“Vita e persona non coincidono necessariamente. L’uomo ha in comune con le piante e con gli animali la vita: vegetativa nel primo caso, sensitiva nel secondo. Tra la vita delle piante e degli animali e quella dell’uomo c’è però un abisso o, se si vuole un salto di qualità.”
“La parola ‘persona’ significa, secondo San Tommaso d’Aquino, quanto c’è di più nobile in tutto l’universo e indica la dignità dell’individuo di natura razionale (Summa Teologica, I, q.29, a.3) , che in quanto tale, è libero di scegliere il suo ultimo fine e ha la piena responsabilità delle sue azioni. La ragione è in questo senso, con la volontà, il fondamento della dignità della persona umana.
Fra le creature terrene, la dignità di persona spetta dunque solo all’uomo, perché solo l’uomo è un individuo razionale;”
Leggendo (Roberto de Mattei sul Foglio di oggi) mi dicevo: niente di più evidente; nulla di più logico, nulla di più razionale; semplicemente medievale!
Alcuni pensatori moderni( postmoderni) però, tendono a separare il concetto di “persona” -cioè depositario dei diritti umani- dall’ appartenenza tout court alla specie homo sapiens!
Ciò che farebbe una persona sarebbe l’avere coscienza di sé e dei propri “desideri” e scopi che muovono l’esistenza: quindi un topo che cerca il modo di mangiare il formaggio- lui si che lo sa cosa vuole dalla vita!- schivando la trappola, è più persona (ergo avrebbe più diritti civili) di me umano si, ma che ha difficoltà a trovare uno scopo nella propria vita.
Aiuto! Ma dove li fabbricano questi “cervelli”: in laboratorio? Ovviamente il modificare il significato-filosofico!- dei termini del discorso è funzionale ad allargare il campo alla sperimentazione scientifica, eliminando, così alla radice, tutta una montagna di pallose diatribe etiche e deontologiche!
Quando lo dico molti si stracciano le vesti, ma scienza e ragione sono distinte e separate! L’uomo ragiona; la scienza è una particolare applicazione dell’intelletto per dare una risposta, nel concreto, ad alcune limitate problematiche umane. Diceva Wittgestein (quello vero!): ‘Noi sentiamo che persino nell’ipotesi che tutte le possibili domande scientifiche abbiano avuto una risposta, i nostri problemi vitali non sono ancora neppure sfiorati’.
“Cadono nel tranello quei cattolici che pretendono di contrapporre all’avversario argomenti “scientifici” invece che argomenti “filosofici”, ammettendo con ciò stesso il primato della scienza sulla filosofia.
L’embrione infatti non è uomo solo perché l’uovo fertilizzato contiene un nuovo programma di vita, delineato e iscritto in modo stabile nel menoma dello zigote. Ciò è vero, ma non dimostra ancora che esso sia persona. L’embrione è persona perché il suo principio vitale è il medesimo dell’uomo adulto. Ma questo principio vitale -ecco il punto- non è di natura biologica, ma spirituale.”
“Certo, l’esame biologico ridimostrerà che l’embrione non è un mero grumo di cellule, ma è un individuo della specie umana, identificato dal proprio patrimonio genetico, che contiene progetto di vita unico e irripetibile. L’embrione và però considerato come uomo per un motivo filosofico, non biologico. L’umanità dell’embrione è infatti un’evidenza razionale, che parte dall’esame del dato biologico ma poi si eleva all’esame filosofico sulla base della costatazione che un individuo della specie umana può vivere solo perché possiede un principio vitale spirituale che lo costituisce come una “sostanza individuale di natura razionale”, ossia una persona.”
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