore Gesù Cristo verso l'operato del Suo vicario in terra.
Grazie ai quasi 32 anni di pontificato e grazie alla grande diffusione che nell'Ottocento ebbe la Stampa e l'arte fotografica l'immagine di Pio "il Grande" era diffusissima e notissima all'occhio e al cuore della maggioranza dei cattolici.

Giovanni Maria Mastai Ferretti aveva aggiunto al carisma papale un suo indubbio carisma personale. Era piacevole a vedersi, aveva un bel volto rotondo segnato da un perenne sorriso, una belle voce e un eloquio capace di commuovere e affascinare (come era insegnato nelle lezioni di oratoria di ogni buon ecclesiastico dell'epoca) ma il Mastai vi eccelleva grazie al suo carattere solare ed empatico. Aveva un grande spirito di osservazione, grande umorismo- a volte anche caustico-, amava il contatto con la gente, si sentiva veramente a suo agio quando poteva andare in mezzo al (suo) popolo e, cosa degna di nota, non era affatto misogeno: a differenza della quasi totalità del clero cattolico dell'epoca non aveva alcun imbarazzo a stare da solo in una stanza con una donna e riusciva "persino" a fare tranquillamente cortese conversazione.

Ma anche se dai fedeli Pio IX era considerato quasi eterno, ecco che divenuto ottuagenario Papa Mastai non è più l'uomo vigoroso che compare sui ritratti ufficiali: il suo fisico risente di tutti gli acciacchi dell'età ed è particolarmente affetto da delle piaghe alle gambe che gli rendono difficoltoso il muoversi.
La sua mente rimaneva sempre lucida ed il suo spirito vigile nel difendere i diritti della Chiesa come ebbe a proclamare in una udienza ai pellegrini francesi nel giugno del '77: "Scrivono che sono stanco, si, lo sono di tante iniquità e di disordini; lo sono di vedere oggi d' la religione oltraggiata; lo sono soprattutto di vedere la gioventù pervertita in scuole senza Dio. Ma se sono stanco, non sono ancora disposto a por giù le armi, a patteggiare con l'ingiustizia, a cessare di fare il mio debito. No, grazie a Dio, per questo non sono punto stanco e spero non lo sarò mai".

Intanto, il 13 maggio 1877 Pio IX compì 86 anni ed ai monsignori della Corte pontificia che gli facevano gli auguri avrebbe risposto: "Per quest'anno e poi basta".

Il suo fisico indebolito dagli acciacchi dell'età avanzata ebbe assai a soffrire per il caldo estivo e con l'arrivo dei primi freddi PioIX fu assalito da ripetute crisi infuenzali. La percezione che il pontifice era ormai al tramonto fece si che re Vittorio Emanuele II desse l'ordine di preparare gli apparati funebri.
Ma Pio IX visse ancora per compiere la sua ultima opera di misericordia: fu, infatti, il cinquantottenne re d'Italia che, colpito da febbre improvisa, morì il 9 gennaio 1878.

Alla notizia che lo scomunicato Vittorio Emanuele era gravemente ammalato Pio IX inviò immediatamente il proprio confessore al Quirinale per dargli l'assoluzione ma i ministri rifiutarono di farlo accedere. Dopo le ripetute richieste del re di voler "morire in grazia di Dio" fu consentito al cappellano di Corte di confessarlo e togliergli la scomunica. Si potè così celebrare delle esequie religiose e fu il medesimo Pio IX a scegliere il Pantheon quale regia sepoltura.

A fine gennaio sembrò ai medici che la salute del pontedice fosse migliorata tanto da consentirgli di presiedere il 2 febbraio il rito dell'omaggio delle candele benedette ma il giorno dopo la salute del papa peggiorò di colpo; Pio IX si mise a letto e le sue condizioni continuarono a peggiorare di giorno in giorno mentre i saloni della "anticamera pontificia" si riempirono di ecclesiastici, diplomatici e nobiltà romana ansiosa di avere notizie fresche sull'agonia del Santo Padre.
Intorno al suo capezzale, nel frattempo, si susseguiva l'omaggio dei cardinali, mentre il papa, semiseduso sopra il suo letto rivolgeva una parola di addio ora all'uno ora all'altro porporato.

La mattina del 7 febbraio, il cardinale Giocchino Pecci, Camerlengo di Santa Romana Chiesa - che da lì a due settimane ne sarebbe stato il successore- avvicinatosi al capezzale disse al pontefice agonizzante:" Santo Pade, benedite noi tutti del Sacro Collegio, benedite tutte le Chiese".
Con voce molto affaticata ma chiara Pio IX rispose: "Si benedico tutto il Sacro Collegio, e prego Dio che vi illumini perchè possiate fare una buona scelta". Poi prendendo la piccola croce di legno che portava al collo i cui era inserita una reiquia della "Vera Croce" tracciò nell'aria un segno di croce ed aggiunse: "Benedico tutto il mondo cattolico".


Verso le cinque il Cardinale Penitenziere intonò le preghiere dei moribondi il papa spirò come se stesse fissando un oggetto invisibile la cui vista gli recasse grande consolazione e dolcezza, e fu congetturato dai presenti che egli vedesse la Santissima Vergine. Erano le 17, 40 e tutte le campane di Roma stavano dando i rintocchi dell'Ave Maria.

La profonda pietà e devozione personale di Pio IX, massimamente verso Maria Santissima, era universalmente nota al popolo cristiano e col passare degli anni com'era crescita la devozione verso la figura del Papa inteso come istituzione, non meno era andata sviluppandosi la convinzione della santità personale di papa Mastai.
La mattina dell'8 febraio diffusasi la notizia della morte del papa il popolo romano, pen nulla affezionatosi ai "piemontesi", irrefrenabilmente si riversò verso il Vaticano per vedere per l'ultima volta il proprio Papa-Re, creando un'intasamento nella zona del rione Borgo che comportò la massiccia presenza della forza pubblica per dirigere l'afflusso e il deflusso dalla Basilica di san Pietro. La salma di Pio IX portata su una semplice lettiga fu perciò esposto per cinque giorni alla devozione popolare davanti alla Cappella del Sacramento e in modo che i fedeli potessero baciargli i piedi.

San Giovanni Bosco che in quei giorni si trovava a Roma scrisse nel suo diario personale: "Oggi si estingueva il Sommo e Incomparabile astro della Chiesa, il Pontefice Pio IX. Entro breve tempo sarà subito sugli altari".
Meno di ventiquattr'ore dalla morte, con un telegramma, arrivò la prima richiesta ufficiale per richiedere l'apertura del processo di Beatificazione.

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