martedì, agosto 30, 2005

Il Teatro dell'Opera (Sacra)


Chi è monsignor Lorenzo Albacete?
Un intellettuale di grande peso (in tutti i sensi).
Professore di teologia a New York con laurea in ingegneria aeronautica e fisica; editorialista di molti giornali newyorkesi e “responsabile” per il Nord America di Comunione e Liberazione.

Tra le bonarie e pungenti dichiarazioni (com’è nel suo stile) di una intervista pubblicata sul Foglio di venerdì 26 agosto:
“ Altro evento su cui Albacete riflette (“in grande rilassatezza”) è il passaggio di pontificato di Giovanni Paolo II a quello di Benedetto XVI.

Numerosi osservatori si applicano a rintracciare continuità o fratture tra due modi di amministrare il magistero. Premessa: “C’è una continuità innegabile tra i due Papi, e questa continuità è fondata su due dati.
Il primo è che, stando a quello che mi dice la fede, -grande sorriso felino di Albacete- colui che ha scelto Wojtyla e Ratzinger è sempre lo stesso. Insomma la continuità principale è nello Spirito Santo e io avrei accettato pure Mickey Mouse perché il Signore non perde mai il controllo della sua Chiesa.

Il secondo elemento di continuità è che il pensiero, il giudizio sulla missione della Chiesa di fronte al mondo nichilista contemporaneo sono identici. Certo Ratzinger è Ratzinger e Wojtyla è Wojtyla, e l’intervento di Cristo arriva per mezzo dei temperamenti che sono sempre diversi uno dall’altro.
Oggi abbiamo bisogno del temperamento di Ratzinger”.

Albacete si spiega con un aneddoto:
“nel mio primo incontro con Wojtyla, quando ancora non era Papa, abbiamo discusso su quale fosse il linguaggio più adeguato per l’evangelizzazione. Lui mi domandò se io, da uomo di scenza, credevo che il linguaggio scientifico fosse quello migliore per parlare all’interiorità. Gli ho risposto: ‘Io alle mie innamorate non spedivo equazioni’. ‘Verissimo’, mi ha detto allora Wojtyla, ‘infatti per me il linguaggio è il teatro’.
Nel teatro il gesto diventa incarnazione della parola e colpisce. E così abbiamo avuto ventisei anni di teatro spettacolare grazie ad un grande attore. Lo dico in senso positivo”.

“Ecco l’unica differenza”

Quanto a Ratzinger, Papa dal temperamento in linea con i tempi, “lo Spirito Santo ha deciso che dopo tanto teatro è giunto il momento di scrivere in prosa, ecco l’unica differenza. Ratzinger è capace d’interpretare quanto è accaduto nell’opera drammatica e teatrale di Giovanni Paolo II. Ma è un altro tipo di show, meno spettacolare”.
…”

1 commento:

Anonimo ha detto...

Queste cose le ha dette pure Messori, in un'intervista a La Stampa, durante l'ultima GMG.
Qualcuno s'è scandalizzato: tutto sta a valutare uomini e cose secondo un giudizio complessivo.
I modi della comunicazione non esauriscono l'essere umano o il suo spessore, che va ben aldilà.