martedì, maggio 15, 2007

A SECRETIS, II

Ovvero: la paura fa 90!



Sul quotidiano LIBERO del 12 maggio 2007, alla vigilia del novantesimo anniversario della prima apparizione della Santa Vergine a Fatima, in un suo articolo il buon Antonio Socci come un novello Giobbe ha espresso tutte le sue doglianze contro le invettive lanciategli contro nientemeno che dall'Eminentissimo Bertone Segretario di Stato di sua Santità.

Socci è l'autore di un ormai celeberrimo panphlet "Il quarto segreto di Fatima" che analizza la suggestiva ipotesi di un terzo segreto composto di due parti: il testo della visione pubblicata nel 2000 e un testo con le parole della Santa Vergine a commento della visione (cioè il "vero" segreto) ancora secretato.

Il libro, che è stato assunto ad un clamore ed una fama certamente insperata dall'autore, ha il suo punto di forza proprio nella sincera ed autobiografica analisi della propria costernazione di fronte (alle incongruenze tra ciò che per quarant'anni era trapelato intorno al Terzo Segreto di Fatima e cio che poi si è rivelato essere), e soprattutto, alla mancanza di trasparenza con cui monsignor Tarcisio Bertone, l'allora Segretario della Congregazione per la dottrina della Fede, aveva gestito la pubblicazione del segreto e massimamente i suoi incontri di ore con la nonagenaria Suor Lucia di cui ben poco è trapelato.

E' capitato spessissimo, con suor Lucia viva ma soprattutto con suor Lucia morta, che se qualcuno avanzi un'ipotesi temeraria o meno sulla vicenda delle apparizioni di Fatima ecco subito scendere in campo monsignor Bertone nel frattempo divenuto cardinale di Genova e e poi Segretario di Stato vaticano, a puntualizzare, smentire, chiarificare la verità dei fatti in virtù di ciò che Suor Lucia gli ha detto nelle lunghe ore di "interrogatorio" cui fu sottoposta per mandato di Papa Giovanni Paolo II il quale con una missiva rassicurava la veggente di rispondere senza reticenze al monsignore inviatio da Roma.

Niente vieta di credere in buona fede alle dichiarazioni del cardinal Bertone anche se è opinione non condannabile quella di chi ritiene che colloqui così importanti avrebbero dovuto essere registrati accuratamente, e che se sono stati verbalizzati (cosa di cui Bertone diede indiretta conferma in un'intervista dopo la morte di suor Lucia) avrebbero dovuto essere resi pubblici dato che "l'interrogatorio" cui Bertone sottopose la novantenne carmelitana riguardava solo ed esclusivamente il cosiddetto "terzo segreto di Fatima" intorno al quale dopo il 13 maggio 2000 non ci dovrebbero essere più segreti.


Così si angustia il buon Socci:
"Che errore. Chissà perché il cardinal Bertone si è cacciato in questo guaio mettendo nei pasticci il Vaticano.
Personalmente dovrei essere strafelice che il Segretario di Stato (quindi il numero 2 della Chiesa) abbia pubblicato un libro, "L'ultima veggente di Fatima", per ribattere al mio "Il quarto segreto di Fatima". È un unicum. Neanche Dan Brown ha avuto un tale onore. Evidentemente quelle mie pagine devono scottare molto. Al prelato è scappata la frizione perché - con tanti saluti alla carità cristiana - inveisce contro di me: le mie sarebbero «pure farneticazioni», la mia inchiesta farebbe il gioco «dell'antica massoneria per screditare la Chiesa» ...

...
Ma qual è il cuore della nostra diatriba? Sta in questa domanda: il famoso "terzo segreto" di Fatima, contenente la profezia di ciò che dovrà accadere alla Chiesa e al mondo nel futuro prossimo, è stato pubblicato per intero nel 2000? Io ho cominciato la mia inchiesta convinto che fosse così. Poi mi sono reso conto che i fatti dicevano il contrario. Ne ho dovuto lealmente prendere atto, dichiarandolo e rilevando un quantità incredibile di "buchi" e contraddizioni della versione ufficiale. "


Ben si vede che il cardinal Bertone ha letto il panphlet socciano dove nella narrazione della secretazione ed ella dissecretazione del "terzo segreto" coloro che fanno meno bella figura sono papa Giovanni XXIII e Bertone.
Quest'ultimo, a differenza del "Papa Buono" a propria discolpa non può vantarre l'aureola della santità nè la mitezza di carattere.

