sabato, ottobre 04, 2008

gioia del "colle" [2]

Ovvero: LO SPIRITUALE E IL TEMPORALE



In una piovosa mattinata romana il cui cielo pare quasi si schiarisca solo per consentire una più felice e fausta salita al Palazzo del Quirinale, scortato dai Corazzieri; il sedici volte Benedetto nella solennità di San Francesco d'Assisi, Santo Patrono di quell'Italia di cui la sede quirinalizia ospita il Capo di Stato, è giunto in visita "di restituzione" al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dopo che questi s'era recato in visita ufficiale in Vaticano il 20 novembre 2006.

Pertanto, il quattro di ottobre dell'anno di nostra salute bismillesimo ottavo -nonché quarto anno di sacro principato ecclesiastico- il nove volte pio Sommo Pontefice "ccioiosamente" regnante, accolto con somma deferenza dall'undicesimo Sommo Magistrato della costituzionale Repubblica Italiana; indossata, sopra l'abito corale ancora estivo, una preziosa stola appartenuta al Beato Pio IX (decorata con le sacre immagini della Vergine Immacolata e della santa martire romana Agnese); è asceso a quei saloni dai voluttuosi ornamenti neo-rococò, decorati in ossequio al gusto della Real Casa savoiarda. Quattro sovrani sabaudi si susseguirono in quella che era stata per oltre due secoli la nobilissima ma austera residenza dei Romani Pontefici: San Giovanni Bosco lo aveva profetizzato -addirittura già nel 1855- che "la famiglia di chi ruba a Dio è tribolata e non giunge alla quarta generazione"!



Nella sua allocuzione di fronte "alle illustri Personalità qui presenti" il piissimo Benedetto XVI ha evocato le figure dei "Pii" Braschi e Chiaramonti delle cui "prove e persecuzioni" il Quirinale fu teatro; non ha menzionato espressamente il "Pio" Mastai Ferretti, dei cui segni pastorali Papa Ratzinger s'è rivestito per l'occasione, ma ha citato quell'altro Pio che nel 1929 risolvette la questione Romana in modo "definitivo e irrevocabile" e per il quale (usando le parole del Poverello d'Assisi) la sovranità temporale sullo Stato della Città del Vaticano, accordata al Romano Pontefice con Trattato del Laterano, è "quel tanto di corpo che bastava per tenersi unita l’anima".
«Sul finire del 1939, a dieci anni dal Trattato Lateranense, avvenne la prima visita compiuta da un Pontefice al Quirinale dopo il 1870.
In quella circostanza, il mio venerato Predecessore, il Servo di Dio Pio XII, del quale ricordiamo in questo mese il 50° della morte, così ebbe ad esprimersi con immagini quasi poetiche:
"Il Vaticano e il Quirinale, che il Tevere divide, sono riuniti dal vincolo della pace coi ricordi della religione dei padri e degli avi. Le onde tiberine hanno travolto e sepolto nei gorghi del Tirreno i torbidi flutti del passato e fatto rifiorire le sue sponde dei rami d’olivo" (Discorso del 28 dicembre 1939).»

Non è mancata la citazione, in laude del Santo Patrono d'Italia, del venerato predecessore polacco che per ben tre volte fece visita all'inquilino del Quirinale!
Senza dimenticare, in queste litanie di santi pontefici quel Beato e buon Papa Giovanni; che andando in visita al Quirinale 11 maggio 1963 si compiacque di lodare la santa memoria di Pio IX; pellegrino ad Assisi il 4 ottobre 1962 esaltò il Soglio Pontificio quale somma gloria italica:
"Tu, Italia diletta, alle cui sponde venne a fermarsi la barca di Pietro - e per questo motivo, primieramente, da tutti i lidi vengono a te, che sai accoglierle con sommo rispetto e amore, le genti tutte dell'universo - possa tu custodire il testamento sacro, che ti impegna in faccia al cielo e alla terra"

Terminata la citazione "giovannea" il buon papa Ratzinger termina con l'esclamazione: "Iddio protegga e benedica l’Italia e tutti i suoi abitanti!" che suona anch'essa come l'eco delle parole di un altro papa di nome Giovanni (Mastai Ferretti): "Benedite, gran Dio, l'Italia e conservatele sempre questo dono di tutti preziosissimo, la fede. Beneditela con la benedizione che umilmente vi domanda, posta la fronte per la terra, il vostro Vicario".

E mentre, ammainato lo stendardo vaticano dal torrino del palazzo del Quirinale, il cielo nuovamente si incupiva, il corteo di corazzieri motorizzati facevano corona alla automobile del successore di tanti sì angelici e buoni pastori che lentamente procedeva, benedicente, verso il colle Vaticano.
Quando ormai il corteo papale raggiunto il ponte (Ponte Vittorio Emanuele II!) attraversava un Tevere le cui sponde parevano assai più vicine, ecco che, qual sommo segno dell'ira demoniaca per tanta "Santità" dentro al Quirinale -"il principe delle potenze dell'aria, quello spirito che ora opera negli uomini ribelli" di cui parla l'Apostolo Paolo! (Efesini 2,2)- un fulmine è andato a scagliarsi fragorosamente contro il pennone da pochi minuti orbo della bandiera bianca e gialla ornata dalle chiavi di San Pietro: potere del temporale!

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