venerdì, novembre 05, 2004

idea russa


Ho sentito più volte dire a Natasha Stefanenko - ovviamente dire in televisione- che in l’insalata russa, in Russia la chiamano insalata italiana.
Quando l’altra sera, ho cercato di sfoggiare la mia saccenteria ad una cena cui partecipava una ragazza russa, la bionda ha negato decisamente. Forse, come qualcuno ha ipotizzato, lei vive alla “periferia dell’impero”(russo), e non sa cosa cucinano i moscoviti, ma il Baltico non penso sia molto periferico!
D’ora in poi sarò costretto ad essere più diffidente nei confronti della Stefanenko.
Mi dispiace Natasha!

Ma torniamo a russe a noi contemporanee.
Per il poco che ho frequentato cotal “Perla del Baltico”, mi sono convinto che: l’“umorismo slavo” è ciò che“antropologicamente” rende diversi i russi. Dicono delle totali freddure, aspettandosi una reazione divertita: probabilmente per loro, la scena più comica della cinematografia mondiale, è la “mitica” carrozzina di un neonato che precipita giù da una scalinata.

Lei mi ha trovato simpatico, nonostante io non abbia fatto molto per esserlo; per meglio dire: quando “faccio il simpatico” solitamente riesco a creare un gelido baratro di incomprensioni e risentimenti. Per lei le mie acide battute andavano liscie come il ghiaccio, anzi come la vodka senza ghiaccio.
Domenica scorsa ho ricevuto il grazioso incarico di accompagnarla a messa; nella mia veste di cicerone, passando presso l’isola tiberina ho indicato la sinagoga; lei guarda la sinagoga e poi guarda me; indica la sinagoga e poi, sorridendo beatamente, indica verso di me: delizioso humor russo!
Io ho riso di gusto!
Il mio desiderio inconfessabile è quello di farmi crescere i boccoli da ebreo ortodosso.
Nei giorni successivi, ha riaffermato di riconoscere la mia anima yiddysh.

Ho cercato in lei una risposta ad una mia stramba teoria, ovvero: quando Reagan raccontava le barzellette a Gorbaciov, il leader sovietico non batteva ciglio, da ciò evinco che il russo tende a non manifestare la proria ilarità.
“Ma quando un russo fa una battuta divertente, se i suoi interlocutori ridono di gusto, lui s’offende?”
Gli italiani al tavolo hanno avuto serie difficoltà a capire il senso paradossale della domanda. Lei capisce e, abbozzando un sorriso mi stringe la mano.
Ogni volta che, volendo essere spiritoso, dicevo una cretinata, la bionda fanciulla dell’est, mi stringeva la mano; da ciò posso farmi sorgere il ragionevole dubbio che:
quando negli incontri bilaterali itali-russi, dopo che Berlusconi fa una dichiarazione alla stampa, Putin sorridendo gli stringe la mano… beh! Forse …

Delle strane motivazioni che spingono un russo a stringerti la mano, ne ho parlato il giorno dopo con Virginia de Leiva. Lei, come suo solito non si è scomposta per niente, dicendo che non ci trova nulla di strano e che anzi, dalle sue parti,in Abruzzo, è un atteggiamento consueto stringere la mano a qualcuno per manifestargli il proprio muto e totale dissenso.
Ciò conferma un’altra mia teoria socio-politica: l’Abruzzo è un mondo a sé. Dovrebbe essere una regione a statuto speciale, meglio ancora: un voivodato.

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