Prova che la lettura de "Il quarto segreto di Fatima" ha provocato a Sua Eminenza un gran "giramento dei santissimi" è l'aver ingaggiato il vaticanista di Raiuno Giuseppe de Carli per un libro-intervista da contrappore al libro di Antonio Socci. Ecco pertanto vedere le stampe per le edizioni Rizzoli "L'ultima veggente di Fatima. I miei colloqui con suor Lucia" in cui l'Eminentissimo racconta per l'ennesima volta tutta la verità sui suoi incontri con suor Lucia. Fa problema che ogni volta che il cardinal Bertone assicura di dire "tutto" su Fatima aggiunge sempre qualcosa di nuovo!

Di ciò continua a dolersene Socci: "A Bertone, che da monsignore ebbe una parte da protagonista nella pubblicazione del segreto fatta nel 2000, chiesi un colloquio nel corso dell'inchiesta.
Pur conoscendomi bene, me lo negò e anzi si attivò subito per pubblicare un libro di risposta al mio. Come poi ha fatto in questi giorni (il 13 maggio è il 90° anniversario delle apparizioni).
Il problema è che questo libro non dà neanche una risposta agli interrogativi. E anzi pone ulteriori problemi.

Ho provato addirittura imbarazzo a leggere una cosa tanto pasticciata e autolesionista.
Per qualunque autore sarebbe un colpo eccezionale vedersi attaccato personalmente dal Segretario di Stato vaticano senza uno straccio di argomento. Ma per me è un disastro, perché mi sento prima cattolico che giornalista.

Avrei preferito aver torto marcio ed essere confutato. Oppure avrei voluto che la Santa Sede si decidesse a rivelare tutta la verità sul "terzo segreto" di Fatima, pubblicando - come la Madonna aveva chiesto - la parte ancora nascosta. Altrimenti avrei preferito essere ignorato, snobbato, boicottato. L'unica cosa sbagliata, l'unica cosa da evitare è precisamente ciò che Bertone ha fatto: esporsi pubblicamente senza rispondere a nulla e anzi aggiungendo trovate disastrose. Per lui e per il Vaticano.

Innanzitutto c'è il problema della "gestione" della testimone di Fatima, suor Lucia: per anni tutti hanno potuto strologare su Fatima tranne lei che dal 1960 è stata silenziata dal Vaticano. Cosa si temeva? Prima della pubblicazione del testo, nel 2000, il papa invia Bertone dalla suora, a Coimbra. Lo invierà ancora una volta nel novembre 2001. Infine il prelato tornerà da lei nel dicembre 2003. Questi tre colloqui erano la grande occasione perché l'unica veggente in vita, ormai quasi centenaria, lasciasse a tutti i cristiani e all'umanità la sua completa e preziosissima testimonianza sulla più importante apparizione mariana della storia. Un'opportunità epocale. Anche per mettere a tacere tante voci e leggende e per proteggere il Vaticano da accuse di manipolazione, Bertone avrebbe dovuto registrare (magari anche far filmare) questi eccezionali colloqui da lasciare ai posteri. O quantomeno disporre di verbalizzare tutto, domande e risposte, da far firmare alla veggente. Per evitare future e prevedibili contestazioni. Ma incredibilmente questi tre interrogatori, della durata - dice il prelato - di «almeno dieci ore», non furono né registrati, né filmati, né verbalizzati.

Il prelato ci spiega oggi che lui «prese appunti».
Così nei documenti ufficiali di Fatima sono riportate solo poche frasette attribuite alla suora, frasi di discussa credibilità e per nulla esaurienti perché le domande decisive, quelle che servivano per chiarire tutti i dubbi, non le furono poste, o almeno non sono riportate da Bertone ...

...
E quel che è peggio attribuisce oggi alla suora - che nel frattempo è morta e non può smentire nulla - delle frasi che non furono riportate nel resoconto ufficiale del 2000. Secondo Bertone la suora avrebbe detto, davanti al testo del 2000, che «questo è il Terzo Segreto», «l'unico testo» e «io non ho mai scritto altro».
Perché una frase così importante non fu riportata da Bertone nella pubblicazione ufficiale? E perché il prelato non chiese alla veggente se aveva mai scritto il seguito delle misteriose parole della Madonna sospese dall'eccetera («In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede ecc») che sono sempre state considerate dagli esperti l'incipit del Terzo Segreto?

