Ovvero: La Giornata Mondiale della “Nongioventù”
Come ognuno ben sa, la Giornata Mondiale della Gioventù si celebra - per volontà di Giovanni Paolo II - annualmente la domenica delle Palme: giorno in cui si commemora l’ingresso trionfale di Cristo a Gerusalemme osannato –mai termine fu più appropriato!- dai “Pueri Hebraeorum, portantes ramos olivarum”. Poi ogni due o tre anni si svolge, in un punto del globo terraqueo, un incontro mondiale della gioventù cattolica presieduto dal papa.
In occasione dell’annuale giornata della gioventù, domenica delle Palme, è mia costumanza partecipare ad un incontro giovanile – finche dura la giovinezza! -, incontro che principia il venerdì pomeriggio per poi concludersi la domenica mattina in piazza San Pietro per partecipare alla messa con il papa.
Rincontrarsi è sempre una festa: ci si vede cresciuti, ci si racconta dell’anno passato, ma la sensazione che si prova è quella d’essersi lasciati solo pochi giorni prima. Di questo clima familiare rimangono piacevolmente colpiti i nuovi arrivati,che nel maggior numero dei casi vogliono ripetere l’esperienza l’anno successivo.
Nel primo incontro, oltre alla presentazione del tema della Giornata della Gioventù su cui il giovane uditorio è chiamato a meditare, si svolgono le presentazioni.
In una di queste occasioni è stato organizzato un “gioco di conoscenza”: il giovane uditorio è stato diviso in due gruppi; tutti hanno ricevuto un foglio con alcune domande cui bisognava velocemente rispondere per iscritto; i fogli, ben piegati, venivano inseriti in due differenti ceste.
Estratto poi un foglio dalla cesta del gruppo “A”, veniva letto ai membri del gruppo “B” che dovevano indovinare l’autore di quelle risposte, e viceversa il gruppo “B” doveva scovare il proprietario del foglietto appartenente al gruppo “A”.
Le domande erano circa dieci, fra cui:
In che città vorresti vivere?
Siviglia: è stata la mia risposta.
Cosa fai la mattina quando ti guardi allo specchio?
Sbadiglio.
Cosa c’è ad attenderti nella stanza superiore?
Spero un comodo letto: io risposi avendo ben presente la planimetria del fabbricato, ed insensibile ad ogni mistica evocazione scritturistica del Cenacolo dell’ultima cena.
Ma dove ho dato il meglio di me stesso è stato rispondendo alla domanda: Qual è il tuo personaggio preferito?
Personaggio preferito è espressione che, nel mio personale vocabolario, definisce molto laicamente e banalmente un qualcuno realmente esistito o di pura fantasia cui, per qualche strano motivo, ci si sente legati: Carlomagno, Paperino, Re Artù , l’Ispettore Derrik o i Cramberries fa lo stesso.
Ebbene i miei giovani amici , alla domanda: chi è il tuo personaggio preferito, hanno risposto: “papa Giovanni Paolo II” o “Madre Teresa di Calcutta”.
Alcuni dotati di maggior inventiva hanno risposto: “Madre Teresa e Giovanni Paolo II”.
Figurarsi lo sconcerto generale quando su un foglietto alla domanda “Qual è il tuo personaggio preferito?” la risposta è stata:
Francesco Mandelli detto “il Non giovane”!
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