venerdì, agosto 05, 2005

Sancta Maria ad Nives



Roma nonostante i suoi ingombranti monumentoni secolari, ed il suo clima mite quasi tutto l’anno non è città in cui è indifferente il giorno (e l’ora) in cui tu turista ti piazzi ad ammirare Fori e fontane.
La città eterna offre in ogni stagione un aspetto peculiare, ti puoi trovare improvvisamente coinvolto nella commemorazione d’un evento particolare, legato alle antiche e moderne vicissitudini civili e religiose dell’Urbe. Ed in tali eventi gli apparentementi immutabili edifici storici, teatro di tali eventi acquistano una dimensione diversa, o meglio, riacquistano quella tensione osmotica con il popolo romano, e ti rendi conto solo in quegli attimi del perché d’una piazza o d’una scalinata; una facciata, una finestra ti appaiono, solo in quell’attimo ti fanno percepire distintamente il loro “vero” scopo scenografico.

Mi son sempre domandato con una certa ansietà se il turista che, stanco dopo una giornata ai Fori, tornando in albergo si trovi bloccata la strada causa processione papale del Corpus Domini o che entrato nel Pantheon la mattina di una domenica, 50 giorni dopo Pasqua, trovandosi investito da una pioggia di infuocati petali di rosa si renda conto del privilegio di aver non solo visto Roma ma di aver vissuto - lui individuo del ventunesimo secolo- dentro la storia di Roma.

Dopo anni che ci vivi sai dove e quando gustarti quelle piccole chicche. Sai quando è possibile entrare gratis ai Musei Vaticani; in quali giorni è aperto al pubblico Montecitorio, a che ora è il cambio della guardia al Quirinale e che solo 3 (o 4?) volte l’anno viene fatto dai Corazzieri a cavallo etc…

Per la mia indole di barocco devoto delle reliquie, la Roma cristiana mi dona il particolare gusto di poter visitare quei luoghi legati alla vita dei santi, nonché alle testimonianze del successivo sbizzarrirsi del loro culto agiografico.Le devote “Case dei santi”, nel maggior numero dei casi visitabili solo in occasione della festa del tal santo, sono spesso luoghi che commuovono per la semplicità o stupiscono per la pompa fuori luogo.
Tra tutti questi posti il "più unico" è l’invisibile Monastero di santa Francesca Romana in via del Teatro Marcello: che più al centro di Roma non si può, proprio in faccia al Campidoglio. Solo il giorno 9 e le successive domeniche di marzo sono visibili i meravigliosi affreschi quattrocenteschi che custodisce.Vale la pena catapultarsi a Roma il 9 marzo solo per questo!

Una delle mie gioie maggiori è quella di poter far scoprire queste e tant’altre chicche agli amici che “in quei giorni”casualmente si trovassero a bighellonare per l’Urbe.
La “nevicata” in Santa Maria Maggiore, a ricordo della prodigiosa genesi edilizia di una delle chiese più belle del mondo, è una di queste occasioni. E dico nevicata “IN” S.Maria Maggiore perché quella pisciatina di neve artificiale che viene spruzzata davanti al sagrato della basilica la sera del 5 agosto, in nulla può competere con la poesia,il senso del fiabesco e con il gioioso stupore che provocano nello spettatore ( visto il contesto sarebbe meglio dire: fedele!) il miracolo dei bianchi petali di giglio che piovono dal rinascimentale soffitto a cassettoni, e che danzando al suono della musica sacra, cadono sofficemente davanti all’altare maggiore durante il canto del Gloria nel solenne pontificale del mattino, e durante il canto del Magnificat durante i secondi vespri della solennità della dedicazione di quell’insigne scrigno di fede e di arte che nei secoli è stata soprattutto nota come la basilica di Santa Maria della neve.

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