Davvero strano. Come l'altra frase che oggi - e solo oggi, morta la veggente - il prelato le attribuisce, secondo cui suor Lucia, quando seppe dell'attentato al papa del 1981, «pensò subito che si era attuata la profezia del Terzo Segreto». Perché mai una conferma così decisiva non fu riportata nel resoconto ufficiale? Perché nel dossier vaticano, che pubblicava il testo della visione (col «vescovo vestito di bianco ucciso»), nessuno - né suor Lucia, né i cardinali Sodano e Ratzinger e neanche Bertone stesso - scrisse esplicitamente che l'attentato del 1981 era la realizzazione del Terzo Segreto?
E perché Ratzinger disse che tale interpretazione era solo un'ipotesi e non c'erano «interpretazioni ufficiali» della Chiesa, mentre oggi Bertone pretende di imporla come versione ufficiale?
E perché suor Lucia, nella lettera al pontefice allegata al dossier vaticano, scritta nel 1982, quindi un anno dopo l'attentato, spiegò che «non constatiamo ancora la consumazione finale di questa profezia» (del Terzo Segreto), ma che «vi siamo incamminati a poco a poco a larghi passi»?
Perché in quella lettera al pontefice Lucia non fa menzione dell'attentato appena verificatosi se proprio quello era la realizzazione del Segreto?

C'è chi ha sostenuto che Bertone non abbia registrato, né verbalizzato i colloqui con la veggente perché ne sarebbero emerse pressioni psicologiche, sulla suora di clausura, per indurla ad avallare certe tesi.
Mi è tornato in mente leggendo la pagina del libro di Bertone dove il cardinale ricorda che ad un certo punto la veggente era «irritata» e gli disse: «Non mi sto confessando!».
A cosa poteva rispondere con queste dure parole Lucia? Forse qualcuno ricordava all'anziana suora di clausura il potere ecclesiastico e ventilava «non assoluzioni»? Non si sa, perché il prelato - che ricorda bene la risposta (per le rime) della suora - dice di aver «rimosso» (testuale) la sua domanda. È evidente che il "quarto segreto" di Fatima (ovvero la parte nascosta del terzo) esiste e nel mio libro penso di averlo dimostrato...


...Non ho spazio qui per elencare tutte le gaffe del libro. Ma qualcuna sì. Bertone c'informa per esempio che «suor Lucia non lavorò mai col computer». Notizia preziosa perché in un'intervista alla Repubblica del 17 febbraio 2005 aveva dichiarato che Lucia «usava alla fine perfino il computer». La cosa allora serviva ad accreditare certe lettere del 1989 di suor Lucia che non erano auto- grafe e contraddicevano quanto aveva detto in precedenza sulla «consacrazione della Russia».

È curioso che il Segretario di Stato nel suo libro accrediti pure la voce che Gorbacev, nella storica visita a papa Wojtyla del 1° dicembre 1989, «abbia fatto mea culpa» davanti al papa, quando fu ufficialmente smentita dalla Sala Stampa vaticana il 2 marzo 1998. Del resto Bertone oggi accredita come autentiche addirittura le esplosive dichiarazioni sul Terzo Segreto attribuite a Giovanni Paolo II a Fulda nel novembre 1980, quando esse furono smentite sia dalla Sala Stampa vaticana che dal cardinal Ratzinger («questo incontro a Fulda è falso, non ha avuto luogo e il papa non ha detto queste cose»).
Del resto Bertone si premura di dire che «l'interpretazione del cardinal Ratzinger» relativa al Terzo Segreto «non era un dogma di fede». Ma lascia che il suo intervistatore presenti il Bertone-pensiero così: «le sue parole, davanti a tante interpretazioni del messaggio della Madonna..., sono l'imprimatur di una versione definitiva». Addirittura superiore a Ratzinger..."

3 commenti:

Duque de Gandìa ha detto...

PAPA/FIRMA PREFAZIONE LIBRO SU SUOR LUCIA E SEGRETI FATIMA
Cardinal Bertone: tutto svelato su ultima veggente

Città del Vaticano, 16 mag. (Apcom) - E' Papa Benedetto XVI in persona a firmare la prefazione del libro scritto dal cardinale Tarcisio Bertone 'L'ultima veggente di Fatima. I miei colloqui con Suor Lucia' (Rai Eri-Rizzoli, 191 pagine a 16,50 euro).

"I colloqui fra la veggente, l'ultima rimasta dei tre pastorelli, e lei, come vescovo inviato dal Papa - scrive Ratzinger - non sono stati soltanto un'importante verifica delle veridicità dei fatti, ma anche l'occasione per conoscere la limpida freschezza dell'anima di Suor Lucia, l'intelligenza del cuore tipica della sua femminilità, trasferita in una robusta fede cristiana. Fu un tempo di luce. Anche attraverso l'esperienza di questa umile suora - prosegue il pontefice - traspare il ruolo della Vergine Maria, che accompagna il cristiano con mano materna nelle asperita della vita".

E' la prima volta che un Papa firma la presentazione di un libro, scritto da Bertone in occasione dei 90 anni delle apparizioni di Fatima, e da pochi giorni nelle librerie italiane.

Nel libro Papa Ratzinger è definito "catechista del mondo": un uomo anziano che ha la freschezza e la spontaneità della fede di un bambino, un Papa che si mette alla ricerca del volto del Signore e cerca di comunicarlo ai credenti. Ed è lo stesso approccio scelto da Bertone per presentare la Vergine di Fatima e il suo impegnativo messaggio: "La Madonna - afferma Bertone - è la grande protagonista delle apparizioni. Si possono variamente accettare o confutare , ma non possono lasciare indifferenti. Esse sono a presidio di una zona franca della coscienza in cui irrompe il sacro". Nel libro, stilato in collaborazione con Giuseppe De Carli, vaticanista del Tg1, "il cardinale non si è sottratto a nessuna domanda ed ha ribattuto, colpo su colpo, alle accuse di aver taciuto, occultato, manomesso persino il messaggio".

Bertone smentisce, con la conferma di suor Lucia, l'esistenza di due buste e di due segreti di Fatima. "La stessa suora - afferma il segretario di Stato - ribadisce più volte che ormai non c'è più nulla di segreto sulle apparizioni di Fatima. Tutto quello che era stato previsto o che doveva essere fatto si è completato. Rimane solo da vivere secondo le indicazioni virtuose che giungono dalla vergine di Fatima, un nome caro pure agli islamici".

Bertone critica infine i "fatimiti", ovvero i più fanatici sostenitori delle apparizioni e del segreto che amano legarsi alle attese millenariste e catastrofiche della storia. "Avevo davanti una donna - conclude il porporato - che aveva la pacata fermezza di chi ha una missione da compiere. E che le si chiedeva una vita intera per testimoniare. Una donna così non aveva bisogno di giuramento. Non ho dubitato affatto della sua sincerità, così come non dubitava della sua sincerità la superiora del monastero di Coimbra".

Duque de Gandìa ha detto...

(©L'Osservatore Romano - 20 Maggio 2007)

Al Signor Cardinale
TARCISIO BERTONE
Segretario di Stato

Alle pagine del libro "L'ultima veggente di Fatima" Ella, Venerato Fratello, affida tanti ricordi perché non rimangano un prezioso bagaglio di emozioni personali, ma, trattandosi di eventi che hanno segnato la Chiesa nell'ultimo scorcio del XX secolo, siano consegnati alla memoria collettiva come tracce non prive di significato nella sua storia secolare.
In realtà, il capitolo che tratta la pubblicazione della terza parte del segreto di Fatima l'abbiamo vissuto insieme in quel memorabile tempo che fu il Giubileo dell'anno 2000: io, in qualità di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e Lei, come Segretario del medesimo Dicastero.

Il grande Pontefice che mi ha preceduto, Giovanni Paolo II, fecondo di ispirazioni profetiche e personalmente convinto che "la mano materna" della Vergine avesse deviato la pallottola che avrebbe potuto essere per lui mortale, vide che era giunto il momento di sciogliere l'alone di mistero che ricopriva l'ultima parte del segreto consegnato dalla Vergine ai tre pastorelli di Fatima. Ne fu incaricata la Congregazione per la Dottrina della Fede, che conservava il prezioso documento scritto da Suor Lucia.
Fu un tempo di luce, non solo perché il messaggio poté così essere conosciuto da tutti, ma anche perché veniva così disvelata la verità nel confuso quadro delle interpretazioni e speculazioni di tipo apocalittico che circolavano nella Chiesa, creando turbamento fra i fedeli più che invitarli alla preghiera e alla penitenza. D'altra parte, tuttavia, si poteva constatare il confortante sviluppo della pietà mariana, autentica fonte di vita cristiana, intorno all'imponente santuario sorto a Fatima, e in ogni parte del mondo dove la devozione alla Vergine, sotto l'influsso delle apparizioni di Fatima, si radicava profondamente nella fede del popolo, invitando uomini e donne a consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria.

I colloqui fra la veggente, ultima rimasta dei tre pastorelli, e Lei, come Vescovo inviato dal Papa, non sono stati soltanto un'importante verifica della veridicità dei fatti, ma anche l'occasione per conoscere la limpida freschezza dell'anima di Suor Lucia, l'intelligenza del cuore tipica della sua femminilità, trasferita in una robusta fede cristiana. Anche attraverso l'esperienza di questa umile suora traspare il ruolo della Vergine Maria, che accompagna il cristiano con mano materna nelle asperità della vita.
Ho provveduto io stesso a redigere il commento teologico della vicenda, dopo aver intensamente pregato e profondamente meditato le parole autentiche della terza parte del segreto di Fatima, contenute nei fogli scritti da Suor Lucia. Mi è rimasta impressa, come sintesi e prezioso suggello, la consolante promessa della Vergine Santissima: "Il mio Cuore Immacolato trionferà". Come ebbi a scrivere: "Il fiat di Maria, la parola del suo cuore, ha cambiato la storia del mondo, perché essa ha introdotto in questo modo il Salvatore - perché grazie a questo "Sì" Dio poteva diventare uomo nel nostro spazio e tale ora rimanere per sempre". E ancora: "Da quando Dio stesso ha un cuore umano ed ha così rivolto la libertà dell'uomo verso il bene, verso Dio, la libertà per il male non ha l'ultima parola". Il messaggio di Fatima ne è un'ulteriore conferma.

Invoco su tutti coloro che si accosteranno alla testimonianza offerta con questo libro la protezione della Vergine Ss.ma di Fatima, e a Lei, Signor Cardinale, e al Dottor Giuseppe De Carli, che ha condiviso la fatica della redazione di questa memoria, imparto la Benedizione Apostolica.

Dal Vaticano, 22 febbraio 2007.

mcloud ha detto...

Nessun commento.

Mensile Jesus, Novembre 1984. Intervista al Cardinale Joseph Ratzinger sul Terzo Segreto.
Anche utilizzando una buona dose di fantasia, risulta difficile credere che il Cardinale stesse parlando dello stesso Segreto che il Vaticano ha rivelato il 26 Giugno 2000. Perché?

E una domanda: Cosa significano le parole del Cardinale Tarcisio Bertone, intervistato da Famiglia Cristiana:
Domanda: "Lei nel libro mette la parola fine su ciò che è stato scritto in questi anni circa un quarto Segreto, o una parte del terzo non rivelato dalla Chiesa, perché metterebbe in difficoltà la Chiesa stessa, parlando di apostasia..."
Risposta: "Si tratta di rivelazioni farneticanti. Quello che è strano è che esse vengano da persone che si proclamano cristiane. Perché vogliono che la Madonna nelle sue rivelazioni parli di apostasia nella Chiesa cattolica e addirittura di apostasia nella predicazione dei Papi? C’è una manovra per screditare la Chiesa e per delegittimare, agli occhi del popolo di Dio, la gerarchia".
http://www.sanpaolo.org/fc/0719fc/0719fc64.htm#1
"Nessuno vi inganni in alcun modo! Prima infatti dovrà avvenire l'apostasia e dovrà esser rivelato l'uomo iniquo, il figlio della perdizione, [4]colui che si contrappone e s'innalza sopra ogni essere che viene detto Dio o è oggetto di culto, fino a sedere nel tempio di Dio, additando se stesso come Dio."
Il Cardinale sa qualcosa che noi non sappiamo o è giunto il tempo di "correggere" anche le frasi poco politically correct della Bibbia?